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20 novembre 2017

Fwd: ascoltando in treno...


---------- Messaggio inoltrato ---------
Da: Emilio Vittozzi <e.vittozzi@eavsrl.it>
Data: lun 20 nov 2017 alle 14:50
Oggetto: ascoltando in treno...
A: Giovanni Navarone <giovanninavarone@gmail.com>, g.navarone@eavsrl.it <g.navarone@eavsrl.it>, g.navarone@vesuviana.it <g.navarone@vesuviana.it&


ASCOLTANDO IN TRENO...

Questo è un "privilegio" che può avere solo chi viaggia con i mezzi pubblici; chi adopera la propria macchina o la celebre "auto blu" è out da queste situazioni...
Viaggiando quotidianamente con i treni dell'ex Circumvesuviana, della Linea 2 (la vecchia metropolitana), della Linea 1 (la nuova metrò), ho la possibilità di ascoltare ciò che dicono gli altri viaggiatori.
C'è chi parla del Napoli di Mister Sarri, chi "maledice" Berlusconi e la sua cricca, chi vorrebbe "cacciar via" tutti gli extracomunitari, chi sottolinea alcuni passaggi delle trasmissioni di Maria de Filippi-Barbara d'Urso-Cristina Parodi-Barbara Palombelli-Caterina Balivo, chi vorrebbe partecipare al "Grande Fratello", ecc. ecc...
Poi ci sono i discorsi, per così dire, più "personali" e si viene a conoscenza di situazioni di cui, molto spesso, non parlano i mass media: con l'avvicinarsi delle feste natalizie, che dovrebbero portare "ondate di Pace", senti proprio l'odio strisciante verso suocere, cognati, cugini e parenti vari. Motivi delle dispute? I pranzi di Natale, le cene di Capodanno, i regali sotto l'albero e, poi, situazioni legate alle eredità.
Stamani ascoltavo, essendo seduto di fronte a loro, due dignitosissimi uomini di una certa età, che non nascondevano i loro problemi economici: come pagare le medicine, le cure e quant'altro...
Uno dei due, ad un certo momento, con un visto mesto, ha affermato: "Ma perchè se non si compra questo e quello, non si può festeggiare il Santo Natale? Senza una tavolata piena di ogni ben di Dio, non si può festeggiare il nuovo anno? E chi nun tene solde? I poveri, tutti chist che vivono per strada, non possono festeggiare Natale, Capodanno e la Befana? Io sono anni che non mi compro un pantalone, un pullover, una sciarpa, un paio di scarpe... Se non fosse per la Charitas della chiesa del mio rione...".
Sono rimasto in silenzio, attonito dinnanzi a tanta lucida tristezza.
Dio, se esiste, benedica tutti loro, "ultimi" della terra...


EMILIO VITTOZZI
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Distinti saluti
Giovanni Navarone
 Circumvesuviana
Gestione Turni rete (GTR)
cell 3935452482 (81089 cod)


1 commento:

  1. Caro Emilio
    Ho ricevuto la tua riflessione “ascoltando in treno” dal comune amico Giampiero. Chiarisco subito che mi sento titolato a dire anche la mia in qualità di utente del trasporto pubblico da sempre ed in particolare, della Circum dal 1973 senza soluzione di continuità. Non desidero per niente contestare quanto scritto da te ma esprimere invece un apprezzamento sulla tua sensibilità, spirito di osservazione con una vena di romanticismo.
    Quando però abbandoniamo l’aspetto per così dire estetico, per confrontarci con la realtà di ogni giorno, allora non siamo del tutto d’accordo. Non una critica a spada tratta ma solo sbottando con un “magari”. Mi spiego.
    Quando iniziai a frequentare la Circum (ma come giustamente dici vale anche per le metropolitane e la Cumana), vedevo una predisposizione della gente a scambiare qualche chiacchiera o come si diceva con un po’ di polemica “ad attaccare bottone”. Chi invece non ne aveva voglia, e direi un 50%, si ritrovava con qualcosa da leggere tra le mani. E si andava dal giornale quotidiano al periodico di gossip, oppure dal libro di moda a quello universitario per ripassare qualche esame da svolgere nel capoluogo. E che piacevole impressione al lunedì mattina seguente ad una eventuale vittoria del Napoli, i Corriere dello Sport o la Gazzetta si sprecavano. Altri si dilettavano con le parole incrociate. Una presenza di edicole presso che uniforme presso le stazioni, alimentava il fenomeno. I convogli (UDT), in genere due, erano presenziati il primo dal capotreno, mentre il secondo dal cosiddetto conduttore. Il servizio di controlleria, ancorché occasionale, dava spunto per accendere un altro focolare di conversazione che andava tra i disservizi (che quasi non ce n’erano) oppure una difesa d’ufficio del portoghese di turno. Lo scompartimento centrale poi, per fumatori, univa in solido i cosiddetti “viziosi”, altro stimolo ad intavolare discussioni. E poi quando il lavoro mi obbligava a prendere il primo treno, che bello vedere proprio l’immagine dell’operaio tra quelli che continuavano a dormire insensibili all’ondeggiamento del treno; e quelli che malgrado l’ora antelucana, già avevano aperto un virtuale tavolo verde per una prima partitella a scopa. Taglio corto. Però, spiegando il “magari”, mi sembra un contesto condivisibilissimo ma, ahimè, appartenuto ad un mondo gradualmente ma inesorabilmente tramontato per non dire defunto.
    Per quanto riguarda l’oggi, sarò più sintetico aiutato dalla unicità del contesto. Affacciati su un convoglio della Circum, ma anche di quello di altre ferrovie urbane, vedrai null’altro che il 90% con la testa nel telefonino. Ma quale giornale e libro, si dialoga con Facebook, Whatsapp e quant’altro. Sporadicamente vedo qualcuno che legge un libro; se il mio atteggiamento non potesse essere equivoco e fraintendibile, me lo bacerei. Circa i giornali, sono l’unico che si porta dietro sempre una rivista (però solo di treni) e mi sento tanto un diverso. Circa le edicole nelle stazioni, penso siano quasi tutte scomparse oppure si accingono a farlo. La stessa stazione collegamento e terminale, ne sono prive.
    Perciò, caro amico che non ho il bene di conoscere di persona, bello quello che hai scritto per forma e per sostanza. Ma, e ti parla uno che campa di operazioni nostalgiche, come Giampiero sa, assumo il tuo lavoro con lo stesso spirito con il quale leggo le cronache di un passato prossimo. Anche se con sommo e struggente rammarico.
    Un caro saluto.
    Gennaro Fiorentino

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