BREVI, FLASH, ANNUNCI.....

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27 maggio 2016

RICEVO E PUBBLICO

Fortemente voluta da Rosario Vannelli e da Giuseppe Aurino, si è svolta venerdì 27 maggio, nella Cappella di Stazione di Napoli Porta Nolana, l'annunciata Messa di Trigesimo per Mario Di Matteo.
Decine e decine di Colleghi, al di là e al di sopra di qualifiche aziendali, si sono stretti ai figli del caro estinto, Adele ed Antonio, intorno all'altare, in un'atmosfera densa di vari significati.
 
Ad Emilio Vittozzi il compito di ricordare Mario:
 
Ci sono persone che, per  mestiere e per modo di fare, entrano nell’esistenza di ognuno di noi.
Le incontriamo ogni giorno e non possiamo non osservare il loro tratto, la loro disponibilità, la loro capacità di mettersi in sintonia con tutti.
Per questo motivo, quando viene a mancare una persona del genere, è come se con lei se ne andasse un pezzo della nostra vita quotidiana, in questo caso della storia della nostra gloriosa ex azienda.
Mario Di Matteo era, per così dire, una “istituzione” della Circumvesuviana, non solo per l’aspetto “legale” del suo lavoro: con lui va via un modo di “vivere” l’azienda che non c’è più… La sua presenza “operosa” ha rallegrato i nostri giorni, anche per impegni squisitamente extralavorativi.
Promotore del Fondo di Solidarietà, Fondatore e Primo Presidente del CRAL, Consigliere d'Amministrazione della Cassa “Maurizio Capuano”, ha sempre operato per l’umanizzazione del lavoro.
Mario ha svolto un ruolo significativo nell’ex Circumvesuviana: lo ha fatto per tanti anni, con passione e competenza.
La nostra presenza qui è per testimoniargli stima, gratitudine ed affetto per tutto quello che ha fatto.
Tramite San Giovanni Bosco, il “Santo Sociale”, lo affidiamo al Signore crocifisso e risorto: Egli più di noi lo conosce, conosce quello che è passato per il profondo del suo cuore, conosce la sua bontà.
Possa ognuno di noi, venuto a ricordare un collega, un amico, sentirsi spinto a fare la sua parte per rendere migliore questa azienda in cui operiamo, questo mondo in cui viviamo.
Ai suoi figli, Adele ed Antonio, possiamo solo promettere che, difficilmente, dimenticheremo il loro papà, unitamente al loro zio, Michele, persone perbene, persone di un mondo che non c’è più…
Tutti i nipotini, da grandi, potranno venire a sapere che il loro nonno era stimato ed amato dai suoi colleghi di lavoro, caso mai guardando la statuetta della Sacra Famiglia di Nazareth.
A me, personalmente, mancherà l’affettuoso “Uagliò, mi sei piaciuto…”, dopo qualche mio intervento scritto o verbale, frutto di un bel rapporto fatto di stima sincera, basato sulla differenza di età (15 anni ), che gli consentiva di rapportarsi a me come l’amico più grande…

Emilio Vittozzi

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