PAGARE LE COLPE ALTRUI
Ho letto la testimonianza del collega macchinista Bruno
Iome, è un altro aspetto del nostro lavoro.
Per
quanto, riguarda l’aspetto esistenziale e psicologico il collega Bruno, non ha
niente da rimproverarsi purtroppo lui è stato strumento inconsapevole di una
morte liberamente scelta da un poveraccio le cui motivazioni del gesto estremo
vanno ricercate a partire dalla vita sociale di oggi fino alle sue più intime
relazioni profonde.
Quell’uomo, non ha scelto di lottare e pur pietosamente
considerandolo, a preferito questa scelta di morte che ha coinvolto
emotivamente l’innocente Bruno.
Bruno non ha niente da rimproverarsi ed ha il compito di cancellare dalla sua
mente quegli occhi che l’hanno guardato per l’ultima volta ci vuole coraggio e
determinazione ma ci riuscirà, Dio non ha nulla da rimproverargli per un evento
che non ha scelto.
Ha comunque fatto bene ha raccontare, le conseguenze e cosa si nasconde, dietro un suicidio anche se
dovrebbe essere il nostro sistema sociale, di oggi a capire, cosa ha spinto quest’uomo a quel
gesto ma sembra che la società attuale sia indifferente a alla persona come
individuo ma come oggetto burocratico e legale.
Una lezione dobbiamo trarre da quel gesto, quell’uomo non ha
reagito, ha offerto il suo corpo ad un destino che lui riteneva
improcrastinabile, ma che poteva essere con un briciolo di diverso coraggio e
tenacia. E questo serve anche a noi come individui e dipendenti di una Azienda
che è avvilita e senza più volontà confusa da tante voci politiche e sociali.
Quindi svegliamoci, il treno dobbiamo farlo funzionare non aspettarlo fermi in
mezzo alle rotaie, rimuoviamo dalla testa (allegoricamente parlando) gli
atteggiamenti di inerzia e incapacità di muoversi. Cominciamo, veramente dalla
testa !!!!!
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