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10 maggio 2012

LIBERIAMOCI DI EQUITALIA PRIMA CHE LEI SI LIBERI DI NOI !


DA UN'IDEA MAGARI MACABRA MA PERTINENTE DI
GIONA



Sardegna senza Equitalia: via alla riscossione diretta delle tasse
CAGLIARI- Sulla spinta delle proteste popolari capeggiate dal popolo delle partite Iva e sfociate nel digiuno di un gruppo di donne indipendentiste accampate davanti al palazzo della Regione, il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato un ordine del giorno unitario che da’ l’addio ad Equitalia, accusata di prelievi forzosi e vessatori.
Il documento impegna la Giunta a trasmettere al nuovo governo, che viene ‘sfidato’ a dimostrare che non e’ soggetto ai poteri forti, il disegno di legge costituzionale varato ieri dall’esecutivo di Ugo Cappellacci. L’obiettivo e’ quello di riscuotere tasse e tributi direttamente in Sardegna attraverso una apposita Agenzia regionale e di trasferirle solo in un secondo momento allo Stato in base alle quote di compartecipazione.


 Equitalia quindi sparirebbe. In questo modo, secondo Cappellacci, i meccanismi della riscossione verrebbero adeguati alla gravita’ delle difficolta’ economiche in cui si dibattono imprese e famiglie sarde. La proposta prevede una modifica di una legge costituzionale, lo Statuto sardo, e per essere approvata deve passare al vaglio del Parlamento.
Il documento, scaturito dopo una discussione in Aula su otto documenti – cinque mozioni e tre interpellanze – proposti da entrambi gli schieramenti, chiede poi alla Giunta un intervento incisivo per una moratoria non onerosa sui crediti vantati dalla Regione e dai Comuni e l’apertura di un tavolo di confronto con Equitalia e gli istituti di credito, provvedendo, nel contempo, a rifinanziare, anche per il 2012, il fondo di garanzia piu’ un altro fondo per la rateizzazione del debito in cambio della liberazione degli immobili d’impresa ipotecati.
L’esecutivo dovra’ inoltre chiedere al governo nazionale l’attuazione della dichiarazione dello stato crisi per l’economia sarda, la sospensione delle azioni esecutive in atto e il concordato fiscale. Su questo punto e sul fondo di garanzia per rateizzare il debito, il gruppo del Pd si e’ astenuto ritenendo le due misure ”non aderenti alla realta”’.
Complessivamente, al 2010, sono 64.104 su 160 mila le aziende sarde indebitate con il fisco per oltre 3,5 miliardi di euro, mentre sono 2.351 le imprese isolane che non sono riuscite a fronteggiare la pressione fiscale e hanno dichiarato fallimento. Per il 2011 le previsioni sono in salita del 22%: 70.430 imprese indebitate con Equitalia per circa 4,27 miliardi di euro.


Fonte:http://www.blitzquotidiano.it/

1 commento:

  1. Ma cosa chiede alla fine Equitalia con le sue cartelle esattoriali che in questi mesi sembrano il male peggiore dell’Italia? Tanto che populisticamente i Sindaci in crollo di consensi stanno revocandole le convenzioni per l’incasso?

    Sono Tasse non pagate. Par di dimenticarsene. Sono consapevole che bisogna distinguere e modulare differentemente le azioni di recupero tra evasori e chi non ce la fa a pagare però, però, sono Tasse non pagate. Tasse non pagate.

    I secondi, chi fatica a pagare, devono prendersela con i primi, gli evasori più che con Equitalia. Con Equitalia casomai ce la si prende, in subordine, perché ai primi, gli evasori, ed ai grandi debitori fa condizioni e agevolazioni indecenti pur di portare a casa un po’ del maltolto. Io resto sempre dell’idea che il denaro non dichiarato, il denaro non giustificato dal reddito e scoperto nei controlli, debba essere requisito totalmente dallo Stato, per la collettività, nella sua interezza non come oggi, invece, che avviene solo per le tasse non pagate e mora. Senza farne un capo d’accusa o da gogna, è pur vero, va sottolineato, per stare alla cronaca dei mass-media, che restituire 400 euro al mese per Tasse non pagate di 200.000 euro, che, non va dimenticato, significa ripagare il debito – cioè qualcosa non pagato a suo tempo nei tempi dovuti – in ben 500 mesi. 42 anni.

    Facessero tutti così, (pensiamo solo alle rate dei mutui) cioè decidessero di non pagare quanto dovuto, nei tempi dovuti, crollerebbe tutto. Non Equitalia ma lo Stato. La collettività. Le strade, gli asili, le scuole, gli ospedali, i trasporti, l’assistenza, la ricerca, i servizi. Ben più di adesso. E si salverebbero solo, indovinate chi? Invito a pensare anche a questo, non solo a quanto è brutta e cattiva Equitalia.

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