BREVI, FLASH, ANNUNCI.....

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18 novembre 2015

DA PADRE DANILO FIORI, NS INVIATO PER CONTO DI DIO, RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO


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POESIA DI UN IMMIGRATO

Colui che mi ha creato mi ha donato una famiglia, insieme anche ad una terra.Ma ora tutto ciò che era il mio tesoro mi è stato tolto con la guerra.
Avevo gli amici, un cielo azzurro sopra di me ed anche un lavoro
Ma ad un tratto son dovuto scappare perdendo il mio decoro.
Il mio popolo, il popolo col quale volevo costruire un futuro è in fuga dal nemico; un nemico che vuole, sui nostri sogni, mettere un muro.
Guardo ai nostri bambini, ai piccoli che fin da ora vedono solo sangue, bombe e dolore  e piango al pensiero che non potranno magari poter più sperimentare nella loro casa, l'amore.Ora siamo qui insieme  in mezzo al mare, alla mercè anche di sfruttatori che in barba alle nostre innumerevoli ferite pensano di salvarci coi loro barconi 
Il sogno di una nuova vita lontano dalla guerra e dalla sofferenza ci unisce sempre più e pur di non vedere la morte scappiamo incontro ad un'altra morte che può venire laggiù.Ci aggrappiamo al quel Dio che non ci lascia mai e vede i nostri cuori lacerati che ha vissuto pure lui l'esodo e sa' cosa significa fuggire dalla propria terra per non essere braccati.

Anche oggi io cerco col mio popolo una nuova terra promessa nella quale vivere in pace e scrivere una storia che non sia la stessa. Io credo a questa vita e all'uomo, credo all'amore e alla riconciliazione Credo a che qualcuno ci aiuterà, che ci porterà fuori da questa triste situazione e li ringrazio fin d'ora affinchè non possano pure loro sperimentare le nostre umiliazioni per ricordarsi quanto sia santa la terra che hanno sotto i piedi piena di benedizioni. Perdono chi ci ha fatti del male e chi ha ucciso i miei concittadini. Non nutro rancore o vendetta. La lascio ai meschini.

Io cerco una Nuova Terra Promessa




1 commento:

  1. Fulvio Scaglione:,è Vice Direttore di Famiglia Cristiana....
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    Il terrorismo dell'Isis e le complicità dell'Occidente...


    E’ inevitabile,che dopo tragedie come quella di Parigi si sollevi una nuvola di facili sentenze destinate, in genere, a essere smentite dopo pochi giorni, se non ore, e utili soprattutto a confondere le idee ai lettori.
    E’ la nebbia di cui approfittano i politicanti da quattro soldi, i loro fiancheggiatori nei giornali, gli sciocchi che intasano i social network. Con i corpi dei morti ancora caldi, tutti sanno già tutto: anche se gli stessi inquirenti francesi ancora non si pronunciano.....

    Ancor meno sopportabile è il balbettamento ideologico sui colpevoli, i provvedimenti da prendere, il dovere di reagire. Non a caso risuscitano in queste ore le pagliacciate ideologiche della Fallaci, grande sostenitrice (come tutti quelli che ora la recuperano) delle guerre di George W. Bush, ormai riconosciute anche dagli americani per quello che in realtà furono: un cumulo di menzogne e di inefficienze che servì da innesco a molti degli attuali orrori del Medio Oriente.

    Mentre gli intellettuali balbettano sui giornali e in Tv, la realtà fa il suo corso. Dell’ Isis e delle sue efferatezze sappiamo tutto da anni, non c’ è nulla da scoprire. E’ un movimento terroristico che ha sfruttato le repressioni del dittatore siriano Bashar al Assad per presentarsi sulla scena: armato, finanziato e organizzato dalle monarchie del Golfo (prima fra tutte l’ Arabia Saudita) con la compiacenza degli Stati Uniti e la colpevole indifferenza dell’ Europa.

    Quando l’Isis si è allargato troppo, i suoi mallevadori l’ hanno richiamato all’ ordine e hanno organizzato la coalizione americo-saudita che, con i bombardamenti, gli ha messo dei paletti: non più in là di tanto in Iraq, mano libera in Siria per far cadere Assad. Il tutto mentre da ogni parte, in Medio Oriente, si levava la richiesta di combatterlo seriamente, di eliminarlo, anche mandando truppe sul terreno. Innumerevoli in questo senso gli appelli dei vescovi e dei patriarchi cristiani, ormai chiamati a confrontarsi con la possibile estinzione delle loro comunità.

    Abbiamo fatto qualcosa di tutto questo? No. La Nato, ovvero l’ alleanza militare che rappresenta l’ Occidente, si è mossa? Sì, ma al contrario. Ha assistito senza fiatare alle complicità con l’ Isis della Turchia di Erdogan, ma si è indignata quando la Russia è intervenuta a bombardare i ribelli islamisti di Al Nusra e delle altre formazioni.

    Nel frattempo l’Isis, grazie a Putin finalmente in difficoltà sul terreno, ha esportato il suo terrore. Ha abbattuto sul Sinai un aereo di turisti russi (224 morti, molti più di quelli di Parigi) ma a noi è importato poco. Ha rivendicato una strage in un mercato di Beirut, in Libano, e ce n’ è importato ancor meno. E poi si è rivolto contro la Francia.

    Abbiamo fatto qualcosa? No. Abbiamo provato a tagliare qualche canale tra l’Isis e i suoi padrini? No. Abbiamo provato a svuotare il Medio Oriente di un po’ di armi? No, al contrario l’ abbiamo riempito, con l’ Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ai primi posti nell’ importazione di armi, vendute dai cinque Paei che siedono nel Consiglio di Sicurezza dell’ Onu: Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia.

    Solo l’altro giorno, il nostro premier Renzi era in Arabia Saudita a celebrare gli appalti raccolti presso il regime islamico più integralista, più legato all’ Isis e più dedito al sostegno di tutte le forme di estremismo islamico del mondo. E nessuno, degli odierni balbettatori, ha speso una parola per ricordare che il denaro, a dispetto dei proverbi, qualche volta puzza.

    Perché la verità è questa: se vogliamo eliminare l’Isis, sappiamo benissimo quello che bisogna fare e a chi bisogna rivolgersi. Facciamoci piuttosto la domanda: vogliamo davvero eliminare l’Isis? E’ la nostra priorità? Poi guardiamoci intorno e diamoci una risposta. Ma che sia sincera, per favore. Di chiacchiere e bugie non se ne può più.

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