Caro Giovanni visto che hai pubblicato un autoelogio che purtroppo trascurava chi ha agito di notte prima dei protagonisti elogiati, per fare in modo che la messa in esercizio quotidiana avvenisse…non so vedi se vale la pena di pubblicare questo mio pensiero.
Ciao un abbraccio
Bruno Vinci
Su questo blog vale sempre la pena di pubblicare tutto ciò che proviene dal personale di questa grande azienda purchè non rappresenti offesa per "chicche e sia."
Per quanto riguarda gli "autoelogi"(termine sul quale dissento) non è detto che io che decido di narrare di me e del mio lavoro, sono colpevole di aver trascurato quelli che lavorano prima di me e cioè chi fa le notti.
Chi fa le notti e vorrà parlare del suo lavoro lo faccia senza aspettare che lo facciano gli altri al suo posto e sarà il benvenuto su queste pagine.
Nessuno ha avuto mai l'incarico di parlare di tutte le categorie, almeno non su questo blog e quindi nessuno si deve sentire trascurato.
Insomma il tono polemico della tua mail è a mio avviso fuori luogo caro Bruno ma detto ciò, ecco pubblicato il tuo "auto"...
che ?
giona
IL PAESE DEI BALOCCHI
di Bruno Vinci
Quando Collodi scrisse Pinocchio,
come molti italiani, non godette della fortuna di quello che aveva creato.
Sicuramente era fiero del suo racconto, ma dovette aspettare un pò di tempo per
vedere un successo nazionale e mai vide, quello immenso e intercontinentale, che ebbe la sua storia.
Sembra una dannazione che abbiamo
noi italiani, specie di noi del sud, che malgrado una mente abbastanza creativa
non siamo incentivati a creare, in un paese dove nessuno considera il suo prossimo.
Quindi come nel caso di Pinocchio,
malgrado la storia sia stata apprezzata in tutto il mondo e solo qui in Italia che
si continua a considerarla una banale storia per bambini, mentre io credo che
Collodi ci voleva dare una lezione, volendo intenzionalmente o suo malgrado, descrivere
una parodia allegorica di un individuo comune in questa società nazionale, descrivendo
l’agognata ricerca all’evoluzione della dignità dell’essere umano attraverso
vari passaggi ed esperienze usando un burattino di legno che voleva diventare
essere umano nello specifico “un bambino vero”.
Sembra che questa storia non ci
abbia insegnato nulla a noi Italiani che abbiamo sempre desiderato vivere nel
paese dei balocchi disdegnando il sacrificio e la volontà di fare.
E adesso noi siamo diventati
somarelli (lavorativamente parlando), il cui destino è diventare la pelle per
tamburi, come ci insegna la storia di Pinocchio e la cosa più brutta e che
vogliono farci credere che il paese dei Balocchi l’abbiamo creato noi e non ci
siamo arrivati e lì trovati con le giostre già belle è pronte creato da
personaggi che oggi ci accusano di aver
goduto intenzionalmente.
Comunque non siamo tutti dei
Lucignolo anche se bisogna ammettere che esistono tra noi personaggi come lui,
a nulla è valso far comunque le cose buone che ci hanno permesso di fare (poche
ma ci sono), quelle non fanno storia e non impedisce a chi tira i fili di
metterci il cappello con le orecchie di asino.
Ma onestamente sono stanco di fare
la Cassandra e profetare a vuoto e quindi non rimane altro che dire che in
generale la colpa rimarrà a noi anche del paese dei balocchi perché non abbiamo
fatto nulla per evitare e dimostrare che si finisse così.
Anche se, a onor del vero, una
scelta dirigenziale giusta sarebbe stata di ascoltare qualche proposta
alternativa da parte dei lavoratori che hanno esperienza e consapevolezza delle
problematiche.
Spero comunque, che chi legge e non
sia del sud, tenga presente che non tutti noi del meridione e che abitano nel
meridione, accondiscendano in tutto, ma subiamo in molto.
Perdonate che vi ho paragonato ai
personaggi di Pinocchio per farvi riflettere…
brunovinci
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