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20 gennaio 2012

LA TEMPESTA PERFETTA NELL’ANNO DEI MAYA A CURA DI GUGLIELMONE IL FRATACCHIONE

ABAZIA DI MELK
                               

    LA TEMPESTA PERFETTA NELL’ANNO DEI MAYA                   
                                     (Declassamento e 440 miliardi di Euro di titoli in scadenza)
                                                    
“ Lunga è la notte e senza tempo….Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle…Non sarà il gelido vento a riportare la luce,né il canto del gallo,né il pianto di un bimbo…Troppo lunga è la notte, senza tempo,…..infinita….”
                                                                --Peppino   Impastato ---  
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                                                                        Prologo
C’è la crisi,l’Europa ci guarda,il Colle vigila,i mercati speculano, rischiamo l’Euro, e  mentre la cosca  concede l’immunità ai suoi soci,continua nel bel-paese, la pratica dei sacrifici umani…
Questa pratica ha una lunga storia che passa dalla cultura azteca ai riti dell’antico Egitto e arriva fino a noi…..  La tradizione dei sacrifici si afferma  all’inizio del terzo millennio e si basa su un semplice assunto religioso:ammazzando i padri con contratto si potranno assumere i loro figli senza contratto(più precari,più flessibili e facilmente sostituibili)…….
Il Governo per scongiurare il DEFAULT,tra debiti e spread,ha deciso di risparmiare sulle pensioni,sui contratti, e sull’articolo 18….……
E’ la maledizione dei Maya, che colpisce: Padri e figli sacrificati al feroce Dio del mercato venerato da cricche,caste,lobby,e  poteri forti……
Ma niente paura, il Colle in nome della coesione parlamentare,sobriamente: firmerà,indirizzerà  e auspicherà  ……
Una coesione parlamentare assicurata da cosche e malandrini;da Kompari e cumparielli;da nominati e innominabili ;da ricattati e ricattabili;che mentre si assolvono,decidono dei sacrifici degli altri…..
Il Parlamento è questo:un corpo malato che giace inerte immobilizzando e umiliando la Repubblica…..
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                                                                IL   RACCONTO


 (TRA LE ROVINE E GLI SCATOLONI L’UOMO 
ARMATO STA CERCANDO NOI)

L’uomo armato sta cercando noi tutti,e noi tutti siamo l’uomo armato….
Noi che siamo stati,chi più,chi meno,…..complici e sgherri del modo di produzione,anche io,anche tu,che criticavi la merce pro-forma e intanto la bramavi….
Complici e sgherri,armati di potere d’acquisto,corazzati di fretta che ottunde,puoi comprare dunque compri,costa meno e quindi compri,e guai a chiederti come mai costa meno,devi sbrigarti,…..….
 C’E  FILA  ALLE  CASSE
La lacrimuccia un’altra volta,magari vedendo REPORT……Sto cellulare è demodè???
 Lo butto,Kaputt,scompare alla vista e non son più cazzi miei…E sai cosa ti dico???Ne compro uno che fa meraviglie!Certo ci mancherebbe,qui siamo tutti di sinistra,però scusami,devo proprio andare…….
C’E   FILA   ALLE  CASSE
Ti dicevano:--non ci sono più le classi sociali--,tu rispondevi: “ si però “,……
Ti dicevano:--Ormai siamo tutti ceto medio,proprietari di case,anche la sinistra deve rendersene conto--,
e ancora rispondevi: “ Si però….”
La roba,la sicurezza della roba,mica uno è per forza razzista se dice che ‘sti zingari,…e tu ancora: “ Si però,…”
Mai dire no,mi raccomando,premetti  sempre che si ,si,concedi,concedi prima di tutto altrimenti sembri vecchio,non sia mai!, e solo dopo puoi argomentare,ma vabbè,si tanto per fare…..
Poi è venuto giù tutto,ed eccoci,ci aggiriamo tra le rovine e gli scatoloni,tra cadaveri di oggetti consumati, avanziamo circospetti,sceriffi pronti a sparare a noi stessi,a punirci per il fatto di essere lì,tra le rovine, armati,guardinghi…..
Cerchiamo uno specchio su cui fare fuoco…..
E vaffanculo noi…..Perchè il problema siamo NOI……
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Questo racconto è di Wu Ming 1……Ed è una didascalia d’autore dell’immagine in bianco e nero vincitrice del World Press Photo che è diventata il simbolo di questa devastante crisi economica…..
La fotografia è stata scattata dal fotografo americano ANTHONY  SUAU,per TIME a Cleveland in Ohio….
Non è una foto di guerra urbana,come sembrerebbe di primo acchito…
Fissa un istante del lavoro di routine della polizia statunitense:controllare che gli appartamenti sequestrati vengano effettivamente lasciati liberi…
Diventata simbolo della crisi economica che ha sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero,l’immagine mostra uno sceriffo armato che entra in una casa,per assicurarsi che gli inquilini sfrattati dalla loro casa ipotecata abbiano effettivamente lasciato l’abitazione……
Con una libera interpretazione ho associato questa immagine ad altre due….Quella del crollo della borsa di New York,e quella degli impiegati della Lehman Brothers che in un pomeriggio di settembre del 2008, raccolti i pochi oggetti personali in qualche scatola,varcano per l’ultima volta l’uscio di quello che fino a poche ore prima era il luogo del proprio lavoro…Sono immagini queste che assurgono a simbolo di un mondo che forse è già alle nostre spalle,il “ mondo di ieri “…..




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Quest’articolo per troppo tempo è stato conservato nella memoria del P.C dell’Abbazia….
Un anno fa recuperai  racconto e foto lasciandoli poi decantare …Mi dicevo va bè,nun po’ esser ,tanto prima o poi qualcuno darà la sveglia….. Investimenti,lavoro,ricerca e l’economia si rimette in moto…….
E invece l’aria era immobile e la bonaccia ci fermava:calma piatta non si solleva un alito di vento,… ma che dico? Un’idea? Neanche a parlarne ….Un’iniziativa? Festini hard e risate oltraggiose………
Tutto crollava e noi fermi davanti al televisore del DRIVE-IN…..Senza obiettivi,senza futuro,e senza rotta..….
Bisogna modernizzare dicevano:via i diritti e più flessibilità….Chi si ricorda più di Brunetta e di Sacconi?E di Treu e di D’Alema?
Lor Signori, la  deregulation la chiamavano modernità ,e questa modernità  ha finito per scompaginare un mondo fatto di regole certe e di lavoro…..
Oggi che la speculazione ha distrutto imprese e commesse di lavoro,;oggi che raccogliamo i cocci di un mondo che non c’è più;ci domandiamo chi la sta pagando, la crisi…
Per ora la stanno pagando milioni di lavoratori che in tutto il mondo perdono il posto di lavoro e finiscono nel girone infernale dei sussidi sull’occupazione, quando va bene…Se no?Se no,…raccattano cartoni!
E così assegni sempre più magri,e portafogli sempre più leggeri…..Insieme a loro,i bilanci pubblici,svuotati di risorse per fronteggiare le emergenze sociali o per sostenere le banche sull’orlo del fallimento….
Centinaia di miliardi sono stati spesi nel mondo per arginare l’onda anomala partita dagli Stati Uniti e subito dilagata in tutto il globo….Il risultato è sotto gli occhi di tutti:deficit in salita,e un futuro magro per le popolazioni coinvolte,visto che i debiti prima o poi bisognerà pagarli….
E questa sarà la seconda scommessa del secolo:come risanare il debito,senza provocare bagni di sangue per milioni di cittadini “ innocenti “….Perchè un’altra cosa è chiara a tutti:il peso del dissesto finanziario più profondo del secolo per ora è tutto sulle spalle della gente comune….Lavoratori dipendenti e autonomi,e piccolo risparmiatori…
Eppure i “ colpevoli “ di questo crollo ci sono,e sono chiari da tempo…
E’ stato il settore finanziario,che con le sue “ ricette “ sempre più elaborate,ha disseminato per il mondo i titoli spazzatura….Ed è quindi dal lavoro e dalla finanza,che bisogna  ripartire se si vuole rimettere il mondo nei suoi cardini….Il primo punto è proprio riformare mercati e regole del gioco,ma anche chiedere conto ai responsabili di tutti i danni provocati……
                            
    I  PARAGNOSTI/ GRAN   SACERDOTI DEL FEROCE DIO DEL MERCATO
1)Hanno creato voragini economiche prestando soldi senza garanzia e investendo in prodotti finanziari tanto complicati che neanche loro sapevano esattamente cosa fossero. Naturalmente,crolla l’economia mondiale ma,colpo di scena,i banchieri convincono i governi a dare loro i soldi pigliandoli dai cittadini che avevano già rovinato. Basta?Nient’affatto!Le banche obbligano i governi a mettersi in riga,impoverendo le proprie nazioni per consentire alle banche di rimanere a galla…Per qualcuno,tipo gli Amministratori Delegati, è un lieto fine….In una crudele ambiguità parlano di “ creazione di valore “ quando ristrutturano, e licenziano per far lievitare il costo delle azioni….Il primato del Capitale significa questo…E non ditemi che non è vero…..
2)Il Marchionne è lo splendido esemplare indigeno dei SUPERMANAGER…..Maschio ruspante è l’inventore del Management all’ultimo sangue…Ha smantellato la FIAT facendone un’azienda con la testa a Detroit e il resto del corpo,che serve a lavorare,nel Terzo Mondo…Non vuole andarsene dall’Italia,purché diventi come il Terzo Mondo…E’ il più lucido teorico del libero mercato,non è colpa sua se non hai i soldi per comprarti niente….Il Piano Fabbrica Italia e i suoi 20 miliardi di investimenti restano il misterioso oggetto del desiderio:tutti ne parlano ma nessuno lo vede…..Pratica la scienza misteriosa dell’esoterismo:il cazzeggio perpetuo…..E con il cazzeggio perpetuo è riuscito a fottere i diritti dei lavoratori…L’impostore ha brevettato il suo modello sociale su vasta scala…..
3)Chi sono i nuovi tiranni del Capitalismo finanziario?Sono personaggi anonimi. Operano attraverso il Capitalismo finanziario. I loro occhi esaminano tutto e non contemplano nulla. Sono incapaci di ascoltare e la fiducia in se stessi è pari alla loro ignoranza:profittatori che non sanno niente di niente,né delle proprietà né dell’essenza delle cose. Conoscono solo i loro racket  da qui la paranoia e,generata da questa,la loro energia ripetitiva. Il loro reiterato articolo di fede è:…..non c’è alternativa…..
4)Per capire chi sono i responsabili del disastro finanziario ed economico,bisogna rileggersi:IL PRINCIPIO DI PETER….Magnifica caricatura del mondo delle aziende scritto 40 anni fa da Laurence Peter….Quel piccolo capolavoro torna ad essere di attualità….Il teorema di base,detto appunto il principio di Peter è questo:
“ IN UNA GERARCHIA,OGNUNO TENDE A SALIRE FINO A RAGGIUNGERE IL PROPRIO LIVELLO DI INCOMPETENZA …”
Il  principio di Peter serve a illustrare l’ascesa al potere della superclasse che governa il capitalismo mondiale…Avendo conquistato posizioni nelle quali sono destinate a fallire,cominciano a usare un arsenale di tattiche per dissimulare la loro incompetenza…Distraggono l’attenzione dei loro errori spostando sistematicamente la colpa su altri….L’inganno diventa lo strumento per creare l’illusione di un progresso…
Oggi noi siamo sommersi da una marea di imposture,create da quel modo di pensare e di agire…..Agiscono in tutti i luoghi senza freni,né inibizioni e senza controllo….
In Circumvesuviana lo sappiamo molto bene cosa significa il principio di PETER…Come cavie da laboratorio lo abbiamo sperimentato per tutti questi anni sulla nostra pelle……….
Guardiamoci intorno e constatiamo le rovine che ci lasciano imprenditori cialtroni,caste,cricche e incompetenti al potere …..
Amministratori,politici e dirigenti:maestri nel dilapidare denaro pubblico per fini privati….Per appagare i loro appetiti ferini hanno disprezzato ogni valore che non era quello del guadagno,del successo,e del potere……



LE BUGIE DEL CAPITALE
Ci avevano raccontato che il lavoro era finito,smaterializzato come prassi e come valore.
E che il futuro sarebbe stato flessibile,istantaneo,anti-ergonomico.
Ci avevano raccontato che il lavoro dipendente era finito e finiti quelli che vendevano la loro forza lavoro.
Ci avevano raccontato che eravamo tutti imprenditori:ceto medio in ascesa.
Ci avevano raccontato che il mercato,finalmente libero da lacci,avrebbe ridistribuito ottimamente le risorse. Che ormai il futuro era dei fondi pensione,che superavano la frattura tra lavoratori e Capitale,visto che il primo diventava proprietario….
Ci avevano raccontato che il futuro era della formazione permanente e che occorreva abituarsi a cambiare lavoro tante volte nella vita…..
Già quante frottole ci hanno raccontato. Infatti non è vero che il lavoro stia finendo e sia meno faticoso. Cresce a dismisura il lavoro marginale,precario,sfruttato,al centro e ai margini del mercato globale,mentre si assottiglia il ceto medio insidiato dalle povertà. E non è vero che il mercato allochi bene le risorse,stante che le diseguaglianze aumentano in modo vertiginoso.
I fondi pensione?Bruciati in borsa!E la tecnologia,l’innovazione?Egemoni,nel registro della comunicazione e dell’immaginario,o in quello della finanza. Sta di fatto che in Italia su 100 euro di profitto,briciole vanno in investimenti produttivi,con uno 0,5 % di risorse private riservate a ricerca/innovazione…Il resto va in rendita,con aumenti di salari reali quasi zero negli ultimi due decenni,e profitti decuplicati….
Significa:più produzione e più margini di profitto,con meno addetti….
Ovvero:Sciopero del Capitale……
(Le bugie del Capitale è di Bruno Gravagnuolo )

(Voltaire Lettere filosofiche 1734)---Entrate nella Borsa di Londra:lì l’ebreo,il maomettano e il cristiano si trattano reciprocamente come se fossero della stessa religione,e chiamano infedeli solo quelli che fanno bancarotta….---
P.S.:Dopo il bavaglio al referendum sul porcellum,dopo l’imposizione del decreto salva-Italia,dopo il voto e le immagini festose di parlamentari che esultavano per il salvacondotto a Nick o’mericano;nell’Abbazia ci chiediamo:come faremo a sopportare i sacrifici che ci vengono imposti?Quando potrà durare la convivenza tra il Governo salva-Italia e la maggioranza bulgara salva-inquisiti?
Consiglierei a tal proposito (censura e conformismo),la visione del video di Caparezza:Non mettere le mani in tasca…..Il brano delle mani in tasca nel video viene accomunato,per il suo palese significato,al film Fahrenheit 451 di F. Truffaut (dal romanzo di Ray Bradbury)……
Egregi con-fratelli,per concludere:se il nostro futuro è nelle loro mani,esso è privo di speranza…..
“ Non sarà il gelido vento a riportare la luce,né il canto del gallo,né il pianto di un bimbo….Troppo lunga è la notte,senza tempo,….infinita….”
MALA TEMPORA  CURRUNT….….

Che la forza sia con voi
Guglielmo da Baskerville
Photobucket

4 commenti:

  1. Antonino Caponnetto: «La mafia teme più la scuola che la giustizia».

    Anomalo!
    Dal Ministro dell'interno al magistrato incaricato di condurre le indagini è questo l'aggettivo che ricorre nelle dichiarazioni, il più usato nei commenti sull'attentato che ieri ha ucciso una sedicenne e ferito una decina di ragazze davanti a una scuola professionale di Brindisi intitolata alla memoria di Francesca Morvillo Falcone.
    Colpire una scuola, puntare alla strage di studenti è certamente un'anomalia. Ma se riflettiamo sulla nostra storia, davanti a noi sfila una lunga teoria di anomalie, così numerose da diventare, invece, il connotato prevalente della nostra comunità nazionale. L'anomalia come il male italiano.
    Siamo stati e continuiamo a essere un paese anomalo, un territorio di frontiera attraversato, dal dopoguerra a oggi, da fatti sanguinari incastrati dentro un'anomalia politica sovrastante che ci accompagna ancora adesso con lo stato d'eccezione di un governo tecnico, effetto dell'anomalo ventennio berlusconiano.
    Anomalo è vivere, lavorare, fare politica sotto il ricatto delle mafie che si fanno stato e con lo stato trattano.
    Nell'anniversario della morte di Falcone e Borsellino stiamo facendo un doveroso esercizio di memoria.
    Spesso isolati, questi magistrati al costo del massimo sacrificio hanno difeso la società che si esprime nelle istituzioni dello stato.
    Come ci ricordava Falcone quando sottolineava, con un ragionamento lontano da facili semplificazioni, che lo stato o è l'espressione della società o è un'altra cosa.
    E quest'altra cosa ha fatto strage di innocenti con le bombe nelle stazioni e nelle piazze in complicità con il terrorismo nero. Senza mai ottenere una giustizia piena e riparatoria, lasciando invece ferite aperte, così da sommare all'anomalia di uno stragismo di stato, l'anomalia di una giustizia ingiusta.
    Poi l'anomalia di un terrorismo che per anni ha ucciso in nome del popolo nella speranza di innestare un impossibile consenso, ottenendo, al contrario, uno stato d'emergenza che ha limitato l'agibilità politica di tutti. Appena una settimana fa, al primo turno delle elezioni amministrative, un dirigente dell'Ansaldo è stato gambizzato in un attentato rivendicato da gruppi anarchici con un volantino dal linguaggio anomalo.
    Ed ora, alla vigilia del secondo turno delle elezioni amministrative, siamo colpiti dal sangue mescolato ai quaderni e agli zaini degli studenti. Un'ondata di terrore che fa evacuare le scuole e terrorizza i ragazzi, le famiglie, la società. Tutti sperano nel gesto isolato di un pazzo, nella mano di un folle. Non lo sappiamo.
    Sappiamo che per decifrare la nostra follia ci manca lo sguardo di PASOLINI, sappiamo di essere dentro una straordinaria emergenza sociale, davanti a una politica mai così debole e screditata, incapace di indicare una via d'uscita in uno dei passaggi più difficili, in un momento di massimo allarme.
    Il paese, a cominciare dai ragazzi di Brindisi, è in piazza.

    E' LA NOSTRA MIGLIORE GIOVENTU',IL PRESIDIO PRESENTE E FUTURO DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA.......


    NORMA RANGERI

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  2. ECONOMIA

    Confindustria: dalla crisi danni come da una guerra
    pubblicata alle ore:19/12/2013 sul Manifesto

    1)Il Presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, non se la sente affatto di condividere la profusione di ottimismo del Governo circa lo stato di salute dell'economia italiana. E non lo manda a dire. "Parlare di ripresa - dice - è "per molti versi improprio", anzi suona "derisorio"; "il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale" e ha riportato danni "commisura-bili solo con quelli di una guerra". E "l'impatto sulla crescita della Legge di Stabilità all'esame del Parlamento sarà molto piccolo". Quanto alla proposta di Renzi di abolire L'articolo 18 per i neo-assunti per favorire le assunzioni: non diciamo di no, dice il capo dei padroni, ma col lavoro non c'entra nulla.
    di D.G.
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    2)Ci sono ricor­renze che vanno ono­rate.Siamo o non siamo una Democrazia evoluta e per giunta OCCIDENTALE...
    Bene:Il 18 dicem­bre di 148 anni fa negli Stati uniti veniva abo­lita la schia­vitù, ed è per que­sto che l’O.N.U ha scelto que­sta data per cele­brare la gior­nata inter­na­zio­nale dei migranti. Era pro­prio ieri. E allo Stato ita­liano non poteva capi­tare occa­sione peg­giore per far cono­scere al mondo...
    (Cosa?Quanto siamo bravi?Quanto siamo buoni?Quanto siamo cristiani?)
    Far conoscere i " nostri orrori"..
    Gli orrori della poli­tica quando si disu­ma­nizza al punto da non riu­scire ad abro­gare una legi­sla­zione raz­ziale fon­data sulla nega­zione dei diritti fon­da­men­tali dell’uomo. Per esem­pio quello di non essere denu­dato davanti a tutti e disin­fet­tato con il getto di una pompa come un ani­male....

    Umiliazione della nudità, l’esposizione al freddo,la spersonalizzazione...
    Eppure, sin da quando, nel 1998, qualcuno suppose l’analogia dei lager ai C.P.T. da ogni parte si obiettò che l’analogia era impro­pria, e infondata.
    Oggi,dopo quin­dici anni di morti miste­riose, sui­cidi, rivolte, mal­trat­ta­menti, bru­ta­lità, vio­la­zione dei diritti umani più ele­men­tari, si ammette: che la deten­zione e l’internamento (strut­ture inau­gu­rate dalla legge Turco-Napolitano con il nome di Cpt..Si proprio lui il Presidentissimo RE GIORGIO) hanno lo sta­tus pro­prio dei lager nazi­sti.
    "Ecce­zio­nal­mente e per­ma­nen­te­mente", essi, infatti, sospen­dono, per spe­ciali cate­go­rie di per­sone, i diritti umani e i prin­cipi gene­rali del diritto e della Costituzione......
    In quello di Lam­pe­dusa,vi sono inter­nate per­sone per­lo­più in attesa di asilo,soprav­vis­sute a per­se­cu­zioni, traumi, sof­fe­renze e al rischio mor­tale della tra­ver­sata del Medi­ter­ra­neo.

    Ecco,basta poco per renderci civili e distinguerci dalle bestie(e mi scuso per gli animali):rispettare la dignità ed i diritti degli ultimi.....

    " Se questo è un uomo"

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  3. Articolo 18, il grande imbroglio
    di Pierfranco Pellizzetti

    C'è un'imbroglio continuato che da anni stravolge il significato reale dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (disciplina del licenziamento illegittimo nelle unità produttive con più di quindici dipendenti), trasformandolo in dogmatismo da guerra di religione.

    Come sempre, le normative in materia di relazioni industriali attengono direttamente a poste in gioco concrete e non sono mai neutrali. Stabiliscono vincitori e vinti. Nel caso in questione, su chi si intende puntare per uscire dalla crisi di un sistema produttivo ormai in deliquio; al tempo stesso, contro chi puntare il dito in quanto colpevole della situazione disastrosa.

    La focalizzazione inquisitoria sul famigerato “diciotto” ha un solo significato, “politico”: colpevoli sono i lavoratori, cui sono stati concessi in passato (o meglio, che hanno estorto) troppi diritti e troppi soldi. Portandoci fuori mercato.

    Difatti sono ormai decenni che si è scatenata questa caccia alle presunte stregonerie malefiche annidate nel mondo dei prestatori d’opera e delle loro rappresentanze; tanto che nulla serve, per diradare i fumi dei roghi allestiti dai grandi inquisitori,tentare di ricordare che il costo del lavoro italiano è più basso di quello francese e tedesco.

    Non serve a niente, perché qui non si parla di politiche industriali ma si attuano veri e propri esorcismi. Ingannevoli come sempre, quanto finalizzati a depistare la furia generale dai veri bersagli. Le responsabilità effettive.

    Ad esempio, oscurare il fatto che il disastro di cui si parla risale agli anni Settanta, quando è stata avviata una vera e propria serrata degli investimenti; i cui effetti diretti sono il crollo della ricerca applicata. Tanto che il Made in Italy non riesce più a immettere sui mercati prodotti con un minimo di appeal.

    Ma ora il governo dichiara, baldanzoso e imperterrito, che provvederà a decretare la cancellazione della normativa di garanzia del rapporto di lavoro come una sorta di guerra di liberazione del lavoro da se stesso; così dimostrando di essere totalmente immerso nel cerchio stregato che distorce le questioni e produce visioni mistificatorie.

    In effetti l’annuncio governativo ha un altro significato: dice chiaramente con chi sta. Ossia, sta con i quei ceti manageriali/imprenditoriali che per tutti questi decenni non hanno saputo indicare – in materia di strategie competitive – altro che la ricetta da Terzo Mondo della mano libera per pagare sempre meno e tenere a bada sempre di più con la minaccia del licenziamento. Nonostante le montagne di chiacchiere da convegno e seminario di organizzazione su “il lavoro competente e motivato quale risorsa primaria dell’impresa”...

    Sicché continuiamo nell’antico imbroglio. Con buona pace di quelli che si sgolano a spiegare che con queste leadership d’impresa, cui si vorrebbe ulteriormente dare mano libera, non si va da nessuna parte. Questi presunti “cavalieri della valle solitaria” rivelatisi alla prova dei fatti nient’altro che la reincarnazione dei robber barons (i baroni ladri del secolo scorso).

    In America i sedicenti grandi innovatori che hanno scippato le scoperte della ricerca finanziata dallo Stato (da Arpanet-Internet, creata dal sistema militare/universitario USA e poi tradotta in business miliardario dalle Microsoft, al touch-screen sviluppato dal centro di ricerca dell’Università del Delaware ma commercializzato con extra profitti dalla Apple); in Italia i presunti “capitani coraggiosi” che oligopolizzano la telefonia con le bollette più alte d’Europa e fanno incetta di servizi pubblici in svendita; dalla sanità alla mobilità.

    Difatti il nostro premier sta dalla loro parte. Difatti anche in questo campo il presunto riformatore è garanzia di esiti contro riformistici.

    (Da MICROMEGA 17 settembre 2014)

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  4. Confessioni di uno speculatore...
    di Curzio Maltese

    “La grande scommessa” narra le vicende di chi ha deciso di puntare tutto sul disastro finanziario. Il film riprende il solco del magnifico documentario "Inside Jobs" e dello straordinario "Margin Call", ma con dietro la potenza immaginifica del meglio di Hollywood...


    Per un pensionato suicida dopo aver perso i risparmi di una vita c’è sempre uno gnomo di Wall Street che ride dondolandosi su una montagna di dollari. Tutti vi raccontano la tragedia del primo, nessuno ci spiega come ha fatto il secondo. "The Big Short", in italiano "La grande scommessa", parla di questo e precisamente di come la crisi finanziaria cominciata nel 2008, e non ancora finita, fosse del tutto prevedibile e nei fatti prevista da un gruppo di speculatori divenuto immensamente ricco scommettendo sul crollo dei mutui americani.
    Scritto e diretto da Adam McKay ( Anchorman), adattato da un formidabile libro inchiesta di Michael Lewis, "La grande scommessa" non è soltanto un geniale pugno allo stomaco, a momenti esilarante e in altri agghiacciante, con un cast da Oscar (da Brad Pitt a Christian Bale, da Ryan Gosling a Steve Carell) e una scrittura brillantissima che l’hanno fatto eleggere miglior film dell’anno dal New York Times, ma è soprattutto un atto di coraggio quasi inaudito.
    Una regola non scritta nel mondo dei media americani e non solo, come a Hollywood e perfino sulla “liberissima” rete, è che si può indagare su tutto, rivelare qualsiasi verità scomoda, tranne che riguardi chi oggi detiene il vero potere: la finanza, le banche, Wall Street o la Bce. Fateci caso, il secondo uomo più potente del pianeta, classifica americana, il nostro Mario Draghi, vanta su Wikipedia una voce che è un decimo di quella dedicata al vincitore dell’ultimo X Factor. Istituti come Goldman & Sachs o Jp Morgan, dai quali è passata tutta la classe dirigente del mondo, sono meno indagate dai media di un campione sportivo. L’evento più importante della storia contemporanea, la crisi finanziaria del 2008, che ha prodotto collassi d’interi paesi, fallimenti a catena, disoccupazione e povertà di massa, ha generato soltanto un paio di film notevoli.
    "La grande scommessa" riprende il solco del magnifico documentario "Inside Jobs" e dello straordinario "Margin Call", ma con dietro la potenza immaginifica del meglio di Hollywood. Con un ritmo frenetico, folle, sarcastico che può ricordare il superbo "The wolf of Wall Street", ma senza quel finale moralistico e conservatore appiccicato da Martin Scorsese, col bravo e sottopagato agente Fbi che fa giustizia per tutti. Qui finisce come nella vita reale, senza un giorno di prigione per i responsabili del disastro, che sono ancora dov’erano, a governare le sorti del mondo, almeno fino alla prossima catastrofe.
    Il lettore a questo punto può chiedersi se sia il caso di andare a vedere un film dove si parla di swap, derivati, obbligazioni collaterati e altre cineserie della finanza moderna. Cose di cui giustamente non vogliamo sentire parlare neppure dall’agente della nostra banca, al quale affidiamo i nostri risparmi senza immaginare che sarebbe meglio giocarli alla roulette. Ora, se siete un appassionato lettore dell’inserto Norme & Tributi del Sole 24 Ore, questo film vi piacerà. Ma se non ci capite nulla, ne sarete davvero entusiasti. Perché nessuno è mai stato capace di spiegare tanto bene le fraudolente astrazioni della moderna finanza. Anche attraverso divertenti cameo affidati al sex symbol Margot Robbie, al re degli chef Anthony Bourdain o alla pop star Selena Gomez. L’altro gioco è spingerci a tifare in fondo per la banda di speculatori che, contro tutto e tutti, ha scommesso alla vigilia del crollo sulla fragilità del sistema. Perché in fondo in un ......
    (continua...vai al link.... http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/confessioni-di-uno-speculatore/479112)

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