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29 novembre 2012

DAL COLLEGA ROSARIO CARBONARO, RICEVO E PUBBLICO


IN MERITO AGLI APPELLI

Caro Giona, ritengo giusto intervenire, da lavoratore della Circumvesuviana, in merito agli appelli ultimamente lanciati ai macchinisti ed al personale viaggiante da altre categorie di lavoratori dell’azienda alla quale, malgrado tutto, mi onoro di appartenere.
Premesso che comprendo appieno le tue motivazioni e quelle degli altri colleghi che hanno in qualche modo aderito all’iniziativa, trovo che questi appelli, pur con tutte le buone intenzioni del caso, servono a veicolare nell’opinione pubblica l’idea che il “problema” sono solo e sempre i lavoratori e, oltretutto, davvero non c’è proprio bisogno in questo momento di alimentare inutili guerre tra i poveri.
Senza volere entrare nel merito delle questioni a monte delle trattative che non si chiudono e non mi appartengono né devono appartenermi, se è senz’altro giusto da lavoratori di quest’azienda dare tutta la nostra solidarietà ai viaggiatori e fare di tutto per venire incontro alle loro esigenze, è altrettanto giusto far loro conoscere che al maggiore carico di lavoro chiesto al personale viaggiante non corrisponderà un incremento delle corse dei treni a favore dell’utenza, ma solo una riduzione dei posti di lavoro.
Lo vogliamo dire ai nostri viaggiatori che hanno tutto il diritto, anzi il sacrosanto “dovere” di protestare per tutti i disagi che subiscono, non solo in quanto utenti titolari di biglietti e abbonamenti ma soprattutto in quanto cittadini che pagano le tasse a fronte delle quali non ricevono in cambio servizi pubblici adeguati, ma che scassare i vetri, danneggiare i treni e aggredire il personale non serve a proprio nulla e non risolve i problemi ma che le proteste vanno indirizzate, insieme ai lavoratori dell’ azienda e non contro gli stessi, verso le istituzioni locali e nazionali che, assecondando le correnti logiche liberiste, considerano, più o meno apertamente e indipendentemente dalle rispettive appartenenze partitiche, tutti i servizi pubblici una palla al piede di cui sbarazzarsi al più presto e, più in dettaglio, i lavoratori di qualsiasi comparto, dai dipendenti dei Trasporti Pubblici agli operatori della Sanità e della Scuola solo dei parassiti che vanno eliminati senza pietà e con queste convinzioni distruttive e non costruttive gestiscono la pubblica amministrazione ?
Glielo vogliamo far capire ai viaggiatori che vendere un’azienda con 150 treni in perfetto stato non è così facile come svendere al miglior offerente un’azienda dotata di 40 scassatissimi treni più 110 rottami e che, qualora ciò dovesse verificarsi, avranno si dei treni efficienti e puliti ma probabilmente uno ogni tre ore e non più al costo di 1 euro e 60 ma almeno a 5 euro perché il “privato”, si chiami esso Montezemolo, Lafayette o O Ci Min, ci dovrà e vorrà guadagnare ?
In altri termini e più esplicitamente, glielo vogliamo dire agli utenti che i “soliti noti” stanno contemporaneamente scippando a loro il trasporto pubblico locale e a noi il posto di lavoro (vedi EAV BUS) con la scusa della crisi e per di più mettendoci gli uni contro gli altri ?
O vogliamo come sempre, e aggiungo io stupidamente, perpetuare la guerra tra i poveri, lavoratori della Circum contro viaggiatori, viaggiatori contro dipendenti della Circum, lavoratori di una categoria contro quelli dell’altra, con il risultato di favorire ulteriormente le logiche correnti che vessano contemporaneamente gli uni e gli altri ?

1 commento:

  1. Sembra un discorso condivisibile ma pecca su un unico elemento cruciale: avete mai provato a chiedere veramente agli utenti che cosa preferirebbero? Ve la sentireste di chiedere loro seriamente se preferiscono tante corse senza certezza di orario e di servizio a basso costo (?) rispetto a poche corse certe e puntuali su treni puliti e confortevoli ma pagando di più? Organizzare un questionario rivolto ai viaggiatori è cosa semplicissima con gli attuali strumenti di comunicazione, ma ve la sentireste di farlo e POI comportarvi di conseguenza sulla base della rilevazione? È su questi argomenti che si distingue un atteggiamento progressista e riformatore da uno corporativo e conservatore. Cosa diversa poi è discutere sulle cause che hanno generato la crisi economica e cercare di capire se e come si possa arrestare la sperequazione tra le classi realizzando una maggiore equità sociale.

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