Riflessioni sugli immigrati e rifugiati
LETTERA DI UN RIFUGIATO
Colui che mi ha creato mi ha donato una famiglia, insieme anche ad una terra.
Ma ora tutto ciò che era il mio tesoro mi è stato tolto con la guerra.
Avevo gli amici, un cielo azzurro sopra di me ed anche un lavoro
Ma ad un tratto son dovuto scappare perdendo il mio decoro.
Il mio popolo, il popolo col quale volevo costruire un futuro
è in fuga dal nemico; un nemico che vuole, sui nostri sogni, mettere un muro.
Guardo ai nostri bambini, ai piccoli che fin da ora vedono solo sangue, bombe e dolore
e piango al pensiero che non potranno magari poter più sperimentare nella loro casa, l'amore.
Ora siamo qui insieme in mezzo al mare, alla mercè anche di sfruttatori
che in barba alle nostre innumerevoli ferite pensano di salvarci coi loro barconi
Il sogno di una nuova vita lontano dalla guerra e dalla sofferenza ci unisce sempre più
e pur di non vedere la morte scappiamo incontro ad un'altra morte che può venire laggiù.
Ci aggrappiamo al quel Dio che non ci lascia mai e vede i nostri cuori lacerati
che ha seguito il suo popolo nell' esodo e sa' cosa può significare fuggire dalla propria terra per non essere braccati
Anche oggi io cerco col mio popolo una nuova terra promessa
nella quale vivere in pace e scrivere una storia che non sia la stessa.
Io credo a questa vita e all'uomo, credo all'amore e alla riconciliazione
Credo a che qualcuno ci aiuterà, che ci porterà fuori da questa triste situazione
e li ringrazio fin d'ora affinchè non possano pure loro sperimentare le nostre umiliazioni
per ricordarsi quanto sia santa la terra che hanno sotto i piedi piena di benedizioni.
Perdono chi ci ha fatti del male e chi ha ucciso tanti rifugiati di alte nazioni oltre ai miei concittadini.
Non nutro rancore o vendetta. La lascio ai meschini.
Noi cerchiamo una Nuova Terra Promessa
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