-"L'«economia che uccide» di cui parla il Papa la vediamo al lavoro in questi giorni, in diretta, da Bruxelles. Ed è uno spettacolo umiliante. Non taglia le gole, non ha l’odore del sangue, della polvere e della carne bruciata. Opera in stanze climatizzate, in corridoi per passi felpati, ma ha la stessa impudica ferocia della guerra. Della peggiore delle guerre: quella dichiarata dai ricchi globali ai poveri dei paesi più fragili. Questa è la ricetta dei vertici dell’Unione europea, della Bce e, soprattutto, del Fondo monetario internazionale: dimostrare, con ogni mezzo, che chi sta in basso mai e poi mai potrà sperare di far sentire le proprie ragioni.
La «trattativa sulla Grecia», nelle ultime settimane, è ormai uscita dai limiti di un normale, per quanto duro, confronto diplomatico per assumere i caratteri di una prova di forza. Di una sorta di giudizio di dio alla rovescia.
Un confronto tra creditori e debitori, in un quadro quasi-privatistico da tribunale fallimentare.Un apocalisse culturale,il primo ministro Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis trattati non da politici ma da «debitori», posti dunque su un piede di ineguaglianza nei confronti degli onnipotenti «creditori».
Non si era mai visto un creditore, per stupido che esso sia, cercare di uccidere il proprio debitore, come invece il Fmi sta facendo con i greci. Ci deve essere qualcosa di più: la costruzione scientifica del «nemico». E la volontà di un sacrificio esemplare.
Un auto da fé in piena regola, come si faceva ai tempi dell’Inquisizione, perché nessun altro sia più tentato dal fascino dell’eresia"-.
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Non possiamo nasconderci che quello che si è consumato in Europa, sul versante greco e su quello dei migranti,ha segnato un cambiamento di scenario per tutti noi.
In GRECIA,oggi,dieci milioni di cittadini sono chiamati a votare un no o un sì all’austerità della troika. Se i greci respingeranno i diktat di Bruxelles il governo di Tsipras potrà sedersi al tavolo delle trattative con la forza del suo popolo. Una vittoria del sì condannerebbe il paese al destino di colonia tedesca....
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Cos'è un uomo in rivolta,si domandava Alberto Camus?
Un uomo,che protesta e dice NO ....
Un uomo che dice NO ad un potere imposto con la violenza del debito;un uomo che respinge l'obbligo di convivere con la paura di un terrorismo finanziario che comanda al governo greco,di chiudere le banche.
Più che una libertà,quest'uomo la considera una dittatura.....
E giacché l'esercizio dell'autonomia individuale o collettiva è un inderogabile dovere morale e politico...E poichè si tratta di di DEMOCRAZIA e di DIGNITA',i greci faranno la storia votando: OXI!!!!!
Oriana Fallaci,scriveva:
"Il più bel monumento alla dignità umana per me resta quello che vidi su una collina del Peloponneso, insieme al mio compagno Alessandro Panagulis..Era l’estate del 1973, Papadopulos era ancora al potere.
Non si trattava di un simulacro, e nemmeno di una bandiera, ma di tre lettere, OXI, che in greco significa NO.
Uomini assetati di libertà le avevano scritte tra gli alberi durante l’occupazione nazifascista e, per trent’anni, quel NO era rimasto lì: senza sbiadirsi alla pioggia ed al sole. Poi il regime dei colonnelli lo avevano fatto cancellare con una mano di calce. Ma subito, quasi per sortilegio, la pioggia e il sole avevano sciolto la calce. Sicché giorno per giorno le tre lettere riaffioravano testarde, disperate,e indelebili. ”.
Buona Fortuna,ODISSEO!!!!ITACA è flagellata dai PROCI!!
P.S:Attenzione,vale per i greci oggi quel che ci si prepara a dire domani sul conto di spagnoli, portoghesi e italiani, sudici d’Europa...
Nati a Palermo o a Siviglia, a Napoli o a Lisbona, siamo tutti quanti greci anche noi.
Postato da il postino di baskerville in "....VESUVIANANDO" - NOTIZIE, OPINIONI E GIUDIZI, SUI TRASPORTI E NON SOLO... alle domenica, 05 luglio, 2015
Adesso Revelli si atteggia ad alfiere della democrazia e come tale viene citato qui. Revelli, così come l'Unità, salutò l'avvento di Monti come un nuovo 25 aprile. La Liberazione. Disse che sarebbe sceso in piazza con la bandierina. Ci eravamo liberati di Berlusconi. In realtà licenziato dalla Bce. Facendo seguito a un articolo di Pintor, Revelli scrisse chr avrebbe baciato il rospo. Dopo il puttaniere e barzellettiere finalmente era arrivato il sobrio premier che, grazie a Napolitano, e forzando le regole della democrazia, in un panorama disperato e legittimato dall'emergenza, era arrivato uno che riallineava i conti e la dignità nel club dei buoni in cui stavamo facendo brutte figure. Revelli si produsse in veri contorsionismi verbali. Citava Schimtt, lo Ausnahmezustand, lo stato di eccezione, e via delirando. Questo la dice lunga su quanto sia stata povera l'identità di sinistra, capace di strutturarsi solo su forme di paranoia identitaria come l'antiberlusconismo.
RispondiEliminaEcco che conclusioni tirava il nostro alfiere della democrazia. Monti avrebbe diovuto avere " il coraggio di praticare l'istituto temporaneo ed eccezionale che nell'antica Roma aveva il nome di "dittatura commissaria". Potete "apprezzare" i deliri di Revelli a questo link:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/revelli-bacio-il-rospo-monti-ma/