Carissimo
Pietro, non vorrei
che questa specie di “lettera aperta” suonasse troppo “deamicisiana” e
consigliasse l’Amore per i nostri simili, per la Patria , per il mondo e cose
del genere…
So della
tua esistenza dalle ore 9,55 di Mercoledì 16 Ottobre scorso quando con il treno
26 dell’ex Circumvesuviana mi recavo da Portici a Napoli e tua madre mi parlò,
per la prima volta, di te…
Con te,
dunque, divento nonno-bis, certamente non bisnonno, che è cosa anagraficamente
assai diversa.
E’ passato
del tempo dalla nascita di tua sorella Laura, esattamente 22 mesi circa dopo…
Ebbene
anche a te dirò che accetto il ruolo di “Nonno” ma che lo interpreterò a modo
mio, in maniera “alternativa”, anticonformista, così come io mi sento.
Ma non è di
questo che volevo parlarti, bensì di una malattia che ha colpito tanti e tanti
giovani di oggi, un po’ più grandi di te: la perdita della memoria. E’ vero che
se ti viene il desiderio di sapere chi fossero i dodici Apostoli o dove si
trova Nazareth non hai che da premere qualche tasto ed internet te lo dice. Ma
la memoria è un muscolo come quelli delle gambe e se non lo eserciti
avvizzisce… Ogni giorno, con mamma e papà, impara qualche verso, una breve
poesia; magari fa a gara con Lauretta per sapere chi ricorda meglio una canzone
di Mogol-Battisti, una poesia di Prevert, una preghiera di San Francesco
d’Assisi, la formazione di una squadra di calcio (come l’Inter di Helenio
Herrera o di Josè Mourinho).
Carissimo
Pietro, crescendo capirai…
Capirai
quanto è bello nu juorno buono, ‘na jurnata ‘e sole, un campo di fiori
primaverili, sedersi a leggere all’ombra di un grande albero, dare due calci ad
un pallone, osservare le onde del mare, il volo di un gabbiano, una stella
cadente.
Siamo qui
riuniti per augurarti ogni bene all’inizio del viaggio della tua vita.
Sei così
piccolo e vulnerabile che è assai difficile pensare che presto affronterai il
cammino della vita con tutte le sue difficoltà, di ogni ordine e grado, con
tutte le sue trappole.
Tuttavia
noi ci impegniamo ad aiutarti lungo questo cammino, al fianco di Papà Mariano e
Mamma Gabriella.
Un neonato
non ha armi, non può parlare, dispone di un solo modo per difendersi: il suo
sorriso.
Ma è
sufficiente a far si che la razza umana non si estingua!
Leggi
libri, il maggior numero che potrai. Sono una meravigliosa fonte di gioia,
saggezza ed ispirazione.
Vivi in
armonia con la natura: stai all’aria aperta, nei boschi, in montagna, al mare,
nel deserto. E’ importante per il corpo e l’anima.
Dio ti benedica!
Nessun commento:
Posta un commento
I COMMENTI IN QUESTO BLOG NON SONO MODERATI, OGNUNO SI ASSUME LA RESPONSABILITA' DI QUELLO CHE SCRIVE