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30 giugno 2013

DALLE PAGINE DEL BLOG VESUVIANANDO A QUELLE DE "IL MATTINO DI NAPOLI"


Polemiche, malumori, tensioni. Che si rincorrono nelle riunioni ufficiali ma anche nel blog dei lavoratori del comparto campano dei trasporti. Ovvero il processo di riconversione dei 120 impiegati di Eav in altre funzioni e mansioni che sta agitando da alcune settimane i colleghi interessati creando un clima di nervosismo generale e di sospetti. Riconversione su cui le organizzazioni sindacali si sono dette condivise «pur di mantenere i livelli occupazionali ed efficientare le aziende». Altra benzina su un fuoco di polemiche sul comparto trasporti, in stato d’agitazione. 
Sospetti relativi alla scelta dei vertici di Eav di inviare il personale interessato al cambio di qualifiche a visita medica presso un centro medico privato e non uno pubblico o quelle della Rfi per accertarne l'idoneità in mansioni di esercizio tra cui quelle di capitreno ed operai. «Eppure - scrive un utente - come prevede tassativamente il decreto ministeriale 88/1999 prevede che sia il pubblico ad accertare l’idoneità». Poi sempre l’anonimo aggiunge: «Andrebbe chiarito non soltanto perché Eav non si è servito per le visite delle strutture pubbliche quali l'Ispettorato sanitario di Rfi che ha sede anche a Napoli, né di altra struttura quale l'Asl territoriale o altro istituto di medicina legale, per accertare tali idoneità o meno. La cosa lascia molte ombre. Poi è da chiedere con quale criterio di trasparenza è stato scelto questo centro rispetto ad altri, e a quali condizioni economiche giacché è obbligatorio, secondo la legge n. 163/2006 che disciplina i contratti pubblici, che anche per i servizi professionali si deve procedere a selezioni pubbliche delle ditte bandendo i relativi avvisi». 
Non solo perché un altro utente fa presente come nell’elenco di dipendenti che devono essere riconvertiti «risultano anche persone affette da minorazioni fisiche e psichiche, portatori di handicap gravi. E lavoratori che sono sulla soglia della pensione. A che serve - si chiede l’utente - sprecare soldi pubblici per visite e corsi per persone che, specie se sulla strada del pensionamento, non potranno essere riconvertite?». 

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