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22 novembre 2013

DAL DOTT. FRANCESCO CAROLA, NOSTRO VIAGGIATORE, RICEVO E PUBBLICO


Salve signor Giovanni, le ho già scritto tempo fa. L'occasione mi è gradita per continuare a ringraziarLa per il servizio offerto dal suo blog che ci illustra altri punti di vista al disfacimento della sua azienda.

Stamani ho avuto il sentore che veramente siamo arrivati al punto di non ritorno... le soppressioni dei treni per Sorrento... alla fine anche la tratta più "redditizia" (?) è alle strette.

Mi chiedo quanto ancora lo strazio continuerà.

Le scrivo per chiederlLe un pò di chiarezza... per capire... dall'esterno mi sembra che ci siano delle proposte da parte dall'azienda ma puntualmente vengono fatte rimbalzare dai sindacati. Ogni proposta che richieda un sacrificio viene rigettata. Ripeto, Le sto esponendo delle mie riflessioni da ciò che leggo e vedo ogni giorno.

Mi domando se questo "ostracismo" da parte dei dipendenti sia fondato o no... se non ci sia veramente una volontà di venir incontro alle esigenze di sopravvivenza della vostra e anche nostra circumvesuviana.

Dal di fuori si vede solo il voler fare il proprio compito e basta... è avvilente vedere ogni mattina ogni sorta di "portoghese" superare le barriere ed affollare il proprio treno e ci si sente anche dei veri e propri  "imbecilli" nel pagare il titolo di viaggio.

Perché non c'è una volontà comune di combattere l'evasione? Perché dobbiamo essere presi in giro con un orario "fasullo" sulle corse? Perché devo vedere personale della Circumvesuviana gioviale e spensierato mentre aspetto da 50 minuti un treno?  

Io non mi arrendo!!! E' in quanto utilizzatore pagante penso di avere voce in capitolo!

Ha tutto il mio sostegno per la sua attività e la invito a sensibilizzare noi utenti sulle proposte e non sulle colpe... le colpe le appureremo dopo e sinceramente ora come ora non mi interessano! Ora pensiamo a salvare il paziente... se veramente da parte vostra c'è la volontà di salvarlo.

Chiudo il mio sfogo chiedendole scusa se ho usato toni forti ma se la pressione non scema in qualche maniera si rischia solo di farsi del male tra di noi.

Grazie
dott. Francesco Carola


AVVISO
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1 commento:

  1. Non posso che ripetere quanto già scritto in un altro commento. Su questo blog è comparso più volte qualche post dal titolo "ca' si viaggia e nun se pava". Ma per quei pochi paganti vale l'inverso. Si paga ma non si viaggia. Ma viene dato per scontato che ci dobbiamo rassegnare a subire, come se il tempo della nostra vita non valesse nulla. Umiliati dal disprezzo totale della materialità della nostra esistenza, Ma sarebbe ora di chiedere il conto noi.
    Con quella che Noam Chomsky definisce la "strategia della gradualità" pian piano, fiaccando ogni resistenza, si arriva a far accettare misure drastiche e vigliacche applicandole gradualmente, per anni consecutivi. Tanto che alcuni si ritengono fortunati, perché hanno ancora una lavoro di m... e perché almeno qualche treno passa. I malati di Sla devono manifestare in piazza e qualcuno ha dovuto minacciare di lasciarsi morire per farsi ascoltare e per vedersi riconosciuti i propri diritti. Ci stanno rinchiudendo nell'eurolager con i kapò a eseguire gli ordini di annientamento attraverso misure di rigore imposte dal fondamentalismo economicistico imperante.
    Per stare al fatto, ma i viaggiatori paganti perché non cominciano a chiedere la monetizzazione risarcitoria di tutti i disagi inflitti quotidianamente? L'azienda, la Regione ci deve ripagare di tutto il tempo perduto in attese inutili, di ore, in stazioni ora anche al buio, dei viaggi in condizioni indegne di un essere umano.
    Se proprio l'Eav non può più assicurare il servizio, deve fare in programma di esercizio con le risorse che ha. Se le corse si possono fare solo ogni due ore, lo si dica. Ma basta con il gioco al massacro dei pendolari, con soppressioni improvvise e ritardi. Ma dove sta scritto che ci dovete lasciare al buio, ad attendere come bestie e a viaggiare come deportati. O ci rimborsate o fate un esercizio ridotto ma certo. Chi lotta per vedersi riconosciuti dei diritti non può usare i pendolari come carne da macello. Se la mobilità è un diritto, questa è una lotta di tutti, viaggiatori e lavoratori Eav.
    La violenza strutturale, quella contenuta nelle misure economiche stabilite dai teologi del neoliberismo è quella che il giornalista Carillo, in un recente articolo sull'odissea quotidiana dei trasporti, ha definito come peste, una tragedia di cui non risponderà nessuno. "Anzi troverete senz'altro qualcuno pronto a giustificarla in nome della razionalizzazione della spesa, dell'insostenibilità del sistema del trasporto locale, descritto come un "lusso" d'altri tempi. È appena il caso di ricordare che muoversi non è un lusso ma un bisogno. E che la libertà, per i moderni, è prima di tutto libertà di movimento"

    Antonio

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