COMUNICATO CONFAIL
Per lo sviluppo del servizio ferroviario contro la sua privatizzazione Dobbiamo dire con chiarezza e senza
mezzi termini che l’incontro con l’EAV del 24 aprile 2012 ha avuto un esito negativo.
E’ questa la valutazione della CONFAIL e la motiviamo. Siamo ad un anno della presentazione del piano
industriale e non ancora si è trovata la soluzione per il problema del debito che costituisce, insieme al taglio
del fondo nazionale, la causa principale della crisi delle aziende ferroviarie. Nessuno sviluppo è
possibile senza le risorse finanziarie necessarie; la Regione ha ancora aperte diverse opzioni ma le decisioni
tardano a venire.
In questo quadro dobbiamo registrare un cambiamento nella strategia del Grupp che, rendendosi conto
dell’impossibilità di attuare la “fusione”, adesso vuole procedere rapidamente alla costituzione di due società
mediante lo scorporo delle attività dell’Esercizio delle tre aziende in una e della Infrastruttura in un’altra.
Questa operazione prelude alla gara con relativa privatizzazione dell’”Azienda Esercizio” che, liberata dal
debito, sarebbe molto appetibile per la dimensione, per il bacino di traffico servito e per i viaggiatori
trasportati.
Su questa ipotesi la CONFAILha espresso le proprie contrarietà e fatto notare che quadro legislativo non
obbliga alla gara.
Inoltre nel caso di separazione il debito a chi sarebbe accollato? Se fosse dato all’”Azienda Infrastruttura” il
futuro di essa sarebbe compromesso assieme a quello dei lavoratori, per non parlare delle preoccupazioni
sul futuro dell’unità contrattuale dei lavoratori.
La riunione ha anche registrato un netto arretramento nei rapporti sindacali e ciò per la volontà di EAV di
applicare in modo unilaterale l’intesa regionale di dicembre/gennaio e di cambiare i turni di servizio non
contrattando, ma solo sentendo le OO.SS.
Infatti, anche se è previsto un ulteriore incontro sulla omogeneizzazione salariale, nessuna apertura si
intravede sulle problematiche che la CONFAIL (e le altre le OO. SS.) ha posto e in particolare: la corretta
applicazione degli accordi sull’organizzazione, il riconoscimento delle qualifiche non ancora maturate, il
riconoscimento delle indennità previste per l’agente solo, sui quadri, sulla perdita delle competenze a seguito
della riduzione dei programmi di esercizio e, non certo di secondaria importanza, la gestione in questa fase
transitoria dei trasferimenti verso le qualifiche dove ci sono carenze senza penalizzare i lavoratori interessati.
L’operazione di scissione, quindi, la si vuole realizzare in un difficile quadro di rapporti sindacali con
decisioni unilaterali là dove ci sarebbe bisogno di contrattare e condividere.
Abbiamo sentito in questi giorni, dopo le proteste dell’Utenza riprese dalla stampa e dalle televisioni, di
risorse stanziate per la manutenzione, risorse che al momento, non sono state ancora erogate alle aziende e
quindi quel miglioramento del servizio è di là dal venire.
La crisi del trasporto locale la stanno pagando i lavoratori e gli utenti. Questi ultimi per il peggioramento del
servizio, i primi in termini di perdita di posti di lavoro: quelli perduti con la riduzione dei programmi di
esercizio, quelli che si perderanno per effetto dell’applicazione del contratto di solidarietà che l’azienda ha
confermato di volere applicare per 600 lavoratori con un risparmio in termini di orario pari a 180 unità e
quelli che scompariranno per l’efficientamento che per l’azienda vuol dire condizioni di lavoro e ritmi più
pesanti.
Tutti sacrifici di dubbia utilità visto che non si parla di aumentare il servizio e la sua qualità e non si intravede
una uscita dalla crisi.
A questo punto bisogna contrapporre alle proposte aziendali una valida linea sindacale. Le nostre proposte
sono: lavorare per l’obiettivo di aumento del servizio ferroviario in termini chilometrici e di qualità con
l’utilizzazione di tutto il personale necessario a tale scopo: non quindi una riduzione di personale a parità di
servizio ma più servizi a parità di personale evitando il contratto di solidarietà e puntando sull’esodo
incentivato anche per gli anni a venire; una forte riorganizzazione della controlleria con il mantenimento della
tariffazione integrata e l’aumento delle risorse da biglietti da parte del consorzio verso le aziende ferroviarie
fortemente penalizzate; un mutuo o altro strumento finanziario per ripianare il debito in diversi anni;
un aumento della produttività di tutti i lavoratori con il riconoscimento agli stessi per l’impegno collettivo e
individuale con modalità da concordare.
E’ appena il caso di ricordare che non è questo il momento dei tatticismi e delle separazioni, chi ha altre idee
e proposte per l’obiettivo delineato le avanzi, ne discuteremo e dopo tutti a sostenerle con la mobilitazione e
la lotta. Non ci arrendiamo al disfacimento delle nostre aziende e mandiamo a casa chi vuole affossare il
trasporto locale.
Lavoratori vi terremo informati sui prossimi sviluppi e sulle iniziative che verranno
programmate.
Napoli 25/04/2012
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