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7 novembre 2012

CHOC SULLA LINEA NAPOLI - SORRENTO DELLA CIRCUMVESUVIANA

Passeggero muore d'infarto, altri protestano: «Cosa si aspetta a ripartire?»

di Massimiliano D’Esposito
SORRENTO - Ore 7.21 di ieri: il treno dei pendolari lascia la stazione. Vagoni affollati, tanta gente si reca a Napoli o nella zona vesuviana per lavoro o per studio. Molti si conoscono, altri hanno stretto amicizia proprio durante quei viaggi quotidiani gomito a gomito. Una routine che ieri mattina si è spezzata. Nel modo più drammatico: quella piccola comunità viaggiante ieri si è trovata a fare i conti con la morte «in diretta», per infarto, di uno dei passeggeri.

Poco dopo aver lasciato la stazione di Piano di Sorrento, l’uomo - una persona anziana, seduta in uno degli ultimi posti in fondo al treno - si accascia e perde i sensi. Sono attimi concitati. Molti si fanno prendere dal panico, ma chi riesce a conservare ancora un po’ di sangue freddo chiede a gran voce se a bordo c’è un medico. Per fortuna il medico c’è. Anzi ce ne sono due. Immediatamente si portano in fondo al treno e dopo aver adagiato l’uomo sul pavimento del vagone cominciano a praticargli le manovre di pronto soccorso: massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca.

Gli altri passeggeri osservano con il fiato sospeso. Intanto è stato avvertito il macchinista che ferma il convoglio alla stazione di Meta. Qui la vittima del malore viene trasportata a terra e adagiata su di una panchina. I tentativi di rianimare l’anziano continuano e dopo pochi minuti sopraggiunge un’ambulanza del 118. I sanitari caricano l’uomo su di una lettiga e lo portano nel mezzo di soccorso. Usano il defibrillatore nell’estremo sforzo di salvargli la vita, ma è tutto inutile. L’uomo non si riprenderà più e raggiungerà l’ospedale di Sorrento già privo di vita. Al nosocomio sorrentino, intanto, giungono anche i carabinieri del capitano Leonardo Colasuonno.

L’uomo viene identificato grazie ai documenti che ha in tasca. Si tratta di A.D.A., un pensionato di 74 anni che vive nella parte alta di Sorrento. I sanitari dichiarano che si tratta di morte naturale, probabilmente un infarto. Allora i militari, d’accordo con il pubblico ministero di turno alla procura di Torre Annunziata decidono che non è il caso di approfondire l’accaduto. Non c’è bisogno di autopsia e la salma viene consegnata ai familiari.
Intanto il treno ha ripreso la propria corsa alla volta di Napoli.

Negli occhi dei pendolari rimangono, però, impresse le immagini di quei drammatici momenti in cui hanno visto A.D.A. riverso su una panchina della stazione di Meta. E serpeggia un interrogativo: se a bordo del vagone ci fosse stato un defibrillatore questa tragedia si sarebbe potuta evitare? «Ho seguito un corso di primo soccorso ed ho imparato ad usare gli apparecchi salvavita – commenta Vincenzo Califano, un giornalista che viaggiava nello stesso vagone dell’uomo deceduto -. Quando l’ho visto accasciarsi ho pensato di intervenire, ma poi ho lasciato fare ai professionisti. Con un defibrillatore forse l’anziano poteva salvarsi? Non lo so ma certo sarebbe stato utile; però ci sarebbe anche bisogno di chi fosse in grado di utilizzarlo». Ma quello che lascia più sconcertati è l’atteggiamento di alcuni viaggiatori. «Un ragazzo - racconta Califano - nonostante l’uomo fosse ancora sdraiato sulla panchina della stazione di Meta, ha urlato al macchinista: “cosa aspetti a ripartire?”».

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