BREVI, FLASH, ANNUNCI.....

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28 settembre 2014

DAL COLLEGA SALVATORE VALERIO, RICEVO E PUBBLICO

IL RACCONTO
Nel cantiere della metropolitana ci sono operai che vengono richiamati con lettere di contestazione se non indossano i tappi per le orecchie. Ma nello stesso cantiere c'era anche Salvatore Renna, 41 anni, una moglie e due bambine da crescere, che è morto cadendo da un'impalcatura dove lavorava in nero alle cinque del pomeriggio di un sabato a cavallo tra due giorni festivi. Contraddizioni dell'Archeometrò dove ci sono edili di serie "A", con contratti regolari e buste paga vere, e gli altri, quelli che navigano nella giungla dei subappalti, dove capire esattamente quello che avviene è complicato anche per gli addetti ai lavori. 

La macchia di sangue dello sfortunato operaio è ancora ben evidente nel "pozzo",ovvero la parte interna del cantiere. 
"È larga un metro per un metro", dice Ferdinando Volpe, esperto operaio e delegato della Fillea-Cgil...Quando si arriva vicino ai termini di consegna i rischi aumentano. Qui sotto è un continuo viavai di persone...E la tragedia è avvenuta in un orario anomalo..." 
Dopo l'astensione spontanea di lunedì,gli operai sono tornati al lavoro: "Perché il dolore è forte ma il pane lo dobbiamo portare a tavola", dicono. 
Sulla dinamica di quanto avvenuto concordano tutti. "È caduto giù a causa di un pannello smontato dall'impalcatura". 

(Come è possibile?) 

La spiegazione la dà Giuseppe: "Il ponteggio era a norma, non ho dubbi, l'ha sistemato una ditta specializzata in queste opere, ma il problema è chi arriva dopo. C'è chi sposta i pannelli, chi li smonta, chi adegua le impalcature a esigenze momentanee. Nel punto dove è avvenuto l'incidente mancava un lastrone di metallo di almeno un metro, l'hanno ritrovato due metri più avanti. Salvatore probabilmente camminava all'indietro mentre stava intonacando la parete dell'ascensore e non si è accorto che c'era il vuoto. È caduto e per lui non c'è stato nulla da fare. Queste sono cadute mortali, casco o non casco non c'è scampo". 
I lavoratori,invece,denunciano, l'uso o "la necessità " di ricorrere a ditte e dittarelle pronte a veri e propri tour de force perché c'è una consegna da rispettare.... 
Il 31 dicembre la stazione di piazza Municipio deve essere aperta. E allora nel cantiere dell'Archeometrò,gli uomini con il casco giallo si muovono come formichine impegnate senza sosta nella costruzione di un formicaio. Elettricisti, specialisti in tubature, piastrellisti e anche una pattuglia di archeologi. Massimo è uno degli esperti inviati dalla soprintendenza sullo scavo. Osserva da vicino un operaio che sta sistemando una condotta di gas: "I subappalti  spiega  sono necessari. Pensate al nostro caso? Siamo tecnici altamente qualificati per questi interventi. Non tutte le metropolitane del mondo sono scavi archeologici come in questo caso. E le pressioni esistono in tutti i cantieri".
Un altro operaio ha appena finito il turno. È un piastrellista. Lavora anche lui per un subappalto: "Ma sono in regola  -  precisa subito  -  guadagno al massimo 1.350 euro al mese. Salvatore non lo conoscevo, ma per me è stata una fatalità".
In realtà il concetto di fatalità non trova molte sponde, mentre la parola su cui tutti puntano è quella degli eccessivi ribassi per l'assegnazione delle gare: "Le ditte in qualche modo devono rientrare dalle spese", afferma un edile. E così nasce il lavoro in nero, le buste paga che sono solo apparentemente regolari, la chiamata a cottimo e i turni massacranti, che si trascinano fino a sera inoltrata durante i weekend e anche nei giorni festivi. Tutto pur di raggiungere il traguardo, soprattutto se di mezzo ci sono le pressioni della politica e le pesanti penali da pagare in caso di ritardi, come denuncia da tempo la Fillea-Cgil.....
"Sapete qual è la verità  -  racconta un altro casco giallo che chiede l'anonimato  -  è che la ditta ha fatto una grande idiozia a far lavorare quel povero collega di sabato pomeriggio e in nero. Quest'incidente oltre al dolore è uno smacco per tutti. Purtroppo c'è la necessità di chiudere per il 31 dicembre il cantiere e allora impazzano le ditte in subappalto. Noi abbiamo orari precisi, gli altri non lo sappiamo. Conosco tutti gli operai che lavorano qui. Salvatore era venuto a San Gennaro l'ho visto sabato mattina e poi sono andato via alle 13. Secondo me non doveva stare ancora lì sotto nel pozzo alle cinque del pomeriggio. Per quante ore di seguito ha lavorato?".
L'articolo di ANTONIO DI COSTANZO:"Gli operai del metrò Municipio,Così è morto Salvatore",si chiude con questa domanda....Per quante ore di seguito ha lavorato????
Sintetizzando:Si dice che lavorava per 60/70 euro al giorno;che Salvatore era intento a intonacare una parete quando è precipitato al suolo,cadendo da un impalcatura posta all'interno della Stazione di Archeo-metrò di Piazza Municipio,linea 1 di Napoli;trapela che tra gli accertamenti eseguiti dai carabinieri,ci siano anche quelli sui turni di lavoro previsti nella giornata prefestiva:c'è da chiarire infatti,se la presenza degli operai fosse autorizzata.Al vaglio degli investigatori anche il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.....

                                                                                                                                                                                  
                                                                                                                                                     
IL LAVORO SENZA SICUREZZA CONTINUA A UCCIDERE
Per quante ore di seguito ha lavorato Salvatore?E perchè lavorava da solo?Lui che conosceva poco il cantiere,ed era stato assunto da appena due giorni....Assunto,poi:senza un contratto ed al nero...
Adesso fanno specie le postume visite sul luogo del misfatto e le addolorate dichiarazioni di costernazioni di chi ai vari livelli amministrativi,politici e dirigenziali è chiamato per responsabilità ad intervenire ed agire prima della tragedia e mai dopo.....Fanno specie ascoltare le dichiarazioni di chi nulla dice e nulla ha fatto contro gli appalti al massimo ribasso e contro le privatizzazioni de-regolamentate che sono previste  anche qui da noi,in un prossimo futuro......
(Tanto per richiamare l'attenzione,dei coccodrilli specializzati in postumi necrologi....Mi preme sottolineare che qui da noi,e non sulla luna:sono state " archiviati " in quanto indigesti argomenti tristi e desueti come le clausole sociali di garanzia nel caso di subentro di una diversa impresa nelle gare di appalto-oggetto palesemente non più identificabile,e non inserite nell'agenda di chi governa la crisi aziendale....Colpiti da smemoratezza dimenticano,come lavorano gli operai... Quali rischi comportano le loro attività connesse all'esercizio ferroviario e che incidenza hanno sulla sicurezza.......A pochi sembra interessare se c'è penuria del personale e se ci sono carenze in organico...Non ci si interroga su quale sia il nastro lavorativo su cui operano i lavoratori addetti alla riparazione del guasto ed alle commesse manutentive ...Se sono rispettate le condizioni di sicurezza?Quante unità lavorative operano di notte?Se ci sono più cantieri in linea?Se il personale che presenzia i lavori dei cantieri sulla linea ferroviaria è provvisto di abilitazioni ...Se tutte le operazioni di controllo sugli organi di manovra,inserite nelle commesse manutentive, vengono eseguite e completate nei tempi previsti.....Se ci sono vessazioni?Coercizioni?Oppure condizionamenti che influiscono sul comportamento del personale che opera sui controlli alla sicurezza????Ha poca importanza sapere che in alcuni reparti operativi la forza presente è di 12 unità lavorative sui 25 previste in organico......
In pratica:i coccodrilli,che gestiscono,pontificano,e chiacchierano,sono buoni solo ad imputare a fatalità,distrazioni,ed errore umano,gli spiacevoli effetti collaterali ad infortunio avvenuto....E mai prima.....)
Cantava Fabrizio De Andrè nella splendida canzone del Maggio:"Anche se ci dichiariamo assolti(SIC!)siamo pur sempre coinvolti."...Così dovremmo descrivere questa brutta storia.....Una storia,che con le dovute differenze coinvolge tutti noi,nessuno escluso.........Ed allora,domandiamoci perché continuano a verificarsi incidenti,infortuni, e morti sul lavoro?E quali sono le vere cause di questi omicidi bianchi..?
Provo a dire la mia.....In ordine sparso:
1)La precarietà del lavoro impone a tutti di lavorare senza sicurezza;In primis,per i costi e per i profitti aziendali;per il risparmio sugli organici;per ridurre il costo del lavoro attraverso l'affidamento delle lavorazioni ad appalti ed a subappalti;con la riduzione dei tempi di lavoro e di consegna;con il risparmio sui prodotti,sulle procedure e persino sui D.P.I;
2)Chi dovrebbe vigilare è spesso colluso con il sistema politico e/o manageriale;E la politica deve tutelare sempre(SIC!)gli interessi dei poteri " forti"....
3)La tutela della salute e della sicurezza viene sconfitta per deresponsabilizzare il management delle aziende e colpevolizzare il lavoratore vittima,nonchè colpevole(ovviamente)del cosiddetto errore umano;
4)I SINDACATI hanno trasformato i rappresentanti lavoratori alla sicurezza(R.L.S)in un ruolo burocratico,abdicando di fatto alla conflittualità insita nel modello dell'organizzazione del lavoro scelto....Sia per il nastro lavorativo a cui è sottoposto il lavoratore,sia per i ritmi ed i tempi imposti alle lavorazioni da eseguire SEMPRE con minore personale......Dunque:taglieggiare il lavoro con più precarietà;per accrescere il margine di profitto a discapito della nostra salute e della nostra sicurezza....
5)I colpevoli degli infortuni se la cavano con una sanzione(quando si trovano i colpevoli tra i " dirigenti" e gli amministratori)e non pagano mai per le loro responsabilità;
6)I sindacati non hanno mai promosso uno sciopero generale contro le morti sul lavoro e le nocività che devastano l'ambiente(Amianto docet-Eternit) e massacrano la popolazione(vedi ILVA);
7)La morte di un lavoratore è un fatto di cronaca destinato all'oblio attraverso un necrologio(?)sui giornali......Buono solo a far lievitare le parcelle di periti assicurativi ed avvocati;a calcolare con numeri e statistiche il tributo di sangue che paghiamo con infortuni,inabilità e omicidi bianchi;ed a quantificare il valore economico del morto....
(DA IL CAPITALE UMANO FILM DI PAOLO VIRZI':« Importi come questo vengono calcolati valutando parametri specifici: l’aspettativa di vita di una persona, la sua potenzialità di guadagno, la quantità e la qualità del suoi legami affettivi. I periti assicurativi lo chiamano il capitale umano. »)......
Insomma,si rimane e si resta da soli....La famiglia ed i figli con il proprio dolore,e con le difficoltà economiche derivanti dal reddito  che viene "estinto"  insieme al lavoratore morto sul lavoro........
Ed a tanti motivi di rabbia non corrisponde mai un momento di lotta e di conflitto....
8)Nella democratica ITALIA si continua a morire per il lavoro ed a causa del lavoro......
9)La morte dell'operaio di Boscoreale nell'ARCHEO METRO' è l'ennesimo omicidio bianco....Un tributo di morte inaccettabile,come gli altri,veri e propri omicidi,spesso considerati soli effetti collaterali ma che in realtà sono il frutto del sistema degli appalti e dei subappalti al massimo ribasso;del lavoro nero;e della precarietà.....L'insicurezza crescente sui cantieri è frutto della fretta,dei " COTTIMI",DEI TEMPI CHE VENGONO VIA-VIA COMPRESSI,mettendo il lavoratore di fronte alla rincorsa sfrenata del compimento del proprio lavoro nel minor tempo possibile....

http://youmedia.fanpage.it/video/aa/V...

Morto sul lavoro nel cantiere della Metro a Napoli, il sindacato denuncia: "Lavorava in nero"


Altro che " JOB ACTS".....Il Governo e gli organismi parlamentari dovrebbero garantire un diritto fondamentale:quello della vita,troppo spesso spezzata sui luoghi di lavoro,anziché demolire il diritto alla reintegrazione e alla conservazione del posto di lavoro a fronte di un licenziamento illegittimo.......
Anche le cifre spesso sono bugiarde....L'INAIL sostiene che gli infortuni sul lavoro sono in diminuzione,senza specificare che l'istituto monitora le morti solo tra i propri assicurati e che non inserisce tra le morti sul lavoro le vittime che ci sono tra quei lavoratori che non sono iscritti a questo istituto e che addirittura lavorano in nero...Tanto per fare un esempio,le partite IVA individuali non sono assicurate con L'INAIL...Questo cosa significa?Che i morti sui luoghi di lavoro non sono mai calati,e che si sono solo " trasferiti ",tra i precari,partite IVA,agricoltori,e lavoratori in nero......
 P.S.:
Chi vuole abolire l'art.18 vuole ripristinare il potere indiscusso ( e immotivato) dell'imprenditore nei confronti del lavoratore. Nella precedente formulazione l'articolo obbligava il giudice, una volta accertata l'assenza di giusta causa o giustificato motivo di licenziamento, a reintegrare il lavoratore nel rapporto. Oggi il giudice PUO' farlo, (ma puo' anche ordinare il semplice risarcimento). L'articolo è ispirato al principio che anche il lavoratore è parte essenziale dell'impresa, e dunque va tutelato in nome dell'impresa come collettività di lavoro. Dunque è ispirato, pur riguardando soltanto il rapporto INDIVIDUALE, a un principio SOCIALE fondamentale nella nostra Costituzione. Ecco perché salvarlo non solo è fondamentale,ma va incrementato ed esteso per tutti....Lottando anche contro le privatizzazioni e contro gli appalti al massimo ribasso che sono le vere cause di questi omicidi bianchi ...



 
IL CAPITALE UMANO di Paolo Virzì - Trailer Ufficiale IL CAPITALE UMANO di Paolo Virzì - Trailer Ufficiale

                                                                                                                                  
 IL CAPITALE UMANO è il valore monetizzato di una vita perduta......
"Quanto vale la vita di un uomo ammazzato in un "incidente stradale", in tempi in cui il denaro è tutto, e la ricchezza agognata può materializzarsi in un giorno e in un giorno sparire? Lo racconta Paolo Virzì, nel suo ultimo film Il capitale umano....Quel valore lo stabiliscono le assicurazioni, attraverso un algoritmo che tiene conto dell'età, della famiglia, del lavoro, delle prospettive di vita e che certifica il tutto con uno scontrino.L'algoritmo stabilirà alla fine un risarcimento alla famiglia..."

Ed allora,visto che siamo in tema,la domanda la riformulo in maniera più spregiudicata:Quanto vale una vita di un uomo ammazzato in un incidente stradale?Alle Organizzazioni Sindacali,agli Amministratori,al Commissario Voci,ai dirigenti chiedo quanto vale la vita di un ferroviere morto in un incidente stradale?
Non vale nemmeno un posto di lavoro per il proprio figlio/a???Eppure una volta in ferrovia,c'era questa possibilità......
Gennaro Iovino il 10 Settembre 2014 scriveva(Da :In memoria di Fulvio))
"E' trascorso un anno e l'azienda NON ha ancora assunto un familiare di Fulvio Di Brigida, ed è la prima volta che "subiamo" anche questo"....
Cosa vuole dire Gennaro,quando dice:subiamo anche questo???'
Vuole dire che subiamo l'ennesimo affronto...Sarà colpa dell'insensibilità sindacale,assuefatta al degrado e alla spoliazione dei diritti?Oppure di una solidarietà che da tempo non esiste più..........
(SPOLIAZIONE:Appropriazione di beni o diritti altrui.......Saccheggio.....E' proprio così:negli ultimi 4 anni siamo stati saccheggiati!)
P.S:Sono 485 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno; +7,1 % rispetto allo stesso giorno del 2013. Se si aggiungono i "diversamente assicurati" che non appaiono mai nelle statistiche delle morti sul lavoro,e tra questi i morti sulle strade, in itinere e di categorie con assicurazioni proprie, diverse dall'INAIL,i numeri si attestano sui 950 morti (stima minima)....Per molte ragioni è impossibile avere un numero certo di vittime sulle strade, soprattutto di lavoratori con Partita IVA individuale che muoiono sulle strade e che sono classificati come "morti per incidenti stradali", mentre invece stavano lavorando oppure si stavano spostando tra un luogo ed un altro di quello che oggi viene comunemente definito lavoro........Sarà un CO-Co-Co?Un lavoratore a progetto?Un interinale?Una partita IVA?Un lavoratore a chiamata?Oppure un lavoratore SFRUTTATO!!!!
MORALE:"Il lavoro per essere veramente tutelato deve essere dignitoso,ma prima di tutto....SICURO!!!!!!"


S.V.

4 commenti:

  1. DAL BLOG DI BEPPE GRILLO

    Fabbriche cimitero

    Per eliminare il problema della disoccupazione e della mancanza di lavoro, il governo ce la sta mettendo tutta. La soluzione è semplice, è sufficiente eliminare i lavoratori. In questi giorni il bollettino delle morti sul lavoro (chiamiamole omicidi annunciati per mancanza di applicazione delle norme di sicurezza) è diventato un bollettino di guerra. E' uno dei pochi successi di Renzie, un bel +7.1% di morti rispetto all'analogo periodo del 2013. 489 morti ad oggi e lui pensa all'abolizione dell'articolo 18... Fabbriche trasformate in cimiteri, diritti in carta straccia. Evviva i salottini buoni e i consulenti alla Marchionne e alla sinistra che la trionferà.




    28 settembre: sono 489 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno +7,1 % rispetto allo stesso giorno del 2013.

    Le morti sui luoghi di lavoro che segnaliamo sono tutte documentate.

    MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE PROVINCE ITALIANE (vanno almeno raddoppiati se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere)

    Valle d'Aosta (1 morto) Aosta 1. Piemonte (40 morti) Torino 16, Alessandria 8, Asti 2, Biella 0, Cuneo 10, Novara 3, Verbano-Cusio-Ossola 1, Vercelli. Liguria (8 morti) Genova 5, Imperia 0, La Spezia 1, Savona 1. Lombardia (52 morti) Milano 6, Bergamo 5, Brescia 8, Como 0, Cremona 6, Lecco 0, Lodi 2, Mantova 8, Monza 2, Brianza 1, Pavia 8, Sondrio 2, Varese 4. Trentino-Alto Adige (16 morti) Trento 4, Bolzano 12. Veneto (46 morti) Venezia 9, Belluno 3, Padova‎ 3, Rovigo 4, Treviso 5, Verona 12, Vicenza 7. Friuli-Venezia Giulia (6 morti) Trieste 1, Gorizia 0, Pordenone 2, Udine 3. Emilia-Romagna (43 morti)Bologna 4. Forlì-Cesena 6, Ferrara 6, Modena 5, Parma 7, Piacenza 4, Ravenna 8, Reggio Emilia 2, Rimini 1.Toscana (21 morti) Firenze 2, Arezzo 6, Grosseto 1, Livorno 1, Lucca 2, Massa Carrara 1, Pisa 6, Pistoia 1, Prato 0, Siena 0. Umbria (13 morti) Perugia 8, Terni 5. Marche (15 morti)Ancona 1, Ascoli Piceno 5 (compresi i 4 piloti del Tornado), Fermo 3, Macerata 2, Pesaro-Urbino 3. Lazio (36 morti) Roma 15, Frosinone 3, Latina 4, Rieti 6, Viterbo 8. Abruzzo (22 morti) L'Aquila 7, Chieti 8, Pescara 1, Teramo 6. Molise (7 morti) Campobasso 3, Isernia 4. Campania (31 morti) Napoli 9, Avellino 5, Benevento 4, Caserta 4, Salerno 9. Puglia (30 morti) Bari 13, Brindisi 0, Foggia 3, Lecce 8, Taranto 4. Basilicata (5 morti) Potenza 4, Matera 1. Calabria (14 morti) Catanzaro 3, Cosenza 4, Crotone 1, Reggio Calabria 1, Vibo Valentia 5. Sicilia (36 morti) Palermo 11, Agrigento 4, Caltanissetta 5, Catania 3, Enna 2, Messina 3, Ragusa 1, Siracusa 4, Trapani 3. Sardegna (11 morti) Cagliari 2, Carbonia-Iglesias 2, Medio Campidano 1, Nuoro 2, Ogliastra 1, Olbia-Tempio 0, Oristano 3, Sassari 0.

    Quando leggete questa terribile sequenza ricordatevi sempre che se si aggiungono anche i morti sulle strade e in itinere i morti sul lavoro sono almeno il doppio e tante vittime sulle strade muoiono per turni dove si dovrebbe dormire, per orari prolungati e stanchezza accumulata, per lunghi percorsi per andare e tornare dal lavoro. Non sono segnalati a carico delle province le morti di autotrasportatori sulle autostrade.

    Categorie con più morti sul lavoro: Agricoltura 42% sul totale, con il 68% di queste morti causate dal trattore . Edilizia 23,6%. Industria 9,2. Autotrasporto 6,2%. Il 29% di tutti i morti sui luoghi di lavoro ha oltre 60 anni. l'11,25% sono stranieri. Il 50% di tutte le morti sui luoghi di lavoro sono concentrate in 5 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio.

    (fonte: http://cadutisullavoro.blogspot.it/))

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  2. Pietrarsa, crolla solaio alla stazione Fs:morto un operaio, altri due sono feriti...

    Crolla il solaio della stazioncina di Pietrarsa. Un boato enorme nel piccolo complesso adiacente al Museo ferroviario di Pietrarsa e attraverso il quale si accede allo storico museo delle locomotive e delle carrozze.
    Il bilancio è di un morto Raffaele Di Francesco, 56 anni di Qualiano, e due feriti (non in pericolo di vita) che sono zio e nipote: di 42 e 46 anni. I tre operai erano al lavoro per il consolidamento della palazzina e sono rimasti schiacciati dal distacco del solaio.

    Immediati i soccorsi attivati dal personale ferroviario e dalla gente del posto. La stazioncina è chiusa dal 5 febbraio del 2014 quando crollò una parte di Villa d’Elboeuf a Portici (si trova a meno di 500 metri dal luogo dell’odierna tragedia), interrompendo la circolazione dei treni tra Napoli e Torre Annunziata.
    I tre dipendenti facevano capo alla ditta «Raggio di sole» di Quarto che aveva ottenuto il lavoro in subappalto dalla ditta «Francesco Comune» di Qualiano a cui era stato assegnata l’opera di ristrutturazione.


    Oltre al fascicolo aperto dalla Procura di Napoli, è stata avviata un’inchiesta anche da Rete Ferroviaria Italiana per «accertare le cause e stabilire la dinamica dell’incidente avvenuto alle 14». Rfi fissa anche la dinamica dell’incidente: «Durante la demolizione di un solaio di copertura del fabbricato stazione, intervento previsto dal progetto di riqualificazione appaltato da Rfi a un’impresa esterna qualificata e certificata, la struttura ha ceduto provocando la morte di un operaio dell’impresa appaltatrice e il ferimento di due suoi colleghi.

    CUOMO (PD) - «L’ennesimo incidente sul lavoro che ha causato la morte di un operaio e il ferimento di altri due ci lascia senza parole. Esso potrebbe, con molta probabilità, essere scaturito da gravi omissioni sulle regole della sicurezza sul lavoro negli interventi edili di consolidamento della palazzina, paradossalmente in un’azienda proprietà dello Stato. Oltre al cordoglio e alla vicinanza che rivolgo alla famiglia della vittima e a quelle degli operai rimasti feriti, si aggiunge tutta l’amarezza per un’altra tragedia che poteva essere evitata. Il rispetto dei diritti dei lavoratori, insieme alla promozione di una nuova cultura della sicurezza sul luogo di lavoro, deve essere la priorità assoluta di questo Governo», scrive in una nota il senatore del Pd Vincenzo Cuomo.

    LANZETTA (UIL) - «Siamo in un vortice - dice il segretario della Feneal Uil Campania Andrea Lanzetta - in cui la crisi tutti, aziende di ogni dimensione, disattendono le regole per la sicurezza a garanzia dell’incolumità dei lavoratori. Registriamo l’ennesima tragedia nella filiera di appalti e subappalti, dove spesso si annida l’evasione e il mancato rispetto per le norme di sicurezza. Chiediamo che questa scia di morte si fermi con un’azione sinergica tra istituzioni e organi di vigilanza, affinché ognuno faccia la sua parte fino in fondo. Non è possibile, dopo aver registrato negli ultimi tempi un’inversione di tendenza che stava portando alla diffusione di una cultura della sicurezza, ripiombare nel baratro con l’ennesima morte bianca. La crisi non può essere né la causa né l’alibi per l’assenza di tutele della vita dei lavoratori. Chiediamo al prefetto che si attivi un tavolo urgente che ponga al centro del confronto il rispetto per le norme di sicurezza e la tutela dei lavoratori. Serve un intervento straordinario per arrestare le morti sul lavoro. Esprimiamo la nostra vicina alla famiglia del lavoratore perito sul lavoro».

    30 settembre 2014

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  3. Chiamatele pure morti bianche.
    Ma non è il bianco dell’innocenza
    non è il bianco della purezza
    non è il bianco candido di una nevicata in montagna
    E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto
    occhi spalancati dal terrore
    dalla consapevolezza che la vita sta scappando via.
    Un attimo eterno che toglie ogni speranza l’attimo di una caduta da diversi metri
    dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni
    del trattore senza protezioni che sta schiacciando
    dell’impatto sulla strada verso il lavoro
    del frastuono dell’esplosione che lacera la carne
    di una scarica elettrica che paralizza il cuore.
    E’ un bianco che copre le nostre coscienze
    e il corpo martoriato di un lavoratore
    E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso
    di una vita che si spegne lontana dagli affetti
    di lacrime e disperazione per chi rimane.
    Anche quest’anno oltre mille morti
    vite coperte da un lenzuolo bianco.
    Bianco ipocrita che copre sangue rosso
    e il nero sporco di una democrazia per pochi.
    Vite perse per pochi euro al mese
    da chi è spesso solo moderno schiavo.

    Carlo Soricelli

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  4. DAL FATTO QUOTIDIANO
    Morti sul lavoro in aumento. E la sinistra?
    di Diego Fusaro

    È il caso di dirlo: ci si ammazza di lavoro in Italia. Tre vittime al giorno. I dati parlano chiaro.

    Per la prima volta dal 2006 si è registrata una tragica inversione di tendenza: crescono esponenzialmente le cosiddette “morti bianche”. Addirittura 752 le vittime da gennaio ad agosto. L’anno scorso se ne erano registrate 652.

    Non vi è da stupirsi, tuttavia. Con le nuove politiche neoliberiste di restrutturazione del lavoro, di tagli lineari su tutto il fronte, era prevedibile. Meno diritti, meno tutele; minor personale, più ore di lavoro per il singolo lavoratore; meno fondi, meno norme di sicurezza; più precarietà, meno garanzie; e così via.

    E sorge una domanda, forse la domanda delle domande, se non altro sul piano politico: dov’è la sinistra? Dove ha lasciato le classi che un tempo difendeva con lotte giuste e sacrosante?

    È impegnata in altro, dicono: nelle lotte per i diritti civili, di modo che i disoccupati e i precari – se non muoiono prima di lavoro – possano sposarsi anche se appartenenti allo stesso sesso o interrompere con l’eutanasia la vita a loro piacimento. La società non esiste, diceva qualcuno non molto tempo fa: e se non esiste, non ha più senso occuparsi del sociale.

    Degni di attenzione e di lotte sono solo i diritti dell’individuo programmaticamente desocializzato: che astrattamente potrà fare tutto (sposarsi con chi vuole, interrompere la sua vita quando vuole), e concretamente non potrà fare nulla, disoccupato e a tempo determinato com’è.

    Insomma, diciamolo: per non occuparsi di lavoro e di diritti sociali, di lotta di classe e di opposizione al fanatismo capitalistico, per la sinistra ogni scusa e ogni alibi sono buoni. Antifascismo in assenza completa di fascismo, proteste sempre e solo per i diritti civili dell’individuo isolato (in un abbandono completo della dimensione del sociale), e così via.

    Quante scuse per nascondere la propria integrale riconciliazione con l’ordine capitalistico! Quante scuse per occultare il proprio allineamento con l’integralismo del sistema economico! Quante scuse per nascondere il proprio passaggio armi e bagagli dalla lotta contro il capitale alla lotta per il capitale! Ecco svelato l’enigma delle sinistre.

    I diritti civili, di per sé giusti e nobili, vengono oggi impiegati come arma di distrazione di massa per occultare il trionfo su tutta la linea delle politiche neoliberiste di smantellamento dei diritti sociali in nome della riorganizzazione del lavoro e del taglio della spesa pubblica.

    La critica sistemica in nome dell’emancipazione di tutti si rideclina come ricerca spasmodica dell’affermazione antiborghese dell’io individuale: da Carlo Marx si passa a Fabio Fazio, da Antonio Gramsci a Roberto Saviano, da Lenin a Nichi Vendola.

    La sinistra si batte per i diritti dell’io individuale e intanto smantella i diritti sociali: posto fisso, articolo 18 e, presto o tardi, diritto di sciopero. Se l’avessero mai fatto le destre, si sarebbero forse (auspicabilmente!) scatenate le piazze. Lo fanno le sinistre, e tutto sembra normale e fisiologico. L’astuzia del capitale sta nell'affidarsi, oggi, a un macellaio col grembiule rosso, di modo che gli schizzi di sangue dei lavoratori non si vedano.

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