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26 novembre 2012

DA IL MATTINO DI NAPOLI DEL 26-11-2012. INTERVISTA A VINCENZO SCARPATI, SOPRAVVISSUTO ALL'INCIDENTE FERROVIARIO DEL 6 AGOSTO 2012



Francesca Raspavolo
Torre del Greco. Vincenzo Scarpati è uno dei sopravvissuti del terribile incidente ferroviario del 6 agosto 2010: erano da poco trascorse le 11 quando il treno San Giorgio a Cremano-Napoli a bordo del quale viaggiavano lo studente di Ercolano e centinaia di altri passeggeri deragliò nella curva del Pastone, a pochi metri dalla fermata del Centro Direzionale. Nel tragico impatto un uomo perse la vita. Altre 58 persone, tra le quali proprio il giovane informatico e sua sorella, rimasero feriti. Soltanto dopo aver superato un coma farmacologico e un calvario di tre mesi in diversi ospedali Vincenzo tornò a casa. Da allora lo studente di Ercolano ha cercato di rifarsi una vita ricominciando a uscire con gli amici, tornando a guardare in tv le partite del Napoli, riprendendo gli studi all’Università. E soprattutto tornando a viaggiare con i convogli della Circumvesuviana. Oggi, a due anni di distanza dalla sciagura, Vincenzo Scarpati ha deciso di scrivere una lettera all’azienda per protestare. In qualità di viaggiatore comune. In qualità di sopravvissuto che «crede ancora nel diritto al trasporto pubblico».
Perché ha deciso di scrivere alla Circum?
«Ogni giorno assisto a episodi vergognosi e al limite del rispetto della dignità umana, tanto assurdi da sembrare surreali. Vedo studenti come me e lavoratori che non sanno mai se e quando arriverà il treno che li condurrà a destinazione: viaggiamo sempre in vetture simili a carri bestiame e la situazione peggiora di ora in ora».
Come si sente quando viaggia in Circum?
«Dopo quello che mi è successo per me è difficile viaggiare serenamente in treno. Ho sempre il ricordo del deragliamento nel cuore, a volte sono agitato, altre volte in apprensione. E questa situazione di precarietà, di continui ritardi e attese mi logora ancora di più, mi mette ansia. Le mie lamentele riguardano il sistema ferroviario ma non i lavoratori della Circumvesuviana, spesso impotenti di fronte ai disservizi e molte volte destinatari di proteste che di certo non hanno causato loro».
Cosa chiede ai dirigenti dell’azienda?
«Credo che un trasporto pubblico efficiente sia segno e indice di civiltà e sia anche testimonianza di una amministrazione che tiene al benessere sociale. Il sistema dei trasporti campano è ormai al collasso. Purtroppo a farne le spese siamo sempre noi cittadini: migliaia di studenti e lavoratori dell’hinterland napoletano che utilizzano la Circumvesuviana per i loro viaggi di necessità. Quest’azienda fino a pochi anni fa era il fiore all’occhiello del trasporto pubblico locale e permetteva agli utenti di godere di un servizio efficiente e dignitoso. Vogliamo sapere cosa è successo».
Secondo lei, quali sono le cause della crisi di Circumvesuviana?
«Forse qualche ricca consulenza di troppo da pagare? Qualche aumento di stipendio? Qualche treno iper-tecnologico comprato inutilmente? Non lo so, vorrei capirlo. Cosa giustifica l’assenza di materiale rotabile perché guasto e non riparabile? Come mai treni che utilizziamo da anni sono diventati improvvisamente poco sicuri? Io come tutti gli altri viaggiatori abbiamo il diritto ad avere delle risposte. Non dico che io ne ho più degli altri, ma penso di poter rivendicare chiarezza a nome di tutti»

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