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12 aprile 2013

IGNORANTI E IMPRUDENTI. DI ROSARIO MELE



IGNORANTI E IMPRUDENTI

Caro direttore, in questo mio intervento,una volta tanto,non affronterò tematiche sindacali o concernenti aspetti del nostro lavoro.
Desidero invece segnalare,quanto la superficialità,con cui vengono trattate le questioni di lavoro nella nostra azienda,non viene meno neanche quando si tratta di affrontare temi culturali.
Ieri mattina mentre scendevo le scale,che conducono a piano ferro,il mio sguardo si è posato su di un pannello luminoso,che riportava alcuni versi tratti dalla poesia “Ode alla vita”. Tali versi citati, peraltro,in una famosa seduta parlamentare,quella che portò alla caduta del secondo governo Prodi,dall’on. Clemente Mastella(24 gennaio  2008),sono attribuiti dal fantomatico pannello al grande poeta cileno Pablo Neruda,premio Nobel per la letteratura nel 1971.
A parte il fatto,che la poesia è stata scritta dalla giornalista e scrittrice brasiliana Martha  Medeiros ,(il titolo originale è “ A morte devagar”e fu pubblicata per la prima volta nel 2000 sul quotidiano di Porto Alegre Zero Hora ),la scelta dei  versi riportati sul pannello risulta alquanto singolare.
Presumo che tale scelta sia stata assolutamente priva di secondi fini,(altrimenti ci troveremo di fronte ad una mente veramente diabolica).
Così riportati,quei versi sembrano quasi un inno alla ribellione,(la poesia però parla di ben altro).
Sta di fatto, che un  tale invito indirizzato a viaggiatori,costretti a fare i conti quotidianamente con disservizi vari,(ritardi,soppressioni di corse, treni sovraffollati ecc…),non mi sembra una scelta felice.
Anche perché,è storicamente dimostrato,che i viaggiatori che si servono dei nostri treni, “amano” fare le loro rimostranze esclusivamente al personale che opera in prima linea,costretto a sorbirsi improperi e quant’altro dall’esasperato di turno.
Speriamo che i viaggiatori,contrariamente a quanto auspicato nell’ode ascoltino e non fuggano i consigli sensati. 

Cosa dire agli autori dello strafalcione letterario? Ignoranti ed imprudenti.
                                                                                                                                 


Rosario Mele

   LA FOTO E' STATA SCATTATA DAL COLLEGA MASSIMO GIORDANO      
                                                                          
Così come la poesia "Istanti" è erroneamente attribuita a Jorge Luis Borges, anche questa poesia di Martha Medeiros è generalmente considerata opera di Pablo Neruda.

Lentamente muore (Ode alla vita)
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo
quando è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita,
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce
o non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

1 commento:

  1. A proposito di...

    http://www.booksblog.it/post/72169/martha-madeiros-angoli-di-poesia-urbana-in-quel-di-napoli

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