UNA PICCOLA PREMESSA
Diverso tempo fa chiesi da questo "pulpito" a chiunque fosse capace di tradurre il sindacalese, di farsi avanti per rendere chiare le situazioni che ci riguardano e che spesso chiare non sono a causa della stringatezza dei comunicati e della terminologia spesso usata nella loro redazione.
L'appello come potete vedere è stato accolto e il collega Carrabba ma saltuariamente (troppo saltuariamente) anche Franco Vuolo si affaccia a queste pagine per esternare, ognuno le proprie considerazioni di sindacalisti di riconosciuta esperienza. Pertanto oltre a ringraziare Paolo e Franco per averci voluto rendere meno sibillini i vari passaggi sindacali in special modo in questi ultimi mesi, invito TUTTI, tra chi in grado di fare altrettanto e con la stessa efficacia, a renderci piu' chiare le cose di "casa EAV", quindi di casa nostra.
giona
La
situazione del gruppo EAV, continua ad essere preoccupante, nella giornata del
10 ottobre si è passati da un moderato ottimismo, circa l’approvazione da parte
del Consiglio dei Ministri di un emendamento inserito nella manovra di
correzione del bilancio statale, in cui si chiedeva di poter anticipare
l’erogazione dei fondi FAS previsti dal piano di rientro prima della sua
approvazione, alla certezza che tale emendamento era stato stornato per
mancanza di copertura finanziaria.
Le
notizie che provengono da Roma, riportano di una ri-proposizione
dell’emendamento nel prossimo Consiglio dei Ministri previsto per la settimana
prossima, ma comunque sia, significa che al pari di altri emendamenti stornati
bisognerà trovargli la copertura finanziaria.
Come
lavoratori di questa azienda, bisogna dare un forte segnale alla classe
politica, che siamo stanchi di questa continua incertezza sul nostro futuro.
In
questi giorni, ogni collega con cui ho avuto modo di parlare, mi ha sempre
chiesto la stessa cosa, quale era in futuro che ci attende e cosa possiamo fare
per la risoluzione dei nostri problemi. Come lavoratore e responsabile
sindacale ho sempre risposto che l’arma in nostro possesso è quella dello
sciopero, unica forma legittima per fare sentire la nostra voce.
Adesso
abbiamo un’altra opportunità di far sentire la nostra voce, ed è lo sciopero
proclamato per il giorno 18 novembre ’13, per essere chiari lo sciopero indetto
che per motivazioni di carattere procedurale riporta “Una tantum contrattuale e
ticket”, ha alla base motivi certamente diversi e d’importanza vitale per il
futuro della nostra azienda che inducono a chiedere ai lavoratori il sacrificio
di un doppio sciopero nello stesso mese affinchè la nostra voce si levi forte sino a Roma, per
far capire a tutte le forze politiche che i lavoratori non accetteranno mai di
essere lo strumento di giochi di potere.
Spero
di essere stato chiaro del perché bisogna scioperare, altrimenti un domani
molto prossimo, potrebbe essere troppo tardi.
Paolo
Carrabba
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