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14 aprile 2014

DALL'EX AMMINISTRATORE DI SEPSA SPA AVV. RAFFAELLO BIANCO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Gentile Navarone,
Confermo i miei complimenti per il Suo blog, evidentemente visitato da importanti testate giornalistiche. Infatti la notizia che  “Il Mattino” riportò di un inaspettato “regalo”  agli ex dirigenti è stata attinta dalla lettera da Lei pubblicata, non avendo io rilasciato alcuna intervista. Sono stato invece compulsato dalla suddetta testata per replicare a quanto dichiarato dal direttore generale di EAV nella lettera riportata nella posta dei lettori in data 12 u.s. 

VEDI TESTO LEGGIBILE A FINE PAGINA

Non ho accettato per due ragioni: la prima è che, avendo constatato che si perpetua l’abitudine poco elegante di scaricare responsabilità su subordinati, ho preferito scegliere la strada di non alimentare ulteriormente la polemica all’esterno, a questo punto divenuta inutile e pretestuosa; la seconda ragione è che, per come io ho inteso l’esercizio della mia funzione in tanti anni di Sepsa, non ho  mai avuto  interesse ad una visibilità mediatica, avendo avuto sempre in massima cura la percezione dell’umore della vasta platea dei dipendenti (ossatura portante dell’azienda), del loro consenso ed anche del loro dissenso.
Questa è la ragione per la quale ritengo il Suo blog uno strumento di comunicazione di grande interesse ed anche un elemento di crescita professionale e di utilissima aggregazione, al quale soprattutto la dirigenza dovrebbe ispirarsi per conoscere i reali problemi dell’azienda.
Condivido perfettamente la Sua giusta e intelligente premessa, che rende il Suo blog libero ed indipendente dagli interventi e dalle opinioni di volta in volta ospitate.
Noto che ci ha pensato l’ing.  Racioppi a spedire al mittente l’accusa di falsità. Il blog  opportunamente ha omesso di pubblicare le “tabelle” che riportano gli stipendi dei dirigenti, resi peraltro a suo tempo noti dal “Corriere del Mezzogiorno”. Ivi sono riscontrabili i più che lauti stipendi anche di portavoce di questa decadente politica dei trasporti; stipendi che di poco si discostano da quello dell’ex Amministratore Unico di EAV. Ma siamo su due emisferi diametralmente opposti.
L’ingegner Alessandro Rizzardi ha realizzato, con la sua formidabile squadra, quasi due miliardi di opere  infrastrutturali, ha creato occasioni di lavoro per migliaia di addetti, ha fatto crescere l’economia delle famiglie nell’indotto, mentre i servizi venivano tranquillamente eserciti e mentre i dipendenti conservavano la certezza dello stipendio e l’orgoglio di ciò che in tanti anni avevano rappresentato. L’attuale Amministratore di EAV, con i suoi super pagati portavoce della funesta politica dei trasporti, non ha impedito (rappresentava la società controllante!) il fallimento di EAV Bus, ha contribuito all’immane contenzioso creatosi dopo la sospensione dei lavori, folle più che ingiustificata; senza batter ciglio ha assistito al degrado dell’intero sistema, alla crescita della cassa integrazione e della disoccupazione nell’indotto, alla cancellazione dei servizi e così via...
A tal proposito, anche in considerazione di quanto viene pubblicato oggi (vedi  Il Mattino sul blocco dei pignoramenti ad EAV sino al 30 giugno), è più utile forse evidenziare come la verità sul “buco” sino ad ora servito quale paravento alla incompetenza degli attuali gestori, in realtà altro non è che il cumulo di crediti delle imprese esecutrici dei lavori, regolarmente pagate sino al 2010 con fondi dedicati: regionali, statali e soprattutto europei. Questi ultimi purtroppo ora a rischio di perenzione.
Il debito dunque  esiste semplicemente perché, si ripete sino alla noia, nel 2010 fu decisa una sconsiderata sospensione dei lavori  e le imprese non furono pagate, pur avendo la disponibilità dei finanziamenti. Nessuno sa come andrà a finire, perché i danni arrecati rischiano di assorbire le risorse disponibili.
Ma torniamo solo per un attimo alla questione relativa agli stipendi elargiti ai dirigenti dimissionati, ai quali peraltro sino ad oggi non è giunta nessuna formale comunicazione che spieghi come sistemare questa faccenda anche per i probabili riflessi contributivi che essa può comportare. E non solo.
Un errore è possibile, certo. Ma in questo caso è lecito dubitare che errori del genere, simili o anche diversi (es.: duplicazione di pagamento a fornitori per la medesima prestazione) possono verificarsi  “indisturbati”, tenuto conto della inadeguatezza funzionale del “sistema azienda” che si è determinata a seguito della fusione in EAV delle tre aziende regionali; fusione condotta ed attuata frettolosamente, a mero scopo di facciata, priva di un concreto progetto organizzativo e di un serio piano industriale. Si sa che operazioni di questo tipo, se non gestite con i criteri scientifici dell’organizzazione e dell’economia aziendale, conducono ad un risultato paradossale rispetto all’obiettivo: le criticità delle singole aziende si moltiplicano in quella incorporante (EAV), mentre i valori e i pregi che caratterizzavano le singole strutture si disperdono.
Così è stato purtroppo per Sepsa, per Circumvesuviana e per Metrocampania Nordest.
Per chiudere sulla questione degli stipendi, è comprensibile il tentativo di giustificazione e di difesa, ma non quando diventa banale e patetico; è incredibile infatti che un direttore generale, in assenza dell’amministratore, abbia la facoltà di impegnare l’azienda in una rettifica a mezzo stampa, ma non abbia il potere di inviare un telegramma agli ex dirigenti: “non spendete quei soldi, perché non sono vostri!”.

Raffaello Bianco
ex Amministratore di Sepsa Spa




LA POSTA DEI LETTORI

Stipendi Eav un errore subito corretto

Valeria Casizzone
Direttore generale Eav
(nella foto)


In relazione all’articolo «Sorpresa Eav: pagato lo stipendio a dirigenti andati via un anno fa», pubblicato dal Mattino ieri, venerdì, sulla base di notizie trasmesse da Raffaello Bianco, ex amministratore di Sepsa, ci teniamo a segnalare alcune inesattezze.
L’errore materiale della nostra Amministrazione del personale, oggetto del vostro articolo, è stato infatti immediatamente rilevato, grazie a procedure automatizzate e sistemi efficaci ed efficienti sempre aggiornati (l’Eav utilizza il sistema paghe di ADP-Byte, uno dei leader mondiali del settore), e tempestivamente comunicato alla Direzione Generale Eav. È assolutamente falso, quindi, che tale errore sia «venuto alla luce grazie all’onestà dei soggetti coinvolti».
Nei giorni scorsi, per poter integrare alcune comunicazioni telematiche obbligatorie relative ai primi mesi del 2013, l’amministrazione del personale ha dovuto riattivare nell’anagrafica del sistema paghe i dirigenti Eav dimissionati nei primi mesi del 2013: una riattivazione avvenuta quando le paghe erano considerate ormai chiuse. Purtroppo la ritardata emissione del cedolino, avvenuta solo il 4 aprile, è stata (malauguratamente) preceduta da un ulteriore «giro» del sistema paghe, che ha generato , sulle posizioni dei dirigenti dimissionati, competenze non dovute.
Il fatto che non sia vero che il disguido sia emerso solo grazie «all’onestà dei soggetti coinvolti» lo attestano documenti e testimonianze che l’Eav è in grado di esibire. Alle ore 8,30 di lunedì 7 aprile, a soli tre giorni dalla data di erogazione degli stipendi – e dopo l’intermezzo di sabato e domenica – Porfirio Esposito, responsabile dell’amministrazione del personale, avvalendosi delle suddette procedure di verifica, rilevava l’errore e lo segnalava, tramite nota interna, all’addetto alle retribuzioni dirigenti, Domenico Cirella, per ulteriori verifiche. Avuta prontamente conferma dell’errore tecnico, lo stesso Esposito lo comunicava al responsabile alle Risorse Umane, Maurizio Papagno, redigendo immediatamente una nota dettagliata dell’accaduto che trasmetteva allo stesso Papagno, tramite mail, alle 14.05. Alle ore 14.45 il responsabile delle Risorse umane, Papagno, segnalava a sua volta l’errore, sempre tramite mail, al direttore generale Valeria Casizzone. Rapidamente venivano anche avviate le procedure per il recupero delle somme erroneamente accreditate; procedure solo in parte rallentate dalla momentanea assenza dell’Amministratore Unico, Nello Polese che, essendo in quei giorni a Bruxelles, non poteva materialmente firmare le lettere di richiesta di restituzione delle somme accreditate.

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Nessun discredito dell'Eav. Abbiamo scritto che si è trattata di una distrazione, subito rilevata - apprendiamo oggi - dalla società. Ma due dei cinque ex alti dirigenti, cui è stato per errore accreditato lo stipendio, da noi interpellati, avevano confermato che erano stati loro stessi a segnalare la circostanza. Prendiamo atto della versione dell'Eav. (ad.pa.)




1 commento:

  1. Non solo dirigenti anche ex dipendenti hanno ricevuto ulteriori emolumenti

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