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9 maggio 2014

DALL'AVVOCATO RAFFAELLO BIANCO RICEVO E PUBBLICO

Avv. Raffaello Bianco


​​​​​​​​On Stefano Caldoro
​​​​​​​​Presidente Regione Campania

​​​​​Dott. Pietro Voci
​​​​​​​​Commissario Ad Acta

​​​​​​​​Ing. Sergio Vetrella
​​​​​​​​Assessore ai Trasporti

​​​​​​​​Dott. Antonio Marchiello
​​​​​​​​Direttore Generale
​​​​​​​​USTIF Napoli






Oggetto: accordo tra: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti/ Ministero dell’Economia e delle Finanze/ Presidente della Regione Campania per l’approvazione dei piani di cui all’art. 16 comma 5 del dl n. 83 del 22/06/2012, convertito dalla legge 07/08/2012 n. 134
​L’accordo in oggetto costringe ad un commento.
​Non si conoscono i verbali istruttori, ma dalle premesse è agevole rilevare quanto meno uno stato di necessità preordinato allo svincolo delle risorse, a valle di una serie di inadempienze e di pessimi fatti gestionali che hanno caratterizzato il tempo sin qui trascorso, da dedicare al cd risanamento; inadempienze e fatti che non avrebbero giustificato altrimenti – cioè in assenza del dedotto (colpevole) stato di necessità – l’approvazione del piano,  corredato da molteplici prescrizioni.
​Sembra dunque scongiurato il paventato e strumentale pericolo di interruzione del servizio pubblico di trasporto, almeno per il momento.
​E’ altrettanto agevole prevedere – in costanza dell’ attuale gestione dei trasporti campani che ha determinato un danno strutturale al sistema – che le risorse messe a disposizione con l’approvazione del piano costituiranno un rimedio utile al solo prolungamento dell’agonia.
​A parte questo rilievo di carattere generale (da approfondire nelle sedi opportune), giova osservare come ancora una volta si tenti di attuare il disegno – logoro e stantio – di coprire evidenti responsabilità nelle quali è incorsa la gestione successiva all’anno 2010, introducendo postulati del tutto erronei e talvolta documentalmente falsi.
​Le responsabilità dell’attuale gestione dei trasporti campani vanno così schematizzate:
1) ​Una incredibile confusione tra il DEBITO contratto dalle aziende del gruppo Eav per assicurare vecchi e nuovi servizi (comprensivi dei costi manutentivi per le nuove stazioni) nonché per fronteggiare gli effetti del fenomeno inflattivo (da qui il corrispondente credito nei confronti della Regione) con i CORRISPETTIVI dovuti alle imprese appaltatrici dei lavori e delle forniture, i quali trovavano tranquilla copertura finanziaria in risorse regionali, statali e comunitarie.
​Questa tragica confusione indusse l’attuale governo regionale ad adottare due micidiali delibere: la n. 533 e la n. 534 del 02/07/2010, con le quali si diede inizio allo sfascio di tutto ciò che era stato realizzato nel settore degli investimenti nel corso del quasi decennio 2001/2010: un record europeo di investimenti, una capacità di spesa che valse alla Regione Campania il riconoscimento della premialità prevista dalla normativa comunitaria. Altri tempi.
​Conseguenza della suicida decisione: cantieri abbandonati, imprese in ginocchio, occupazione diretta e nell’indotto allo stremo, finanziamenti perenti, contenzioso alle stelle. Ed altro.
​Gli effetti demolitori perdurano e si aggravano, giorno dopo giorno, essendo del tutto inefficace il tentativo riparatorio (dopo ben quattro lunghi anni di inerzia) timidamente introdotto con l’inutile delibera riprogrammatoria n. 39/2014: con essa si chiude un errato procedimento, alla luce dei fatti ridicolo (l'unico caso di autotutela distruttrice!), peraltro vanificato dallo stesso accordo che si commenta (vedi art. 7, con il quale la Regione si impegna a una nuova riprogrammazione intesa soprattutto a definanziare opere per recuperare risorse). Bel risultato, complimenti!
​Sono ben noti, in conclusione, gli effetti devastanti cagionati dalla citata aberrante politica; è ultroneo ricorrere ad esempi di esplosione di debiti da contenzioso (Ascosa 4, Costruire, Astaldi, Giustino etc. etc.: praticamente tutte le imprese esecutrici dei lavori ne sono coinvolte), cosicché gli attuali gestori aziendali e regionali non potranno sfuggire alle loro responsabilità, ricorrendo all’ormai abusato tentativo di ribaltarle “sul passato”.

2) ​La conclamata, documentata e purtroppo irrefrenabile cattiva gestione dimostrata e attuata nel settore degli investimenti, si estende naturalmente ai servizi: un dramma senza fine e senza limiti al peggio. Un’azienda fallita (Eav Bus era sostanzialmente in bonis), gloriose ferrovie degenerate in pochi anni e catapultate in una mostruosa inefficienza; Ischia, Costiera, Campi Flegrei praticamente appiedati. “Binari, mare e strade: un disastro sulle rotte del Golfo”, titolava “Il Mattino” del 07/05/2014!
​Anche qui dunque l’inadeguatezza gestionale e le scelte errate sono state protagoniste: una fusione di aziende condotta senza metodo e senza un serio piano industriale, nella quale si sono dissolti tutti i pregi e i valori delle singole strutture, mentre si sono moltiplicate le criticità di ognuna. Un pateracchio senza futuro.
Una organizzazione o, meglio, una disorganizzazione del personale paurosa, caratterizzata da provvedimenti schizofrenici: Si alla riconversione di amministrativi, No alla riconversione, Si alla risoluzione del rapporto di ottimi dirigenti, poi inammissibili tentativi di recupero, No ai comandi e ai distacchi, Si ai comandi e ai distacchi; Si a pagamenti improvvisi di stipendi a dirigenti pensionati, Si a protrazione di rateizzazione di quote non dovute a dipendenti pensionati e liquidati; Si a illegittime assunzioni, con destinazioni di agenti in distacchi sensibili; Si alla irragionevole e scriteriata sostituzione del direttore generale; Si a superliquidazioni a dirigenti pensionabili; Si alla permanenza dell' amministratore di EAV, illegittimamente nominato in dispregio di un preciso divieto di una legge regionale: soggetto indefinibile, indifferente ad ogni evento calamitoso, causato da lui medesimo ovvero da chi lo circonda. Tutto ciò tra garruli trastulli e figuracce a go go!
​Indicati per sommi capi e con estrema sintesi le responsabilità dei gestori aziendali e regionali campani, la presente viene inviata a futura memoria e costituisce una necessità imposta dalla previsione dell’art. 4 dell’accordo in commento.
​Ivi si legge che, sul presupposto (erroneo) dichiarato dalla Regione Campania che i lavori dalle precedenti gestioni furono commissionati ed eseguiti senza copertura finanziaria, si raccomanda di adottare, evidenziandone le tipologie, nuove procedure che per il futuro abbiano in debito conto… la copertura finanziaria!!
​Vien da riflettere: nessuno si è chiesto come sia stato possibile SENZA COPERTUA FINANZIARIA eseguire e completare 54 chilometri di linee e 39 stazioni in meno di dieci anni? Un fenomeno che proiettò la Regione Campania ai vertici della capacità di spesa in Italia (oggi è la peggiore d’Europa: ultima!)
​Ivi si aggiunge ancora (e questo è il motivo che induce alla presente iniziativa) e si raccomanda di attivare “tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente qualora le procedure sino ad oggi adottate abbiano arrecato danno alle società ovvero all’erario”.
​Si noti la timidezza nell’adozione delle parole: strumenti e non azioni di responsabilità, non formali ed obbligatorie denunzie alla Corte dei Conti: un immeritato riguardo al rappresentante dei soggetti regionali responsabili dell’immane danno arrecato, patrimoniale ed erariale. Era seduto al tavolo dell'accordo.

Napoli, 08/05/2014
Avv. Raffaello Bianco

P.s. La presente viene inviata all’Ustif di Napoli con preghiera di inoltro agli organi ed uffici interessati all’accordo, alla sua esecuzione e al suo monitoraggio.

Viene altresì inviata agli ex Amministratori di Eav Srl (ing. Alessandro Rizzardi), di Circumvesuviana (dott. Bruno Spagnuolo) e di Metrocampania Nordest (ing. Giuseppe Racioppi), perché (se lo ritengono) possano regolarsi in conformità alla presente iniziativa dello scrivente ex Amministratore della società Sepsa Spa





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