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12 novembre 2015

FARE BENE O FARE MALE COSA E’ PIU’ FACILE? DI BRUNO VINCI

I tempi attuali, sono frutto di crisi gestionale, la gestione è marionetta politica ed il burattinaio dorme in

attesa del suo giorno buono. E intanto, il tempo scorre, i treni diventano sempre più vecchi e necessitanti di

manutenzione e la manutenzione necessità di ricambi e di persone che la facciano, spiritualmente motivati

da uno stipendio sicuro ed un forte polso aziendale. Sembrerebbe facile risolvere tutto, ma manca

dappertutto, volontà e responsabilità.

Come il premier ci insegna, questa è l’epoca dei buoni propositi, delle intenzioni dell’ottimismo indiziale,

basato su labili indizi di ripresa. Ma i progetti  ponderati e razionali ed economicamente fattibili mancano. E

certamente assurdo, pensare a una dirigenza libera da legami politici e fortemente responsabile, visto che i

loro destini sono influenzati dal regime politico e i personaggi del momento, rappresentativi di una casta

che cambia formee modi,  ma persiste, non credo che per scrivere queste righe serva l’intelligenza e la

memoria di un  Pico della Mirandola, che nella sulla orazione della dignità dell’uomo, scriveva:

“Già il Sommo Padre, Dio Creatore, aveva foggiato,  questa dimora del mondo quale ci appare. Ma,

ultimata l'opera, l'Artefice desiderava che ci fosse qualcuno capace di afferrare la ragione di un'opera

così grande, di amarne la bellezza, di ammirarne la vastità. (ndr “l’uomo”). Ma degli archetipi non ne

restava alcuno su cui foggiare la nuova creatura, né dei tesori, né dei posti di tutto il mondo [...]. Tutti

erano ormai pieni, tutti erano stati distribuiti nei sommi, nei medi, negli infimi gradi.”

Descrivendo così, già sei secoli fa, la natura umana e la società che essa si prefigge, ma continua

« [il creatore]… Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso

quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai

degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose

superiori che sono divine. Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni specie e germi d'ogni vita. E a

seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti.  se sensibili,

sarà bruto, se razionali, diventerà anima celeste, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro

della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio.

Le parole di  Pico della Mirandola, non si riferivano  a un Creatore di una determinata religione, ma

solo alla perfezione delle cose del creato, e faceva capire che noi possiamo essere bruti imperfetti o

creature superiori ed intellettuali con l’uso della logica e di un onesta razionalità.

Oggi essere intellettuali è considerato un opzione ma siamo obbligati a gestire potere e soldi con

acume per avere risultati concreti e duraturi, quindi mi auguro che i ns. vertici diretti, ponderino i pro e

i contro prima di effettuare qualsiasi decisione atta al miglioramento aziendale.

In fondo Dante disse che non fummo fatti per vivere come bruti (mangiare, divertirci e lussi inutili,

come IMPONE la società di oggi), ma per seguire il cammino della virtù e della conoscenza. Quindi,

desistete dall’inseguire vantaggi e previlegi, ma lasciate ai posteri un scia di virtuosa dignità qualsiasi

posto voi occupiate, alto o basso che sia. Perché, anche se mi odieranno (i bruti)  che lo scriva, la colpa

non è sola della testa ma anche del corpo mollemente accondiscendente.




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