Il potere conosce il suo popolo, sa come presentarsi e
nascondersi, si presenta con un servizio che bene o male (più spesso male che
bene) ,procede, e non richiede e controlla l’obbligo dell’esazione di un
biglietto ,visto, che in cambio offre un servizio a livello delle ferrovie
libiche ,con politica commerciale da terzo mondo.
Luciano, fa bene a mostrarsi indignato è un Capotreno alla vecchia maniera di uno che era abituato a considerare i viaggiatori paganti come degni dei sacrifici dei turni del personale viaggiante. Un viaggiatore pagante per lui rappresenta una persona che stacca un pezzo del suo pane per offrirlo in cambio del suo trasporto per recarsi “comodamente e con sicurezza” nel luogo dove se lo procura con pari dignità di qualsiasi lavoratore.
Questo tra trasportatore pubblico e utente , è un rapporto
antichissimo, che anticamente si chiamava in latino “onerariis” che in Italiano
si traduce “trasporto” e da cui oggi il termine “ONERE” che, odiernamente, significa un pagamento obbligatorio.
E il viaggiatore trasmetteva con il suo contributo, la sua
dignità, permettendo agli altri di portare a casa il pane con pari dignità. Detto,
tanto per ricordare le parole del Papa Francesco, sul lavoro e la sua dignità.
Devo ringraziare , il mio sindacato, l’UGL Trasporti, che sopporta
la mia logorroica smania da paladino contro le ingiustizie e grazie a loro
posso permettermi di dire ancora la mia. La bandiera del mio sindacato, magari
e piccola e non copre molto, ma è resistente e tenace e non si strappa
facilmente reggendo il mio peso di
lavoratore con pochi diritti, ma siamo ancora pochi e solo noi lavoratori
interni non possiamo contrastare lo sfacelo generale dovuto alla politica
aziendale con l’egida regionale.
Per cui ringrazio a Luciano di osservare i tanti problemi
dovuti allo sfacelo generale e dal voluto lassismo, e io non so se si salverà
la vesuviana e l’EAV in generale, come
azienda. Ma certamente la salvezza non
verrà dall’interno e i viaggiatori, non sono dei leoni, ma anzi, si adattano, e
magari non protestano quando un sospetto portoghese (come evasore intendo), si
siede al loro posto e nemmeno sanno che i capotreni non hanno più disposizioni
in merito a come comportarsi e chi deve controllare davvero il biglietto…
Ogni volta ci avviciniamo a questo blog, come gli Ebrei al
muro del pianto, ma stiamo arrivando al momento, che dobbiamo staccare qualche
mattone e tenerlo nei pugni, non noi forse, che ormai abbiamo molte cicatrici e
ci avviciniamo alla fine del servizio, ma un giorno quando davvero si fermerà
tutto e la gente capirà che quello che non si paga oggi non si avrà domani,
allora si che ci sarà da piangere per
tutti.
Per il momento dobbiamo unirci davvero solidalmente come
sindacati del gruppo e compattarci, senza partizioni e intese non condivise.
Ormai siamo rimasti soli e i nostri rinforzi (i viaggiatori e l’opinione
pubblica), non arrivano e chissà se arriveranno, chi potrà biasimare un
lavoratore che venderà cara la sua pelle per salvare il suo lavoro e ancor di
più, la sua dignità?
Un abbraccio ai miei
fratelli di Ferrovia
fratelli di Ferrovia
Bruno
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