BREVI, FLASH, ANNUNCI.....

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27 novembre 2015

RICEVO E PUBBLICO

IL SALVA-REGIONI

(IL DECRETO)

IL DISASTRO FERROVIE.Scandalo Alifana e Impasse EAV.


                                                                                                                                                              https://www.youtube.com/watch?v=uvf_xP-KMnI

                                                                                                          .....ANATOMIA DI UN DISASTRO N° 8°....LE IMPRESE:NOI,NON LAVORIAMO PIU'.....

                                    

                                                                                                                                                        http://touch.ilmattino.it/MsgrNews/MED/20151112_alf.jpg.jpg


                                                                                                                              Immagine incorporata 1



                                                                                                                                                                  

                                                                                       Adda' passa' a Nuttat    

Trent’anni di cantieri aperti e quasi mai chiusi, appalti assegnati e sospesi, pagamenti a scartamento ridotto, contenziosi giudiziari, aziende fallite, lavoratori licenziati, furti e devastazioni impuniti. Centinaia di milioni di euro gettati dalla finestra, e un danno incalcolabile per i cittadini, le principali vittime di questo affresco del malgoverno e della cattiva gestione della cosa pubblica. La storia recente del trasporto su ferro in Campania, che si incrocia con il disastro dell’Eav (la holding regionale di controllo), è racchiusa in montagne di carte che documentano una sorta di enciclopedia dello spreco. Dove la parola fine sembra davvero molto lontana da scrivere.
La genesi del crack. La Ferrovia Alifana, da Piedimonte Matese a Capodichino, è considerata un’opera strategica per la Campania nel lontano ottobre del 1985, trent’anni fa appunto. L’allora presidente della regione, Antonio Fantini, la inserisce nelle opere della ricostruzione, dopo il tragico terremoto dell’Irpinia del 1980. È una forzatura, certo, ma ha un senso e una logica perché consente a fantini, che ricopre anche l’incarico di commissario straordinario per la ricostruzione, di accorciare i tempi delle gare e di stanziare fondi già disponibili, certi e non virtuali. Si aprono così i primi cantieri e fino al 1990 si riesce a realizzare un lungo tunnel, nel primo tratto dell’opera, quello che poi verrà completamente cancellato, del quale esistono ancora i resti da museo degli orrori della spesa pubblica. Sull’opera piomba la bufera di Tangentopoli, con arresti a raffica e chiusura dei cantieri, fino al 1998 quando quelle inchieste si concludono con processi interrotti per prescrizione o, in alcuni casi, perfino con assoluzioni. Passano alcuni anni, ed è la giunta di Antonio Bassolino, con un super tecnico ai Trasporti, il professore Ennio Cascetta, che riapre il dossier. Dopo un parere favorevole della Commissione europea (Direzione Mercato Interno), i lavori sono assegnati allo stesso Consorzio, Ascosa Ferroviaria, che aveva vinto la gara del 1985. Ne fanno parte alcuni gruppi di imprese come LDB (Loy-Donà-Brancaccio), Imeco, Torno (poi diventata Impresa), Aet (famiglia Paliotto) e Ansaldo per la parte tecnologica e ferroviaria. Parlando con un cronista del Mattino del progetto della Ferrovia Alifana, resuscitato dalla giunta Bassolino, proprio Ventrella, assessore della giunta Caldoro, dirà in modo esplicito: «Se i sindaci vogliono questi collegamenti, trovino i soldi e si paghino i lavori». Amen. 
La prima tratta si elimina. La concessione relativa al percorso Piedimonte Matese-Teverola, dove è stato costruito il famoso tunnel, viene di fatto archiviata con l’arrivo a Santa Lucia di Stefano Caldoro, e dell’assessore Sergio Vetrella, che ha una voglia matta di cancellare tutto il programma firmato da Cascetta. Parlando con un cronista del Mattino, l’assessore Ventrella dice in modo esplicito: «Se i sindaci vogliono questi collegamenti ferroviari per i loro cittadini, trovino i soldi e paghino loro il conto». Amen.
Della tratta Piedimonte Matese-Teverola oggi restano, oltre il tunnel, chilometri di binari e perfino qualche stazione. Dove scorrazzano da anni, le bande specializzate nei furti del rame: hanno rubato tutto, e adesso sono passati al saccheggio dei pezzi dei singoli binari. E resta un contenzioso, con relativo lodo arbitrale, tra il Consorzio Ascosa Ferroviaria e l’Eav, con una sentenza, pronunciata nell’ottobre scorso dalla Corte di Appello di Roma, che condanna la società regionale al pagamento di quasi 100 milioni di euro per lavori fatti di un’opera poi cancellata. Soldi da pagare, che però né l’Eav né la regione hanno in cassa. 
Anche la seconda tratta finisce in tribunale. Il percorso Aversa Centro-Piscinola, secondo pezzo del piano, è l’unico, 11 chilometri di linea ferroviaria e sei stazioni, consegnato ed entrato in funzione dell’intera rete avviata nel 1985. Ma anche qui ci sono guai finanziari e giudiziari. I lavori sono durati sei anni , dal 2003 al 2009, un tempo più che ragionevole, tanto che il Consorzio Ascosa si è visto riconoscere anche due premi per l’accelerazione della consegna, e sono costati circa 392 milioni di euro. Ma restano ancora da pagare 62 milioni di euro, per opere e interessi, e la regione, anche per effetto di un decreto ingiuntivo, procede con il contagocce nei saldi con un ultimo versamento di 24 milioni che risale al luglio 2014. Da qui altre cause, molto a rischio per l’Eav, e interessi sugli interessi che si accumulano. 
Terza tratta al buio. Per il terzo lotto, la linea Piscinola-Capodichino, il quadro è ancora più desolante. Il cantiere per le opere civili, affidato a un consorzio di imprese guidate da Impregilo-Salini, è fermo, mentre i lavori per i binari e l’infrastruttura ferroviaria non possono partire se prima non si chiude il cantiere principale. Il risultato è una stasi completa, con altri 128 milioni di euro richiesti dalle ditte appaltatrici, senza alcuna visibilità sul futuro. Eppure questo pezzo dell’Alifana è sicuramente il più strategico dell’intero progetto, in quanto lega la rete ferroviaria alla metropolitana napoletana e darebbe finalmente una porta d’accesso su ferro all’aeroporto di Capodichino. L’attuale presidente di Eav, Umberto De Gregorio, da quando si è insediato ha avviato trattative informali con il Consorzio Ascosa per chiudere in un’unica transazione i conti pregressi e dare ossigeno per i nuovi cantieri. Ma senza soldi questo piano non ha alcuna possibilità di essere attuato. «Per noi la partita è chiusa, non c’è più nulla da transare né negoziati da fare. Il tempo è scaduto, e saranno i magistrati, come è già accaduto in altre occasioni, a riconoscere i nostri diritti ed a costringere la regione a pagare» dice Antonio Liguori, coordinatore regionale di Ascosa Ferroviaria «Per Ansaldo, in questi anni, ci sono stati danni enormi, ma per fortuna abbiamo le spalle solide per reggere. Penso invece alle imprese napoletane che in alcuni casi sono fallite oppure sono finite in amministrazione controllata, licenziando i lavoratori, e in altri casi hanno fatto ricorso ai patrimoni personali degli azionisti, per non chiudere, pur vantando enormi crediti con la pubblica amministrazione». E il fatto che la linea scelta dal Consorzio sia quella di regolare tutto in tribunale, è confermato da una notizia: qualche giorno fa l’assemblea dei soci di Ascosa, all’unanimità, ha votato a favore della rescissione di tutti i contratti con Eav. L’Alifana, per le imprese, è un capitolo da archiviare.
Poveri viaggiatori. Le aziende aspettano i soldi dai tribunali, i cantieri sono bloccati e potrebbero anche non riprendere mai, avvocati e giudici lavorano a pieno regimi per duellare in tribunale mentre i lavoratori delle ditte stanno casa, cassa integrazione o mobilità, e i ladri spadroneggiano lungo il tracciato. E i viaggiatori? Anche loro si sono fatti sentire. Da quanto è scritto in un requisitoria del Pubblico ministero della Corte dei Conti della Campania, in data 13 febbraio 2014, l’utenza è passata da 66,7 milioni di passeggeri ( e non 40 milioni come ha sostenuto in una lettera al Mattino il presidente De Gregorio) agli attuali 21 milioni. Un terzo, gli altri hanno scelto un altro mezzo per muoversi nella regione. Senza aspettare le sentenze dei tribunali e qualche altra promessa degli amministratori regionali di turno.
(Antonio Galdo-IL MATTINO) 

                                                                                                                                                 

                                                                         IL SALVA-REGIONI


Per nascondere i disavanzi creati dall'uso improprio dei soldi che lo stato aveva già girato agli Enti locali per pagare i DEBITI è stato messo a punto un escamotage contabile???Ovvero:si sono salvati i Bilanci Regionali con un trucco da Mago Silvan?A sentire il commento di Chiamparino(capo-delegazione delle Regioni in deficit)sembra di no...Anzi(è certo):che la misura,contenuta nell'emendamento che ricalca il testo del DECRETO approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 6 Novembre su sollecitazioni delle Regioni,aiuterà i bilanci delle Regioni a schivare il rischio del DEFAULT....
Il provvedimento,chiamato SALVA-REGIONI, riscrive le norme sulla contabilizzazione delle somme ricevute per pagare i debiti con i fornitori che stavano emergendo nei bilanci delle REGIONI come un vero e proprio buco valutato in 20 miliardi di euro....Il tema,fu,sollevato dalla Corte dei Conti,che interrogava i poteri esecutivi e legislativi sulla contabilizzazione dei debiti passati....Il provvedimento partorito dall'esecutivo ed inserito nella legge di stabilità,non dà fondi aggiuntivi alle Regioni,ma gli permette con questa norma di evitare il grande botto...
Le Regioni,che sono chiamate a farsi carico della Spending Review per i prossimi tre anni,incassano l'innesto del DECRETO nella Legge, che gli salva i bilanci,consentendo ai governatori di pararsi il culo,restituendo in 30 anni i soldi che avevano ricevuto dal governo per pagare i debiti nei confronti dei fornitori....Il Decreto contiene anche la norma per sanare il cosiddetto Pay-Back....
Che cos'è il Pay Back?
(Il PAY BACK è un RIMBORSO;un recupero delle spese o dell'investimento effettuato in un certo periodo...Il periodo di " PAY BACK "esprime il numero di anni o di mesi necessari affinchè il totale cumulativo dei ricavi pareggi il totale cumulativo dei costi sostenuti fino a quel momento,incluso l'investimento iniziale)..Insomma:bisogna pagare!

                                                                                                     Il finanziamento dei debiti pregressi

Come mai si parla improvvisamente di un buco di 20 miliardi nei bilanci delle Regioni e di ben 5,8 nel bilancio del Piemonte? E che c’entra tutto questo con il dibattito sulla legge finanziaria? La ricostruzione della vicenda, il pasticcio contabile e due domande importanti. Che attendono risposta.(di Massimo Bordignon e Gilberto Turati -Fonte: lavoce.info)
                                                                                         ........UNA STORIA TIPICAMENTE ITALIANA..............
Il Piemonte in deficit per 5,8 miliardi”, “C’è buco nei conti delle Regioni per 20 miliardi”, “Serve il ‘decreto salva Regioni’ per accettare i tagli alla sanità”: i titoli dei giornali di questi giorni danno i brividi. Ma come fanno le Regioni ad aver accumulato 20 miliardi di deficit e il solo Piemonte 5,8? E come fa il governo a salvarle senza tirar fuori un euro? E che c’entra con la sanità?
                                                                                                                   LA STORIA
È una storia tipicamente italiana. Comincia così. 
1)Con il decreto legge 35/2013 lo Stato stanzia risorse, circa 40 miliardi per gli anni 2013 e 2014, per consentire alle amministrazioni pubbliche di accelerare i pagamenti dei debiti pregressi verso i fornitori. Rappresentano una magagna strutturale del sistema italiano, valutato ai tempi (dalla Banca d’Italia) in circa 90 miliardi di euro. Le amministrazioni pubbliche pagano in ritardo; i fornitori se l’aspettano e rincarano i prezzi, con un danno generalizzato per il contribuente, che finisce con il pagare di più di quanto dovrebbe per i beni e i servizi. Metà circa di questi debiti pregressi riguardano le aziende sanitarie. C’è la necessità di cambiar pagina, anche perché i tagli del governo Monti e i vincoli più stringenti imposti con i patti di stabilità rischiano di rendere la situazione esplosiva, con ulteriori accumuli di debiti nei confronti del settore privato. Di più, il governo Monti ha recepito la direttiva europea che impone, a partire dal gennaio 2013, pagamenti entro 30 giorni (60 nel caso della sanità), quando la media è di 130 giorni, in base alle stime disponibili più recenti.
2)Di fatto, si tratta dell’unica politica fiscale “espansiva” che l’Ue consente all’Italia in una situazione di crisi economica profonda. L’argomento è che si tratta di spesa del passato, non di spesa futura, e quindi sono risorse che non violano i vincoli europei. Tecnicamente, eccetto per la parte minoritaria che riguarda le spese di investimento, sono soldi “sotto la linea”: aumentano il debito ma non l’indebitamento netto, in quanto si tratta di spese già computate nei conti delle amministrazioni pubbliche del passato.
Poiché metà dei debiti commerciali riguardano le aziende sanitarie e, dunque, le Regioni che sono responsabili della spesa sanitaria, metà di questi soldi, appunto circa 20 miliardi, vanno alle Regioni (13 per i debiti sanitari, 7 per debiti diversi). Ora la situazione tra le Regioni è diversissima: in termini di tempi di pagamento si va dalla Lombardia, che paga in 83 giorni, alla Calabria, che paga in 552 giorni (dati Assobiomedica). Dunque, i soldi vengono richiesti (e assegnati) in modo molto diverso dalle regioni: zero la Lombardia, più di 7,5 miliardi al Lazio e 4,5 al Piemonte (come risulta dal sito del ministero dell’Economia).
3)Si noti che i soldi non vengono dati a casaccio: il Tesoro controlla le fatture dei creditori e le somme vengono trasferite alle Regioni dopo le opportune verifiche.
4)Il problema diventa a questo punto come contabilizzare nei bilanci regionali le extra risorse che provengono dal bilancio dello Stato. La Regione Piemonte sceglie – a quanto pare come molte altre – di metterli nel Titolo V delle Entrate, quello relativo alle entrate da “mutui, prestiti e altre operazioni creditizie”. La ragione è che i soldi attribuiti alla regioni da parte dello Stato non sono, almeno formalmente, un regalo, ma un prestito da restituire in 30 anni al tasso di interesse dei Btp trentennali e 30 anni è un lasso di tempo paragonabile a quello dei mutui di lungo periodo. Sempre a quanto pare, prima di farlo, la regione Piemonte chiede un parere a un alto rappresentante della Corte dei conti piemontese, che approva la decisione. Dunque, i soldi vengono messi nel Titolo V, la Regione presenta e chiude i bilanci.
                                                                            La Corte dei conti e la Corte costituzionale
Senonché, la Corte dei conti piemontese, nel suo giudizio di parificazione del bilancio regionale del 2013, a differenza di quello che fanno le altre Corti regionali, non è d’accordo su questa scelta . La Corte obietta che porre le nuove risorse tra le entrate al Titolo V senza contemporaneamente neutralizzarle con una posta di analogo importo al Titolo III delle Spese, quello intestato alla restituzione dei prestiti, significa consentire alla Regione di finanziare in debito anche spese correnti. Ma questo è proibito dalla Costituzione, che al comma 6 dell’articolo 119 specifica chiaramente che solo le spese di investimento possono essere finanziate a debito. Al contrario, i soldi avrebbero dovuti essere conteggiati come una anticipazione di cassa, dunque inseriti nel Titolo VI delle Entrate e contemporaneamente vincolati sul lato delle spese.
Siccome si tratta di un tema che riguarda l’interpretazione di un articolo della Costituzione, il conflitto Regione Piemonte – Corte dei conti finisce di fronte alla Corte costituzionale. Questa, con sentenza n. 181/2015 dà ragione alla Corte dei conti piemontese. Dunque, il bilancio della regione Piemonte viene “rettificato” eliminando dalle entrate i soldi arrivati dallo Stato; a questo punto il bilancio presenta un disavanzo di 2,5 miliardi per il 2013 che accumulandosi arriva quasi a 6 con il giudizio di parifica del bilancio 2014. Non solo: come ha osservato la Corte dei conti del Piemonte, la legislazione vigente (articolo 9 comma 5 del Dl n. 78/2015, convertito in legge n. 125/2015) richiederebbe la copertura in sette anni del disavanzo 2014 (non più la restituzione in 30 anni dell’anticipazione), che vuol dire fallimento certo, perché la Regione Piemonte non può certo restituire più di 800 milioni all’anno per sette anni, avendo un bilancio complessivo di 12 miliardi. E non si tratta solo del Piemonte; poiché pare che anche altre regioni abbiano fatto lo stesso sul piano contabile e benché le varie Corti regionali non abbiano al tempo sollevato eccezioni, il problema dovrebbe essere comune, creando un buco di appunto 20 miliardi.
                                                                                                     Il DECRETO
Per metterci una pezza, le Regioni chiedono con urgenza un “decreto” al governo; in pratica una riscrittura della legge originaria che giustifichi ex post il comportamento delle Regioni, consentendo loro di conteggiare i soldi nel bilancio nel modo già visto. Il decreto viene promesso, poi posticipato, poi inserito nella legge di Stabilità. Ma così non va bene, perché la legge di Stabilità entra in vigore nel 2016 e le Regioni devono chiudere i bilanci del 2015 e senza il decreto molte potrebbero finire in bancarotta, certamente accadrebbe al Piemonte. Tant’è che è di oggi la notizia dell’approvazione del decreto salva Regioni, che consente ai governatori di restituire in 30 anni i soldi girati dallo Stato per pagare i fornitori. Di qui l’anticipo, nelle more del conflitto Stato-regioni sul finanziamento per la sanità per il 2016, con la stampa che malignamente suggerisce che il decreto sia stato rallentato dal governo proprio per utilizzarlo come elemento di scambio ulteriore nei rapporti con le Regioni, per convincerle ad accettare senza eccessive proteste il nuovo e ridotto finanziamento della sanità per il 2016.
                                                                                                  DUE DOMANDE
Questa la storia. Nella migliore delle ipotesi, un pasticcio contabile, che la dice lunga sulla qualità della legislazione italiana e delle contraddizioni in seno ai proprio sistemi di controllo, che apparentemente giudicano in un modo in un caso e in un modo diverso nell’altro. Ma al cittadino normale, di tutto questo importa francamente ben poco. Le domande vere e importanti sono le seguenti.
1) Le Regioni hanno speso i soldi per finanziare i debiti pregressi, oppure li hanno utilizzati per finanziare altre spese, in particolare di parte corrente?
2) Tutto questo ha un impatto sui conti dello Stato, con l’esigenza di trovare coperture per altri 20 miliardi (cioè un’altra legge di Stabilità) per coprire il buco delle Regioni, oppure no?
Finora una risposta chiara a queste domande non c’è. Parrebbe che alla seconda domanda la risposta sia NO: i soldi lo Stato li ha già conteggiati nel debito e gli eventuali addizionali disavanzi delle Regioni per qualche ragione non rimbalzerebbero sul consolidato della Pubblica Amministrazione. 
Risposta SI invece per la prima, cioè in effetti le Regioni hanno speso i soldi come dovevano (e il Tesoro avrebbe tutta la possibilità di controllare, avendo avuto accesso diretto alle fatture inevase inviate dalle Regioni).
Se è così, si tratta di una tempesta in un bicchier d’acqua, una roba che non fa certo onore al paese, ma insomma solo un pasticcio contabile, da risolvere appunto con un decreto. Se invece le risposte fossero diverse, come insistono alcuni giornali, allora sarebbero guai seri per il sistema delle regioni, di fatto, in buona parte in bancarotta, e per i conti pubblici nazionali. Sarebbe l’ora che i diretti interessati, governo e regioni, dicessero una parola chiara e definitiva su tutto questo....
                                                                                             https://www.youtube.com/watch?v=hMXLJUcmD3Q
                                                                                                        SCHEDA TECNICA RIASSUNTIVA
1)I viaggiatori sono diminuiti(vedi l'articolo di Antonio Galdo);
2)I contenziosi:sono 100 milioni già da pagare.Sono pronte altre richieste di risarcimenti da parte delle IMPRESE;
3)Il CONSORZIO ASCOSA è Pronto alla rescissione di tutti i CONTRATTI.I cantieri in queste condizioni rischiano di non ripartire mai;
4)I RICAVI SONO IN PICCHIATA.....
Ricavi da traffico 2014:59,0 milioni;
Ricavi da traffico 2013:59,8 milioni;
Ricavi per Contratti di Servizio:211,5 milioni per il 2014  ;
Ricavi per Contratti di Servizio:216,5 milioni per il 2013 ;
LUCI VOTIVE:4,2 milioni per il 2014;
LUCI VOTIVE 4,1 milioni per il 2013;
TOTALI RICAVI 254,5 milioni per il 2014;
TOTALI RICAVI 260,6 milioni per il 2013;      
5)UN PIANO INDUSTRIALE DEFICITARIO PER CARENZA DI NUMERI SULL'ORGANICO,DI OBIETTIVI E PROGRAMMI,E CON UN'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO LACUNOSA;
6)UNA SEPARAZIONE DEGLI IMPORTI DEI SERVIZI DA QUELLI DELL'INFRASTRUTTURA,PRODROMO DI UNA FUTURA SCISSIONE TRA SERVIZIO E INFRASTRUTTURA;
7)IL MANTRA OSSESSIVO DEI 15 MILIONI DI EURO DA RECUPERARE SENZA UNO STRACCIO DI PROPOSTA CHE AFFRONTI CON SERIETA' LE REALI ESIGENZE DEI SERVIZI,DEI REPARTI,E DELLA RETE FERROVIARIA;
Questi sono i fatti,ma i problemi restano con un debito da ripianare nei prossimi trent'anni....Non ci sono scorciatoie che tengano:ci tocca sempre metterci davanti al BLOG per vedere i nuovi episodi di questa sit-com......Quindi, tenetevi pronti,la saga verrà di volta in volta arricchita con nuovi numeri,vecchi diagrammi e indici e cifre che schizzeranno verso il basso...Una caduta libera,per un PROFONDO ROSSO......In attesa del salvatore della patria(modello Alitalia-Hitachi-Ferrovie dello Stato)
MORALE:Il presente?E' CONFUSO! Il futuro?Incerto,incertissimo,persino un pò fosco...E se il futuro non ci soddisfa più perchè lo vorremmo sempre più roseo,possiamo sempre rivolgersi a Padre Amorth per un esorcismo.....L'effetto scenico è sicuro,e per le masse:è psicologicamente molto rassicurante....  

Quel buontempone di Guglielmo,ex opinionista del BLOG,ci consiglia quanto segue.:.........


Provate a mettervi davanti al Blog,"per sfogliare" le notizie....Vi rilassate,ridete e vi alzate dopo un pò parzialmente soddisfatti....
Non ci vuole molto:
Prima mossa,ragionate con la vostra testa;seconda mossa,leggersi i titoloni e gli spot pubblicitari del Volturno e ricordatevi di quante volte si sono organizzate battute di caccia per snidare i portoghesi;Terza mossa,fate mente locale su chi partecipò alle battute di caccia;Quarta mossa,scorrete l'elenco di tutti quelli che frequentano la sala del TEA PARTY del meraviglioso mondo di Alice;Quinta mossa,confrontate i nominativi dei due elenchi,tra chi è partito,chi è arrivato e di chi è restato;Sesta mossa,selezionate per ordine d'importanza le frequenti missive del nuovo Pontefice e per accostamento comparatele con ciò che scriveva il Nellino;settima mossa,procurarsi la sceneggiatura di tutti gli episodi della prima serie;
I cortometraggi della prima serie,passarono anche da noi,nel famoso disinteresse generale....Episodi come:The show must go on();Nel favoloso mondo di Oz(il 8/22/2012 11:37:00 PM );oppure IL FATTORE C e L'ombrello di ALTAN( )sono da ritenersi degli autentici gioielli...Quasi da "Access Prime Time..".
Con i soldi guadagnati sullo share,e tagliando le retribuzioni e gli organici,si tolsero lo sfizio di girare quello splendido cortometraggio che prese il nome di:"THE FUSION"...()....
Sono belle le scene sulle moltitudini in cammino:una quantità di comparse coinvolte nel meraviglioso esodo,ed ogni volta in un set diverso;con il Nellino sempre pronto a suggerire una battuta presentabile racchiusa dentro ad un copione,indecente...Adesso c'è un Commissario suggeritore ed una " diva "in crisi spaziale di rappresentanza,nonostante il suo doppio incarico... La diva,oggi,opportunamente si è defilata e non appare sulle scene per quella che vale......
Nella prima serie ci sono tanti filmati da levarsi il cappello,divertendosi;è quasi una sit-com,con mezz'ora ad episodio.....:....In ogni episodio accorreva gente del tipo: l'Astragatto Astratto sempre sorridente con le fusa;il principino di Camelot in cerca di un tavolino da picnic,il cappellaio matto con le sue magie,il Virgilio guida dotta dell'Inferno vesuviano.....Ognuno nella parte di se stesso,ma nel senso di se stesso con tutti i difetti che lo show gli addebita...In ogni parte c'è un nodo centrale che tocca argomenti delicati,come: i livelli retributivi e le clausole di salvaguardia;altre volte,la caccia al portoghese nelle prime ore del mattino,una bigliettazione autonoma senza biglietti,un piano industriale senza organizzazione,una manutenzione straordinaria dei treni senza rotabili;una Sicurezza ferroviaria con il cadavere fresco sul tracciato...Recite surreali,ma interpretate in maniera forte e senza compiacimento...Una grandissima finzione declamata mentendo..... 
Siccome le scenette della prima stagione sono passate inosservate,quelle della seconda li si trova catalogati nell'archivio della paramount distribuescion.....E' d'uopo ricordare che qualche episodio urtò la suscettibilità Di Gennarino Parsifal e di Carletto mavalà,e pertanto il blog improvvisamente,come il sole nero dell'eclissi,si oscurò......
Il mio articolo sulla corazzata POTEMKIN fece scalpore()...Mi dovete credere:un polverone sui redditi pubblicati anche su altri giornali:false polemiche e farsesche discussioni...... 
Oggi sono Film CULT difficili da reperirei;lì si ritrova,solo al mercato nero ed al costo del vecchio premio di produzione mai incassato...Prenotarli è complicato e la signorina al banco dell'accettazione, alla richiesta del cliente,l'osserva come osserverebbe un marziano arrivato sulla terra dallo spazio...
                                                                        -Nun sapite niente?A Napule è sparito nu piroscafo cu tutto o' carico-
                                                                                      https://www.youtube.com/watch?v=m9Hrc5dE5J8
                                                                                             Eduardo De Filippo napoli milionaria - o' dottor
Dice il Gennaro di NAPOLI MILIONARIA:"Nun sapite niente?A Napule è sparito nu piroscafo cu tutto o' carico...."
-E nun è overo.Nun po' essere overo.Chi ce crede è in malafede.Ma scusate,comme sparisce nu piroscafo?Ch' è fatto nu portamonete?E pò pure si è overo,allora io pò dico n'ata cosa.Logicamente, si 'o fatto è overo,vuol dire ca stu mariuolo napulitano s'ha avuto pe' forza mettere d'accordo cu n'atu mariuolo,ca nun è napulitano..Si no comme spariva stu piroscafo?E camionne,si.Ma si è nu camionne,se dice ca ne sò sparite ciento....Nè ma comme cazz ha fatto a sparì nu piroscafo???? -(Da Napoli Milionaria)
Ora capirete che questo moto di sorpresa,è ricco di suggestioni ed è,come si addice alla città dell'astuzia,dell'arrangiamento,del menefreghismo e del divertimento,quella di Napoli,che è ancora la Napoli milionaria di Eduardo De Filippo....
Lì c'era la moglie Amalia che faceva affari loschi con Enrico settebellezze alle spalle del marito Gennaro,il quale in realtà sapeva tutto ma fingeva di non sapere niente....
Rivista ai nostri giorni,potremmo dire:"E' scumpars nu piroscafo caric e soldi,e mò,ci sono rimasti na barca che va in malora e solo i debiti...".....
Tutti quelli che dovevano vedere hanno visto,ma se interrogati fingono di non sapere niente.....E se accusati di peculato,tutt'al più diranno,che non c'erano....E se c'erano diranno:"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere...."
Una chiamata di correità?Può darsi!
E allora: perchè non chiedere agli altri????
P.S:Il Dissesto ed il DEFICIT sul bilancio,indice del nostro fallimento,era ed è la nostra linea di confine;la nostra linea Maginot.Toccava al Governo decidere se accettare il Piano Voci,"pompando liquidi",oppure togliere l'ultimo ossigeno per impartire l'estrema unzione.Il Governo aveva promesso un Decreto di moratoria e fondi per Voci....Ieri,il Governatore De Luca ha comunicato al proprio gruppo parlamentare:la necessità di una norma per avviare la gestione separata della holding trasporti EAV con una proroga di due anni per tutelare i debiti dall'assalto dei creditori sul modello di quanto già fatto per la società trasporti di Torino....Inoltre ha revocato le gare per l'affidamento dei servizi di T.P.L,su ferro e su gomma,indette dalla vecchia giunta e sospese dal T.A.R...
Con la delibera di giunta-è spiegato in un comunicato della REGIONE-si pone rimedio alle azioni della precedente Amministrazione....
Insomma,e L'EAV???Altro che Madame Deficit!
Chiamarono Maria Antonietta di Francia:Madame Deficit....I costi della CORTE rappresentarono il 7 per cento del BUDGET del REGNO IN DISSESTO.....
Tirate voi le conclusioni......


       

La penna nera...................................(Alias il postino)

3 commenti:

  1. http://www.corriere.it/spettacoli/15_novembre_27/eduardo-luca-de-filippo-padre-un-figlio-insieme-scena-6154c892-9531-11e5-b54c-257f4e9e995d.shtml



    "Eduardo era un padre amorevole ma un capocomico rigido ed esigente", ricorda Giulio Baffi, storico del teatro, collaboratore di Eduardo e amico di Luca.
    "E posso assicurarvi che non ha mai goduto di un trattamento preferenziale. In scena come durante le prove era trattato esattamente come tutti gli altri attori della compagnia. Cioè con un rigore spietato".
    Luca De Filippo appare per la prima volta sulla scena di un teatro in braccio al padre Eduardo, nel 1955, a soli sette anni. La compagnia che ormai si era imposta coma la prima e la più seguita in Italia, da poco meno di un anno aveva una sua -casa stabile-, il San Ferdinando, acquistato e ristrutturato dallo stesso De Filippo. Ma quella sera si recita a Milano, sul palco dell’Odeon. Eduardo è sulla ribalta, con le mani nelle mani, inusualmente emozionato: "Questa commedia è stata la pedana di lancio di tutti gli attori teatrali",e spiega che il ruolo di Peppeniello, il figlio piccolo di Felice, veniva tradizionalmente affidato ai figli d’arte: "Questa commedia fu scritta da Eduardo Scarpetta per il suo secondo figlio, Vincenzo, che aveva sette anni. Io ho fatto Peppeniello, e ho avuto l’onore di recitare con Eduardo Scarpetta",che era suo padre."E tutti gli attori della mia compagnia hanno fatto Peppeniello".
    Quindi si apre il sipario ed entra Luca: "Vorrei che questa stessa fortuna l’avesse mio figlio, che io adesso vi presento".

    I primi anni di Luca De Filippo attore sono stata una catena di successi nella compagnia del padre,ma è stata forse la versione televisiva di "Natale in casa Cupiello" del 1977,e la sua magistrale interpretazione del riottoso e indisponente Tommasino Cupiello, a farlo conoscere e amare dal grande pubblico.

    "Tommasì te piace ‘o’ presepe?". Chiede in scena Eduardo.

    E Luca-Tommasino, senza dare speranze al genitore, taglia corto: "A me non piace".
    Sebbene sia stata scritta nel 1931, sedici anni prima della sua nascita, quel personaggio sembra ritagliato su Luca De Filippo, o sull’idea-timore che ogni padre cova a proposito di un figlio.
    Il terrore che possa rinnegare tutto ciò che egli stesso rappresenta, gli insegnamenti, le tradizioni, i retaggi di un capo famiglia.

    Quando Eduardo ha smesso di fare l’attore, ha cominciato a fare il regista per il figlio Luca.
    "E questa è stata la più importante dichiarazione di stima che un padre di quello spessore poteva fare per un figlio che aveva ripercorso le sue stesse orme", conclude Baffi. Una testimonianza che forse va addirittura oltre quanto, l’ormai anziano Eduardo, dichiarò sul palco del teatro di Taormina poche settimane prima di morire: "Fare l’attore ti impone tante rinunce, i figli crescono e non te ne accorgi. Meno male che mio figlio è cresciuto bene. Senza di lui me ne sarei andato all’altro mondo tanti anni fa. È venuto dalla gavetta, dal niente, dal gelo delle mie abitudini teatrali (...) perché così si fa il teatro, nel gelo".

    https://www.youtube.com/watch?v=zFhPJ2INOmM

    https://www.youtube.com/watch?v=fuyni7ybKx0


    Oggi NAPOLI piange per la scomparsa dell’ultimo grande erede, della tradizione teatrale napoletana...
    E la famiglia De Filippo ha avuto questo primato indiscusso:ha esemplificato per generazioni l’arte della commedia rendendola popolare......

    Il sipario della vita si è velocemente chiuso per Luca De Filippo. Artista, prima che figlio di Eduardo, attore, regista, interprete ed erede di quella scuola di pensiero nella tradizione teatrale, e nella cultura napoletana...

    Luca De Filippo è morto all’età di 67 anni abbandonando il palcoscenico prima dell’ultimo atto, prima del congedo dal pubblico, prima degli applausi consueti...

    Le malattie rapiscono bendate, mietono lacrime e silenzi, trascinano lontano da qui gli affetti più cari.

    Addio Tommasino: che la terra ti sia lieve...

    CHAPEAU!!!!!

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  2. (Da Repubblica)

    E' stato firmato, dopo 7 anni di trattative, il contratto collettivo nazionale del Trasporto pubblico locale. Lo fa sapere la Fit-Cisl:"Dopo sette anni finalmente chiudiamo la vicenda del C.C.N.L, ma la chiudiamo portando a casa: il recupero salariale, in un settore 'pubblico', un welfare contrattuale di qualità,con la previdenza contrattuale a carico delle sole aziende e la previsione dell'assistenza sanitaria integrativa, la piena entrata in funzione del fondo bilaterale di solidarietà, il miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. A ciò si aggiungono garanzie sulle clausole sociali a maggior tutela dei lavoratori e moltissimi passaggi positivi che chiudono una vicenda rimasta aperta troppi anni.Ora si ritorna ad una situazione normale con una prospettiva positiva in un settore che soffre da troppi anni della mancanza di investimenti e di considerazione strategica da parte dei Governi..Le cifre economiche di 100 euro di aumento medio delle retribuzioni, unitamente alla tranche finale di 600 euro dell'una tantum, che si aggiunge ai 700 euro già erogate nel 2013 (e ai 60 euro di aumento del 2008) e, soprattutto, la conquista di 100 euro messe a sostegno di previdenza integrativa e assistenza sanitaria, fanno sì che questa firma sia da salutare con soddisfazione".

    "A sette anni dalla scadenza, i lavoratori del Trasporto Pubblico Locale hanno finalmente ottenuto il rinnovo del contratto di lavoro che avrà decorrenza dall'1/1/2015 e coinvolge circa 110.000 addetti :abbiamo raggiunto un obiettivo, che segna, soprattutto in sede normativa, un accrescimento delle tutele in un periodo nel quale vengono pesantemente insidiate e introduce elementi innovativi di welfare contrattuale". E' quanto ha affermato il segretario generale della Uil-trasporti Claudio Tarlazzi che ha sottolineato come la nuova normativa prevede "l'iscrizione automatica di tutti i lavoratori del settore alla previdenza complementare con contributo a carico dei soli datori di lavoro e introdotto lo strumento dell'assistenza sanitaria integrativa".

    "Con questo accordo le parti sociali del settore hanno dimostrato di avere senso di responsabilità e le aziende di avere la capacità di essere vere imprese". Questo il commento di ASSTRA e ANAV, le associazioni imprenditoriali del trasporto pubblico locale che stanotte hanno sottoscritto con i rappresentanti sindacali di FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL e UGL FNA l'accordo che rinnova il contratto nazionale della categoria per il periodo 2015-2017. La vertenza, si è conclusa dopo un confronto serrato ed una non stop di due giorni quando finalmente "è stato trovato l'equilibrio necessario tra le difficoltà del settore e le legittime aspettative dei lavoratori". Nel far presente che l'accordo sarà sottoposto nei prossimi giorni al vaglio delle imprese e dei lavoratori, la nota sottolinea che quello di stanotte "è il primo contratto autoferrotranvieri sottoscritto senza interventi esterni delle istituzioni a copertura dei costi".

    "Ora si apra col Governo e le Istituzioni una fase nuova che metta al centro il trasporto pubblico come scelta strategica del paese, per costruire un sistema di mobilità efficiente che abbia al centro il cittadino/cliente.Da parte nostra, abbiamo dimostrato di essere pronti. Ci impegniamo inoltre a rivedere in futuro il modello contrattuale nel segno della flessibilità e dell'innovazione, articolandolo tra livello nazionale ed aziendale, dove una parte del salario sia collegata alla produttività'". L'Accordo,prevede una "una tantum" di 600 euro per il periodo gennaio 2012- ottobre 2015, pagabile in due tranche. (a gennaio e aprile 2016). L'aumento in busta paga è di 100 euro al parametro 175, di cui 35 euro erogati alla firma , 35 euro a luglio 2016, l'ultima tranche di 30 euro ad ottobre 2017.

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  3. buonasera
      Sto spesa il più da coloro che pretendono di finanziatori
    escros sono tutto quello che hanno preparato la ricerca è stato 2 anni ho
    sono fatto truffati da gens.Moi ho visitato un prestito annuncio sito
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    mattina seguente ho ricevuto i soldi senza protocole.Besoin credito
    personale, la vostra banca non prestare si dà, si è sotto permanente
    altri stanno parlando di lui e spremere soddisfatti, ma attenzione a voi
    che non piace rimborso
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