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17 giugno 2014

NON SONO UN BISNONNO, MA UN NONNO-BIS. DI EMILIO VITTOZZI

Carissimo Pietro, non vorrei che questa specie di “lettera aperta” suonasse troppo “deamicisiana” e consigliasse l’Amore per i nostri simili, per la Patria, per il mondo e cose del genere…
So della tua esistenza dalle ore 9,55 di Mercoledì 16 Ottobre scorso quando con il treno 26 dell’ex Circumvesuviana mi recavo da Portici a Napoli e tua madre mi parlò, per la prima volta, di te…
Con te, dunque, divento nonno-bis, certamente non bisnonno, che è cosa anagraficamente assai diversa.
E’ passato del tempo dalla nascita di tua sorella Laura, esattamente 22 mesi circa dopo…
Ebbene anche a te dirò che accetto il ruolo di “Nonno” ma che lo interpreterò a modo mio, in maniera “alternativa”, anticonformista, così come io mi sento.
Ma non è di questo che volevo parlarti, bensì di una malattia che ha colpito tanti e tanti giovani di oggi, un po’ più grandi di te: la perdita della memoria. E’ vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fossero i dodici Apostoli o dove si trova Nazareth non hai che da premere qualche tasto ed internet te lo dice. Ma la memoria è un muscolo come quelli delle gambe e se non lo eserciti avvizzisce… Ogni giorno, con mamma e papà, impara qualche verso, una breve poesia; magari fa a gara con Lauretta per sapere chi ricorda meglio una canzone di Mogol-Battisti, una poesia di Prevert, una preghiera di San Francesco d’Assisi, la formazione di una squadra di calcio (come l’Inter di Helenio Herrera o di Josè Mourinho).
Carissimo Pietro, crescendo capirai…
Capirai quanto è bello nu juorno buono, ‘na jurnata ‘e sole, un campo di fiori primaverili, sedersi a leggere all’ombra di un grande albero, dare due calci ad un pallone, osservare le onde del mare, il volo di un gabbiano, una stella cadente.
Siamo qui riuniti per augurarti ogni bene all’inizio del viaggio della tua vita.
Sei così piccolo e vulnerabile che è assai difficile pensare che presto affronterai il cammino della vita con tutte le sue difficoltà, di ogni ordine e grado, con tutte le sue trappole.
Tuttavia noi ci impegniamo ad aiutarti lungo questo cammino, al fianco di Papà Mariano e Mamma Gabriella.
Un neonato non ha armi, non può parlare, dispone di un solo modo per difendersi: il suo sorriso.
Ma è sufficiente a far si che la razza umana non si estingua!
Leggi libri, il maggior numero che potrai. Sono una meravigliosa fonte di gioia, saggezza ed ispirazione.
Vivi in armonia con la natura: stai all’aria aperta, nei boschi, in montagna, al mare, nel deserto. E’ importante per il corpo e l’anima.

Dio ti benedica!


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