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6 novembre 2017

Fwd: una firma per non dimenticare...





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-------- Messaggio originale --------
Da: Emilio Vittozzi <e.vittozzi@eavsrl.it>
Data: 06/11/17 13:19 (GMT+01:00)
A: Giovanni Navarone <giovanninavarone@gmail.com>, g.navarone@eavsrl.it, g.navarone@vesuviana.it
Oggetto: una firma per non dimenticare...

UNA FIRMA PER NON DIMENTICARE…

"Lavali col fuoco - Ciro muore", scritte ultrà in via Ascensione, tra le strade di Chiaia, a Napoli.

Scritte in rosso e a lettere cubitali;  lo slogan violento, razzista usato negli stadi viene adoperato stavolta contro il Napoli.
Ma quello che colpisce è l'attacco a Ciro Esposito, il tifoso azzurro ucciso a Roma.
Indaga la Digos. Le scritte - tutte a firma A.S.R.- sono state rimosse poco dopo essere comparse nella notte tra il 2 e il 3 novembre, con un chiaro riferimento alla morte di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli, residente nel popoloso e popolare quartiere di Scampia, ucciso da Daniele De Santis, poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio del 2014.
Ecco perché ora, più che mai, è giusto, è doveroso, è normale apporre una firma alla petizione scritta da Antonella Leardi ed indirizzata al Presidente della Corte Suprema della Magistratura.
Chi scrive, come mostra la foto, non solo ha posto la propria adesione sull'apposito modulo, ma da giorni raccoglie firme un po' dovunque, avendo in borsa i fogli della sottoscrizione.
Forse non tutti sanno che il 9 settembre scorso è stata depositata la sentenza di 2° grado presso la Corte d'Appello di Roma per la causa Ciro Esposito vs. Daniele De Santis, appello che stravolge il primo grado…
Io, come la mamma di Ciro, Antonella Leardi, il papà Giovanni, gli Amici dell'Associazione "Ciro Vive", credo che questa (illogica) sentenza sia, non solo un'ulteriore mortificazione alla dignità di un ragazzo come Ciro Esposito, ma anche a tutti i cittadini onesti che credono nel valore assoluto della Giustizia.
La sentenza d'Appello è stata firmata dal giudice-scrittore Giancarlo De Cataldo, sentenza che riduce la pena di Daniele De Santis, notissimo picchiatore neofascista già noto alla Magistratura per atti violenti e  razzistici, da 26 a 16 anni di reclusione!
Il magistrato ha adoperato termini come "bravata" (per ben 3 volte!)…
Personalmente non credo che lanciare pietre e sparare ad altezza d'uomo sia una "bravata": mi domando se al giudice avessero ucciso un figlio quali termini avrebbe adoperato?
Certamente non "bravata".
Allora invito tutti, ma proprio tutti, a firmare per non dimenticare quello che è un vero e proprio omicidio, barbaro e crudele.

EMILIO VITTOZZI

 
 

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