E' GIUNTA MEZZANOTTE......
L'UOMO IN FRACK......
"-E' giunta mezzanotte si spengono i rumori si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè le strade son deserte,deserte e silenziose un'ultima carrozza cigolando se ne va...-"
Ho preso spunto dai primi versi della ballata musicale scritta,e interpretata da DOMENICO MODUGNO per discutere del nostro declino non solo economico e industriale,ma anche sociale e politico...Un declino che sembra inarrestabile....
L'uomo in frac,il testo di MISTER VOLARE, fu un successo clamoroso non soltanto in Italia, ma anche in Giappone, in Sud America, in Spagna, in Grecia e soprattutto in Francia, dove valse al cantautore italiano la consacrazione all' Olympia. .....Scritta e incisa nel 1955,Modugno nel suo racconto postumo,dichiarò di essersi ispirato alla triste storia del principe Raimondo Lanza di Trabia.....Ai più oggi questo nome non dirà niente,ma per gli usi e i costumi dell'italietta di allora, il principe rappresentava la classe sociale apparentemente più appariscente,dietro alla quale imperversavano la razza sociale dominante-predona e padrona....Il 1955 è l'anno della catena di montaggio che trasforma gli uomini tutti di CHARLOT di TEMPI MODERNI:in termiti al lavoro...Lottano i Sindacati ma ottengono poco e qualcuno ci rimette anche la pelle....I poteri forti stroncano sul nascere ogni iniziativa....
Modugno raccontò quell'epoca,descrivendo le ultime ore di un personaggio un pò dandy....Un personaggio misterioso,incerto nelle forme tra la luce mondana dei cinegiornali LUCE e le prime ombre che scendevano su quel mondo falso ma dorato ....
Dopo l'attacco sfolgorante dell'inizio,l'autore si sofferma sulla descrizione della scena....Un uomo solo che passeggia in una città che dorme....
" Il fiume scorre lento,frusciando sotto i ponti....La luna splende in cielo,dorme tutta la città....Ha un cilindro per cappello/ due diamanti per gemelli/ un bastone di cristallo/ la gardenia nell'occhiello.....".
MODUGNO,attraverso la forma insolita di una ballata struggente fotografa splendidamente quell'Italia degli anni 50 in un affresco da "Belle Epoque"...
"S' avvicina lentamente / con incedere elegante/ ha l' aspetto trasognato/ malinconico ed assente/ Non si sa da dove vien/ né dove va ....".
La descrizione di quel mondo è decisamente fuori scala:un mondo che viene raccontato mentre volge lo sguardo verso il suo tramonto....."...
"Bon nuit, bon nuit,...Bon nuit, bon nuit,...Buona notte,....Va dicendo ad ogni cosa....Ai fanali illuminati,ad un gatto innamorato....che randagio se ne va..."
(Di lì a poco l'italia uscita dalla guerra,avrebbe affrontato prima la ricostruzione e poi il boom economico con le successive lotte sociali operaie del 1968....Cambieranno in quegli anni:i costumi,la politica,la legislazione del lavoro,l'informazione... Verranno introdotti quei diritti che adesso si vogliono cancellare....)
....Nel buio sembra di udire il tonfo, il tuffo, il muto salto suicida che sarà scoperto solo all'alba ...
"Sul fiume silenzioso/ e nella luce bianca/ galleggiando se ne van/ un cilindro, un fiore, un frac....".
Sulla prima incisione si accanì il maglio della censura(sempre presente in ITALIA)...La Santa Inquisizione democristiana aborriva ogni accenno ai rapporti fisici, e il verso «un attimo d' amore che mai più ritornerà» diventò un più casto «abito da sposa primo ed ultimo suo amor».
Il cantautore, raccontò quel misterioso personaggio così:..--era un uomo di fascino assoluto che nella vita aveva avuto tutto, anche l' amore di una delle donne più belle ed eleganti dell' epoca---......
Aggiunse:"Non riuscivo a capire perché quel nobile avesse scelto di uccidersi così, senza una spiegazione. Lo interpretai come il segno struggente della fine di un' epoca»"
A leggere queste poche righe,quello che colpisce di più nel suo racconto è la sua simbologia espressiva :" il segno struggente della fine di un'epoca..."
"Adieu adieu adieu adieu.....Addio al mondo...Ai ricordi del passato ad un sogno mai sognato che mai più ritornerà....."...
Ebbene,la ballata struggente del nostro straordinario Chansonnier,mi è balzata in mente per descrivere la fine di un'epoca:la nostra! .........Inguaiati dai debiti(i derivati)siamo precipitati nell'ottavo anno di RECESSIONE......E' il fallimento di ITALIA s.p.a,suicidata dalla propria classe dirigente....A questo punto diventa un'esercizio inutile scatenare la caccia ai colpevoli...Lo sono tutti:governi e ministri;forze politiche e banchieri;imprenditori e amministratori....
Il copione che va in onda da anni,è sempre lo stesso.....Da quando è iniziata la crisi dei debiti sovrani,la Germania impone l'agenda e fa il gendarme;gli altri STATI ricattati dal DEBITO si adeguano.......
Gli stati egemoni:impongono l'agenda,minacciano,alzano il tono della voce,impartiscono lezioni sull'austerità e sul rapporto PIL/debito.....Siamo un paese senza sovranità ed il nostro declino è misurabile con i numeri....Primi per distribuire privilegi alle corporazioni e alle caste,primi per evasione fiscale,per corruzione e favoritismi;in fondo alla classifica per l'innovazione,per le tecnologie,per le infrastrutture,per il trasporto,per la redistribuzione dei redditi,per il merito.....
(Marzo 2015)
NEIN,NEIN,e poi ancora NEIN.......
"Non escludiamo l'ipotesi di staccare la spina dei finanziamenti al GOVERNO GRECO...Siamo estremamente dispiaciuti per i GRECI che hanno eletto un GOVERNO irresponsabile.."...
Da Berlino.......Firmato: SCHAEUBLE.....
SORELLA POVERTÀ':....COSI' SI MUORE IN GRECIA.....
Il tracollo era cominciato poco prima della crisi: la clientela del piccolo negozio di tabacchi e giornali, peraltro in una buona posizione, si riduceva progressivamente. Un cambio di attività si imponeva. Investimento sbagliato, pessimo il calcolo,conseguenzialmente il negozio che sostituì il tabacchino non funzionò mai. Si ritrovarono perciò senza lavoro e senza risorse: lui, sulla cinquantina, vecchio anarchico da salotto, lei, anche sulla cinquantina, nata nella bambagia, come si suole dire in Grecia per parlare di coloro la cui infanzia e adolescenza si sono svolte nell'ambiente dolce di una famiglia della piccola borghesia.
Lei è una mia amica. Ci eravamo persi di vista ed ecco che le nostre strade si rincontrano di nuovo. Ora però non c’è spazio per le smancerie. Il negozio è chiuso, gli amici non hanno più di che vivere, e benché la mia situazione non sia proprio florida gli porto sempre qualcosa quando vado a trovarli nell'appartamento che hanno preso in affitto, perché il loro è stato pignorato dalla banca.
Iniziano a vendere tutto quello che hanno, benché non sia molto: c’è sempre gente che approfitta delle disgrazie altrui, ma è quello che vi da un tozzo di pane quando non avete nulla da mangiare. Ovviamente la situazione peggiorò.
Lui ha sempre avuto un pessimo carattere… Lei, permalosa… Si esaspera, divorzia nella sua testa, poi lo perdona…
Tornano nell'appartamento pignorato (la banca non sembrò spendersi troppo per recuperarlo). In un amen non c’è più elettricità: la compagnia si è ripresa il contatore, ci vorrebbero attorno ai 600 euro per rimettere la corrente nell'appartamento: impossibile. Ne vengono fuori grazie a una lampada portatile che il vicino gli affitta a 20 euro al mese. Tre prese: una per la radio, una per la lampada da campo, e una perché «non si sa mai». Più avanti, non ci sarà più neanche quella lampada.
Tornano nell'appartamento pignorato (la banca non sembrò spendersi troppo per recuperarlo). In un amen non c’è più elettricità: la compagnia si è ripresa il contatore, ci vorrebbero attorno ai 600 euro per rimettere la corrente nell'appartamento: impossibile. Ne vengono fuori grazie a una lampada portatile che il vicino gli affitta a 20 euro al mese. Tre prese: una per la radio, una per la lampada da campo, e una perché «non si sa mai». Più avanti, non ci sarà più neanche quella lampada.
Lui se ne va, non da più notizie, riappare bruscamente, regna l’incomprensione totale, nessuna pietà l’uno per l’altra: vivere in queste condizioni cambia tutto, compresa l’umanità…
Vanno avanti così per due anni. Lei perde poco a poco i denti – non ha modo di pagarsi un dentista e la gengivite le distrugge la bocca, fa male, ha dolori ovunque, per ragioni diverse, senza contare la menopausa che le mette i nervi a fior di pelle.
L’altro ieri lui s’è n’è tornato, tutto dolce come un cane che l’ha fatta grossa e ne è consapevole. Non si sa dov'era, né con chi, né come viveva. Tanto peggio… Il giorno dopo si sente male, un dolore al petto, un altro alla schiena, la nausea e il vomito.
«Mi sarò preso un virus intestinale, non è niente».
«Bisognerebbe andare all'ospedale, vai avanti da troppe ore,sei disidratato!».
«E dove vuoi che vada in questo stato?!».
Le dice di andare a dormire: sono più di 24 ore che si occupa di lui, lei è stanchissima. Va a dormire, al buio. Sprofonda in un sonno scuro. È il silenzio che la sveglia, due ore dopo. Un silenzio pesante. Va nell'altra stanza: lui è lì, ma è tutto buio e lei non vede nulla. Soprattutto non sente nulla: non c’è più quel leggero respiro. Accende una candela. Lui è sdraiato sul letto, la bocca aperta, le mani strette al petto, gli occhi aperti e vuoti…
È morto, così, come un cane, a 57 anni. E nessuna ditta di pompe funebri se ne prenderà carico se non si pagano 1200 euro sull'unghia. Vien da ridere… Perfino gli agenti di polizia sono indignati, e gli ospedali si rifiutano di venire a prendere il corpo (non si fa uscire un’ambulanza per un morto, ormai si fa molto raramente negli ultimi tempi).
Fortunatamente ci sono ancora esseri umani: un ex datore di lavoro (imprenditore delle pompe funebri) si fa carico di tutto, compresa l’autopsia che fa fare (e paga) nel caso in cui non ci fosse un medico di famiglia per fare il certificato di decesso.
Dopo l’autopsia è subito sepolto, senza messa, senza prete. In ogni caso, non li poteva vedere. Lei non è andata al funerale: non ne aveva il coraggio, e in ogni caso non aveva più senso.
Le ho preparato una cioccolata calda. Le ho raccontato stupidaggini per farla ridere. È una mia amica d’infanzia, ma è vecchia… nell'anima.
Ecco cos'è morire in Grecia, nel 2015. Sentirsi morire. Sapere che si sta morendo ma non sentirsi in diritto di andare all'ospedale. Spegnersi in un appartamento senza elettricità, senza neanche un lenzuolo per coprire il corpo. Se ne è andato con l'unica cosa che aveva:la sua trapunta.
PaNagiotis Grigoriou
Link:
5.03.2015
Fonte: Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura d MARTINO LAURENTI
GRECIA:LA POSTA IN GIOCO NON E' SOLO IL DEBITO.....(di GUIDO VIALE....IL MANIFESTO)
I termini dello scontro tra il Governo greco e l’Unione Europea si sono delineati con chiarezza. Non è solo uno scontro tra dottrine e politiche economiche diverse: una favorevole alla spesa pubblica, l’altra attaccata all’austerity. E meno che mai un confronto tra euro sì ed euro no.
Non è nemmeno,un confronto tra una politica che mette al centro le persone e una politica incentrata sul denaro. In gioco c’è l’accettazione o il rifiuto del dominio incontrastato di chi ha il denaro su chi denaro non ne ha: quel dominio che Marx chiama Capitale, ben sapendo che esso è un rapporto sociale, le cui poste sono la ripartizione del reddito tra salari e profitti;tra i modi e tempi del lavoro;l'accesso ai servizi sociali;l'appropriazione di tutto l’esistente: risorse naturali, vita associata, servizi pubblici, sapere, genoma, salute.
Il problema non è se la Grecia restituirà o no il debito che i suoi governanti hanno contratto per suo conto, come cercano di farci credere gli apologeti della finanza, spiegandoci che a pagare per i Greci rischiamo di essere noi. È chiaro che quel debito «i Greci» non lo pagheranno mai: non hanno il denaro per farlo ora; non lo avranno nemmeno in futuro....Lo sanno tutti. Ma a chi tiene i cordoni della borsa questo non interessa: basta che quel debito sia registrato nelle scritture contabili e che tutti — creditori e debitori – si inchinino di fronte al suo potere. Perché è con quelle scritture contabili che gli «gnomi» della finanza possono mandare in rovina, in 24 ore, un intero popolo per diverse generazioni. Se e finché quel potere verrà loro riconosciuto. Ma disconoscerlo non è facile. E mette paura. Soprattutto se a disconoscerlo si rimane da soli.
Anche il confine tra creditori e debitori, peraltro, è tutt’altro che netto. Prendete l’Italia. Ufficialmente è creditrice della Grecia per 40 miliardi, prestati attraverso il, Bce, Fmi e Fondo salva-stati. Peccato che per prestare quel denaro alla Grecia con il Fondo salva-stati, il nostro paese si sia indebitato di altrettanti miliardi, andati ad aggiungersi alla montagna del suo debito pubblico: tanto grande da metterla a rischio di fare la stessa fine della Grecia. Ma è così per tutti: il debito è come una serie di scatole cinesi, una dentro l’altra, di cui, soprattutto in Europa — dove non esiste più una Banca centrale «prestatore di ultima istanza» — non si intravede la fine.
(Chi detiene il debito dell’Italia? )
Banche, assicurazioni e fondi speculativi (più qualche piccolo risparmiatore). Ma banche e speculatori hanno acquistato quel debito facendo altri debiti.
E questi chi li detiene?
Altre banche, altri fondi, altri speculatori. E così di seguito, fino a che non si incappa in un pugno di riccastri (l’1 per cento – o forse per mille — della popolazione mondiale) che non sarebbero mai diventati tali senza essere ben inseriti in questo marchingegno; e in un esercito di polli pronti per essere spennati. Che, per svolgere normali attività di compravendita, o per garantirsi cure mediche, vecchiaia e istruzione, hanno affidato i loro risparmi a quegli operatori. I quali, grazie alla mancanza di controlli,riescono a moltiplicare quel denaro a loro esclusivo vantaggio. Sono loro, ora, i «prestatori di ultima istanza»: quelli che hanno il coltello dalla parte del manico. Ma è un sistema tanto più fragile quanto più è macchinoso. Un granello di sabbia potrebbe farlo cadere rovinosamente, come sette anni fa con il fallimento Lehman Brothers. Ma cadere da che parte? Verso un regime ancora più autoritario, o verso una società che impara a governarsi da sola?
Messa in questi termini, si capisce la durezza di governi e autorità europee contro il programma di Syriza. In gioco c’è proprio quel marchingegno, da cui dipende il destino dell’Europa così come è ora; e forse anche gran parte dei rapporti tra le classi sociali e tra la società e l’ambiente in tutto il mondo. Se il governo Greco riuscirà a «spuntarla» è perché mandarlo in malora rischia di far crollare il castello su cui è costruito il potere di tanti governi fattisi tramite degli interessi dell’alta finanza. E rischia di innescare un «effetto domino» capace di risucchiare dentro un grande buco nero tutti i paesi più fragili dell’Unione europea, per arrivare poi a coinvolgere, uno dietro l’altro anche quelli più solidi. Ma se il Governo greco la spunterà, sarà anche e soprattutto per l’appoggio che riceverà da una mobilitazione che può e deve coinvolgere l’Europa intera.
Non sarebbe una vittoria da poco; sarebbe la dimostrazione pratica che l’autorganizzazione di base e il mutuo sostegno pagano: che le farmacie e gli ambulatori aperti dal volontariato, le mense popolari, le cooperative e i farmers market, la televisione di Stato che ha continuato a trasmettere su basi volontarie dopo la sua chiusura, le fabbriche autogestite, le monete alternative locali, e tutte quelle iniziative appoggiando e promuovendo le quali Syriza è diventata maggioranza possono essere l’inizio di una riorganizzazione dei rapporti sociali: un’organizzazione incentrata non più sul potere del denaro, ma sui bisogni delle persone.
Questa è la vera posta in gioco dello scontro in atto. Le autorità europee non escludono certo nuove forme di «aiuto» finanziario per le casse esauste del governo e delle banche greche; a condizione, però, che venga rinnegato quel sostegno a una popolazione esausta, a un’occupazione ridotta ai minimi termini, ai bisogni più elementari della gente; cioè al programma che l’elettorato ha votato per far valere la propria dignità.
Concedere qualcosa in termini finanziari a un governo in crisi non costa molto: è solo un trasferimento di qualche posta da un capitolo all’altro dei bilanci delle parti in causa. Ma concedere qualcosa oggi alla Grecia che si è ribellata al giogo della finanza costerebbe molto: sarebbe il segno che, se si vogliono ricostituire le basi di una convivenza civile, si può e si deve fare a meno di «loro anche in ogni altro paese. Le premesse ci sono tutte e in Spagna con Podemos, o in Croazia con «Barriera umana», già si intravvedono forze che, ciascuna a modo suo, si sono messe sulla strada che ha portato Syriza al governo.
CONSIDERAZIONI FINALI
Fin qui,il racconto del mio " amico greco" e di Guido Viale(Il MANIFESTO)....Nel frattempo si continua a morire per povertà....Anche la MORTE in certi posti del mondo è diventata la rappresentazione plastica di cosa vuol dire:CLASSE SOCIALE...Se per un RICCO morire significa:perdere il piacere della VITA;per un POVERO significa perdere LA PENA della VITA....E la pena della vita la si vive con un'assistenza medica negata;con le cure ospedaliere inesistenti;con la perdita del lavoro e l'assenza dei salari;con la carenza nutritiva(gli alimenti costano)...
Ad Atene viene chiesto di ridurre:il salario minimo;il numero di impiegati nel settore pubblico;di abrogare i contratti collettivi nazionali di lavoro;di privatizzare le infrastrutture energetiche;di privatizzare I SERVIZI DI TRASPORTO PUBBLICO E DEL PORTO.....Infine, secondo il documento partorito dalla TROIKA , si devono prendere misure per fare in modo che i prezzi dell'elettricità per privati e piccole imprese siano adattati ai prezzi di mercato. ....
Provocatoriamente potrei dire,che nel memorandum manca solo la rinuncia alla chiesa ortodossa e l'introduzione del tedesco come prima lingua a scuola....
E da noi?
Da noi non è che le cose vanno meglio....L'ultimo rapporto Svimez dipinge un SUD a rischio desertificazione umana e industriale....Dove si continua ad emigrare e a non fare figli....Un SUD dove la popolazione continua a impoverirsi con un aumento del 40% delle famiglie povere,perchè manca il lavoro... Il rapporto denuncia che gli investimenti produttivi nel sud sono crollati del 53% e il dato va letto insieme alla desertificazione umana. Chi mai investirebbe nel sud se la manodopera giovanile emigra?
Non c’entrano dunque nulla i diritti dei lavoratori: occorrerebbe definire politiche industriali sostenute da risorse pubbliche per realizzare infrastrutture e servizi alle imprese. Ma di questo il governo non parla.Preferisce svendere patrimoni pubblici:Quote di E.N.I;ENEL;Ferrovie;ANSALDO BREDA e ANSALDO S.T.S;Acqua e servizi ferroviari...Si accanisce,insomma,a demolire COSTITUZIONE e STATUTO DEI LAVORATORI.....
ULTIM'ORA
Dal SOLE 24 ORE:il nuovo articolo 117 si caratterizza per l'eliminazione della legislazione concorrente con riattribuzione alla competenza legislativa esclusiva dello Stato di diverse materie quali quelle relative alla regolamentazione del procedimento amministrativo;della disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle Pubbliche amministrazioni;della previdenza complementare ed integrativa;del commercio con l'estero;della valorizzazione (oltreché tutela) dei beni culturali e paesaggistici;dell'ordinamento delle professioni e della comunicazione;della produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell'energia;delle infrastrutture strategiche e grandi reti di TRASPORTO e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza; dei porti ed aeroporti di interesse nazionale ed internazionale.
A tal proposito,il dirigente generale Lorenzo Codogno,a capo della direzione I analisi economica-finanziaria del Dipartimento del Tesoro,del Ministero dell'economia e delle finanze,intervistato sulla vendita di partecipazione ENI,FINMECCANICA,ENEL in tempi non sospetti,dichiarò:
"--Il problema è che se vendi non prendi tantissimo....Ho fatto un calcolo:sono 12 miliardi,non è una gran cifra,meno di un punto P.I.L.,...La vera risorsa da cui attingere sono le utilities a livello locale.(Le partecipate).....Lì sono veramente tanti,tanti miliardi,il problema è che non sono nostri,dello Stato,ma sono dei Comuni,e delle REGIONI.....E quindi bisogna cambiare IL TITOLO V° della COSTITUZIONE.Ed espropriare sia i Comuni che le Regioni....--"
Il deputato Simonetta Rubinato del P.D. ha depositato un'interrogazione alla Camera chiedendo spiegazioni al Primo Ministro.....A quanto risulta sinora nessuno ha risposto...
L'IPERBOLE......del POSTINO DI BASKERVILLE
Chi è l'ispiratore dei tanti terremoti sociali che hanno sconvolto nazioni e banche? Chi ha fatto crollare "dinastie finanziarie" e che tutt'ora fa inorridire Fondo Monetario Internazionale,B.C.E e ciarlatani matricolati???E' sempre lui:IL DEBITO SOVRANO!
Gli esperti del ramo,(mentendo)sono convinti che chiunque può pagare qualsiasi debito....Sono convinti che dipende solo dal tempo...
Ma chi è più ottimista sussurra che può bastare anche una guerra...
L'ideale per molti sarebbe essere venduti come schiavi allo straniero,almeno finirebbe la precarietà ed in quanto schiavi,lavorerebbe anche di più...
I LEHMANN BROTHERS(specialisti in materia)l'avevano capito subito che il DEBITO è un servizio sociale che deve essere lasciato agli altri....Con i debiti standard;con i debiti di lusso,oppure con i debiti "derivati"da regalare ai polli......
(Famoso fu quello escogitato da Super-Mario ...Mentre la Fornero piangendo-piangendo allungava l'età per la pensione fottendo il lavoratore, l'uomo con il loden senza tradire emozioni,nel Gennaio del 2012 pagava la Morgan Stanley 2,5 miliardi di euro,chiudendo in anticipo un contratto derivato sottoscritto con il ministero dell'economia che versò la cifra senza consultare L'avvocatura generale dello STATO.....)
SuperMario,in tono profetico,ammonì:saranno bruciate tre/quattro generazioni....Però con il tipo di DEBITO che è stato assegnato a noi è vero che si paga di più,ma vuoi mettere l'emozione del cash-subito,pagare immediatamente denaro contante alla MORGAN STANLEY???
Molti neonati(informati dalla SVIMEZ),quanto sanno che appena sbucati fuori dall'utero materno hanno già un DEBITO di 125000 euro,tornano indietro e escono in un altro paese da un'altra madre....(Bisbigliano:E che c'ho scritto GIOCONDO in fronte?)
Mò riflettendo e osservando il deprimente spettacolo del belpaese,vi chiedo:MA E' IL DEBITO che fa l'uomo LADRO?????Ma se la refurtiva è scomparsa e sono rimasti solo i debiti con i polli,c'è qualcuno che sappia dire,dove cazzo si sono nascosti I LADRI????
Svegliatevi italiani brava gentequa la truffa è grossa e congegnatalavoro intermittentesolo un'emittentepure l'aria pura va pagataIn giro giran tutti allegramentecon la camicia nuova strafirmatanessuno che ti senteparli inutilmentepensan tutti alla prossima rataSoldi pesanti d'oro colatoquesto paese s'è indebitatosoldi di piombo soldi d'argentosono rimasti sul pavimentoe la poesia cosa leggerapersa nel vento s'è fatta preghieraSI SPRECA LA LUCE SI PASSA LA CERASOPRA IL SILENZIO DI QUESTA GALERAIL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE
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Tutto il potere al popolo greco. Il paradosso della Merkel...
RispondiEliminaBia Sarasini giornalista L'HUFFINGTON POST
A questo punto tutto è nelle mani del popolo greco. Cioè della democrazia e della politica. La mossa del cavallo di Alexis Tsipras e del governo greco ha scompaginato tutto. A dargli una mano, per paradosso, Angela Merkel, che si conferma la domina dell'Europa. Con il suo no preventivo, prima del referendum nessuna novità come ha ribadito oggi, ha consegnato il futuro dell'Europa al voto di domenica. Saranno i Greci a decidere. Non solo del loro futuro, ma del futuro dell'Europa.
Finalmente si vede con chiarezza cosa è realmente l'Unione europea. Un organismo non democratico, in cui maggioranze senza controlli e contrappesi, con un Parlamento europeo che non ha nessun reale potere, fanno politica. Non si tratta solo di burocrazie, tecnocrazie. Ma di strategie politche, gestite da alcuni stati contro alcuni altri, scelte che determinano il destino di tutti. E questo mentre l'Ue a livello formale - e la democrazia è forma, procedure - non ha nessuna unità politica, solo monetaria.
Per questo non è sull'euro e sulla dracma, con buona pace delle battute da bar di Renzi che a volte dovrebbe ricordarsi di essere il premier di un paese democratico, che voteranno i Greci il 5 luglio. Per questo il voto interessa a tutti, non è questione da addetti ai lavori. Non riguarda solo i governi che tremano all'idea che si possa mettere in discussione l'austerity che hanno fatto trangugiare ai propri cittadini senza risultati apprezzabili, la ripresa è ben lontana dalla scena europea. Sono così spaventati, i governanti europei e tutti gli organismi non democratici con cui collaborano, da Fmi a Bce, che neanche le pressanti sollecitazioni che provengono dagli Stati Uniti e dalla Cina riescono a smuoverli. A prendere una decisione se non coraggiosa, almeno lungimirante.
Con la politica al centro, l'Ue fa campagna elettorale. Sostiene spudoratamente il sì, viene meno a quel fair-play europeo che per lungo tempo ha fatto sì che tutti pensassimo che l'Ue serviva solo a decidere che il formaggio non si fa col latte fresco. È perché scommette sul sì, sull'accettazione delle proposte della Troika da parte del popolo greco, che la Merkel ha rinviato tutto. Eppure, perfino se vincesse il sì, è difficile immaginare che tutto torni come prima. Tutti capiscono che si tratta di una "lezione", lunedì i mercati hanno bruciato 300 miliardi, poco meno dell'intero debito greco. E nessuno si è smosso. Non sono i soldi il problema. È il potere, è la politica.
Allora usiamola, la politica che il referendum rimette per terra, democrazia significa potere del popolo. Non degli oligarchi, tanto meno di tiranni. I greci la inventarono perché stufi di essere dominati da uno, o da pochi.
Noi, qui nell'Occidente più ricchi e gloriosi, per non dire boriosi, di una tradizione che ci ottunde, ce la siamo fatta sfuggire, la democrazia. Siamo in mano a pochi, che esercitano, o vogliono esercitare una tirannia su tutti. In nome degli interessi di quei pochi che nel regno della finanza e del liberismo traggono vantaggi. A spese di chi ha sempre meno lavoro, si immiserisce sempre di più.
Siamo tutti greci, i greci che votano no.
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P.S:“Quando sento i tedeschi dire che sono mossi solo dall’etica e che sono fermamente convinti che i debiti debbano essere pagati, penso: ma questa è una barzelletta! La Germania è esattamente il paese che non ha mai onorato i suoi debiti, né dopo la prima né dopo la seconda guerra mondiale”. Niente a che vedere con “l’accezione comune di ordine e giustizia: perché se la Germania nel secondo dopoguerra realizzò il boom, fu proprio grazie del fatto che i suoi debiti furono abbattuti, cosa che oggi neghiamo con ferocia ai greci”.
Quello che propone Piketty(economista francese) è chiaro: una grande conferenza europea sul tema dei debiti. Qualcosa di paragonabile, come dimensione strategica, al Piano Marshall....
Marco Revelli,lo chiama il totalitarismo finanziario...(Dal MANIFESTO)
RispondiElimina-"L'«economia che uccide» di cui parla il Papa la vediamo al lavoro in questi giorni, in diretta, da Bruxelles. Ed è uno spettacolo umiliante. Non taglia le gole, non ha l’odore del sangue, della polvere e della carne bruciata. Opera in stanze climatizzate, in corridoi per passi felpati, ma ha la stessa impudica ferocia della guerra. Della peggiore delle guerre: quella dichiarata dai ricchi globali ai poveri dei paesi più fragili. Questa è la ricetta dei vertici dell’Unione europea, della Bce e, soprattutto, del Fondo monetario internazionale: dimostrare, con ogni mezzo, che chi sta in basso mai e poi mai potrà sperare di far sentire le proprie ragioni.
La «trattativa sulla Grecia», nelle ultime settimane, è ormai uscita dai limiti di un normale, per quanto duro, confronto diplomatico per assumere i caratteri di una prova di forza. Di una sorta di giudizio di dio alla rovescia.
Un confronto tra creditori e debitori, in un quadro quasi-privatistico da tribunale fallimentare.Un apocalisse culturale,il primo ministro Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis trattati non da politici ma da «debitori», posti dunque su un piede di ineguaglianza nei confronti degli onnipotenti «creditori».
Non si era mai visto un creditore, per stupido che esso sia, cercare di uccidere il proprio debitore, come invece il Fmi sta facendo con i greci. Ci deve essere qualcosa di più: la costruzione scientifica del «nemico». E la volontà di un sacrificio esemplare.
Un auto da fé in piena regola, come si faceva ai tempi dell’Inquisizione, perché nessun altro sia più tentato dal fascino dell’eresia"-.
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Non possiamo nasconderci che quello che si è consumato in Europa, sul versante greco e su quello dei migranti,ha segnato un cambiamento di scenario per tutti noi.
In GRECIA,oggi,dieci milioni di cittadini sono chiamati a votare un no o un sì all’austerità della troika. Se i greci respingeranno i diktat di Bruxelles il governo di Tsipras potrà sedersi al tavolo delle trattative con la forza del suo popolo. Una vittoria del sì condannerebbe il paese al destino di colonia tedesca....
.................................OXI...................
Cos'è un uomo in rivolta,si domandava Alberto Camus?
Un uomo,che protesta e dice NO ....
Un uomo che dice NO ad un potere imposto con la violenza del debito;un uomo che respinge l'obbligo di convivere con la paura di un terrorismo finanziario che comanda al governo greco,di chiudere le banche.
Più che una libertà,quest'uomo la considera una dittatura.....
E giacché l'esercizio dell'autonomia individuale o collettiva è un inderogabile dovere morale e politico...E poichè si tratta di di DEMOCRAZIA e di DIGNITA',i greci faranno la storia votando: OXI!!!!!
Oriana Fallaci,scriveva:
"Il più bel monumento alla dignità umana per me resta quello che vidi su una collina del Peloponneso, insieme al mio compagno Alessandro Panagulis..Era l’estate del 1973, Papadopulos era ancora al potere.
Non si trattava di un simulacro, e nemmeno di una bandiera, ma di tre lettere, OXI, che in greco significa NO.
Uomini assetati di libertà le avevano scritte tra gli alberi durante l’occupazione nazifascista e, per trent’anni, quel NO era rimasto lì: senza sbiadirsi alla pioggia ed al sole. Poi il regime dei colonnelli lo avevano fatto cancellare con una mano di calce. Ma subito, quasi per sortilegio, la pioggia e il sole avevano sciolto la calce. Sicché giorno per giorno le tre lettere riaffioravano testarde, disperate,e indelebili. ”.
Buona Fortuna,ODISSEO!!!!ITACA è flagellata dai PROCI!!
P.S:Attenzione,vale per i greci oggi quel che ci si prepara a dire domani sul conto di spagnoli, portoghesi e italiani, sudici d’Europa...
Nati a Palermo o a Siviglia, a Napoli o a Lisbona, siamo tutti quanti greci anche noi.
GIU' AL SUD
PIETRANGELO BUTTAFUOCO
ilfattoquotidiano.it
Il Sud smotta ancora: di anno in anno, nell’irrilevanza sociale e culturale
Giù al Sud delle classifiche – il calcolo proposto ogni anno da IlSole24ore lo conferma – è lo stare sotto tutti gli altri. A Sud di ogni Nord c’è tutto un gareggiare nell’arretrare tra Reggio Calabria e Caltanissetta per aggiudicarsi il fanalino di coda dell’azienda Italia mentre l’intero Mezzogiorno smotta sempre di più, di anno in anno, nell’irrilevanza sociale e culturale.
Va giù il Sud e il Meridione – espunto dalla narrazione di Matteo Renzi – si conferma come il non luogo della politica. Ha ragione Ernesto Galli della Loggia quando, sul Corriere della Sera, scolpisce questa chiara verità: “L’intera classe dirigente non sa cosa sia il Sud”. Ha tentato una risposta d’ufficio un sottosegretario del governo in carica, Claudio De Vincenti ma, appunto, ha fatto come l’oste quando dice che il vino è buono.
E’ giù il Sud. Chiunque venga adesso, qui – da dove sto scrivendo – in questo entroterra uguale ai tanti entroterra della vasta provincia meridionale, potrà rendersi conto di una sequenza inesorabile di urgenze: non c’è lavoro, non ci sono neppure più i negozi, l’artigianato è in mutande, gli imprenditori sono solo prenditori di quel che resta degli ultimi spiccioli del denaro di Stato e di giovani neppure l’ombra. Sarà un problema l’immigrazione degli altri ma qui – da dove sto scrivendo – si è tutti scappati di casa.
E’ finito, il Sud. L’unica Fiat possibile – il pubblico impiego, la santa mano dell’assistenzialismo pidocchioso – è morta sotto i colpi del debito. Era un paesaggio di soli impiegati il Sud, si mangiava pesante a pranzo, si dormiva il pomeriggio ma le quote di assunzione negli enti si sono esaurite, chi si guardò e si salvò e adesso, per il parastato, per il parassitismo, per la pax sociale, è fi-ni-ta.
Non c’è più verso neanche per la politica clientelare perché non è altro che un deserto il Sud, più giù di così – sia Nola o Lamezia, o anche Lampedusa – c’è il Maghreb dove la sabbia avvampa di guerra ma qui, da dove scrivo, il residuo blocco sociale dei trenta-cinquantenni residenti, finché dura potrà fare la cresta sulle pensioni dei propri vecchi, per il dopo, invece, ci sarà da pensarla qualcosa: forse come in Grecia, una legge per le unioni civili, visto che la sinistra – meritatamente in contrapposizione ai clientelismi – la butta in romanticismo in assenza di realismo?
Forse non c’è più una pubblica opinione al Sud, forse c’è solo un’onda di generica voga sentimentale tutta di tarante e di eventi perché, certo, è il posto più bello del mondo il Sud. Se c’è cornice più consona all’impalpabile idea della “qualità della vita” altro luogo non può darsi che può che questo. Si torna sempre a Surriento ma si paga il prezzo di uno stupro, qui. Gli italiani non hanno saputo fare quello che i tedeschi hanno realizzato con l’unificazione della Germania e forse perché la Ddr era povera mentre, invece, qui, questo entroterra – da dove scrivo – era ricco e florido e lo sanno bene gli omini chiamati a custodire il deposito aurifero della Repubblica italiana: il 70 per cento dei lingotti ha lo stemma del Regno delle Due Sicilie.
Come ancora non ci siano i nuovi Vespri – la rivolta di popolo – non si sa. Come da Napoli in giù, come tutto il Sud, abbia ancora a muggire paziente è un mistero. E’ il non luogo, il Sud. Ed è finito.
Pietrangelo Buttafuoco
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
"Servono venti anni per riavere gli occupati come prima della crisi"
RispondiEliminaVent'anni per tornare come eravamo: per recuperare il livello di occupazione del periodo pre-crisi, l'Italia dovrà aspettare quasi due decenni. A delineare questa sorta di "2035, ritorno al futuro" è il Fondo Monetario internazionale, che nel suo ultimo rapporto sull'area euro gela le aspettative di chi puntava su una risalita in tempi rapidi.
Per l'Italia e per il Portogallo – assicura il Fondo – non sarà così, ci vorranno venti anni per risalire la china; andrà meglio per la Spagna che dovrebbe rimontare entro un decennio, ma l' Europa in generale resta vulnerabile: il suo livello di disoccupazione è "alto" e probabilmente tale resterà per un altro po', tanto da temerne gli effetti sulle generazioni future. Difficilmente riusciranno a mettere a frutto le competenze acquisite: rischiamo di crescere una "lost generation", una generazione perduta, avverte l'Fmi. Certo, l'area dell'euro si sta rafforzando , ammettono gli analisti, e "i rischi sono più equilibrati rispetto al passato", ma nel medio termine la crescita potenziale resta ancorata all'1,6 per cento: un margine troppo stretto per garantirci dal pericolo della stagnazione. Fra i rischi superati, il Fondo considera invece quello relativo ad un possibile contagio da crisi greca. «L'esposizione diretta delle economie dell'Eurozona è relativamente piccolo» ma «nel medio periodo serve un'architettura più solida dell'area euro» ha commentato il vicedirettore dell'Fmi Pradhan.
Ad Atene sono tornati i rappresentanti della Troika, pronti a riprendere le trattative sul nuovo piano di aiuti.Si passa a verificare la situazione finanziaria del Paese, guardando anche a pensioni, relazioni sindacali e agli altri temi concordati con l'Eurozona .
Al di là del piano greco, tornando all'Italia, il Fondo avverte anche che i l tasso naturale di disoccupazione (considerato ad inflazione stabile) resterà più alto di quello già visto durante la crisi. La Cgia di Mestre fa notare che negli anni della crisi sono stati spazzati via 932 mila posti di lavoro; il ministero del Lavoro precisa però che fra i nuovi assunti stanno aumentando i contratti a tempo indeterminato (che comunque non vanno oltre il 20 per cento del totale): certo è ,che la strada è ancora lunga. Per accelerare i tempi l'Fmi ci dà alcune raccomandazioni: rendere più efficienti il settore pubblico e la giustizia civile; migliorare il sostegno alla ricerca di lavoro e al training, decentralizzare la contrattazione salariale e aumentare la competizione sui mercati di prodotti e servizi. Ma dal ministero dell'Economia arriva una nota che smentisce la stima dei venti anni : «L'Fmi non tiene conto delle riforme già adottate».
Per farla breve...-...
Il ministero dell'Economia(scrive): "Le stime del Fondo non tengono conto delle riforme"....
"Il vostro Paese sta riemergendo dalla recessione" e "In Europa l'alto tasso di disoccupazione giovanile crea una lost generation"
(Firmato)La direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde.....
Chiacchiere e tabbacchere ‘e ligno, ‘o bbanco ‘e Napule nun s’impegna.
Quale metafora o allegoria, che dir si voglia,s'intende enunciare?
Che le parole e le promesse, o gli oggetti di nessun valore, quello che era il più grande e prestigioso Istituto Bancario del Sud (quando non aveva ancora la vergognosa intitolazione di Banco di Napoli Istituto S. Paolo di Torino- frutto dell'ultimo esproprio/appropriazione dei nostri tempi -) non li impegna perché cose di poco conto e non quantificabili. Ovvero, per dirla più esplicitamente, : non raccontate frottole o fate promesse inattendibili e fatue perché si sa già il loro esito e poi non è bello prendere per culo le generazioni future.....