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6 marzo 2014

IL CAPITALE UMANO. DI BRUNO VINCI

Bruno Vinci

In queste righe, si intende come capitale umano, la massa dei lavoratori intesi come risorsa economica e produttiva che in ambito aziendale, e più estesamente in ambito nazionale, come costituenti il processo di trasformazione di risorse grezze in prodotti lavorati e trasformati in beni di maggior valore.
In parole povere, anche la “monnezza” se lavorata e trasformata con abilità e creatività diventa di maggior valore. Insomma il cosiddetto valore aggiunto. Tutto questo valore aggiunto, teoricamente è da attribuire ai lavoratori, il “Capitale Umano” appunto la cui esperienza, abilità e creatività, opportunamente gestita e ben diretta dall’azienda in cui si concentra, diventa profitto e capitale economico.
Questo principio è un mio e forse solo mio, concetto morale e filosofico, perché, curare il proprio capitale umano e creando un clima alla “svedese” e non alla “cinese” , crea produzioni che ottimizzano la qualità e con esso la parola che sprona il paese tutto “Brand Italiano”.
Ma esso avviene nella nostra realtà? Bhé, poniamoci delle domande e troviamo delle risposte nell’ambiente di lavoro, cominciamo dalla salute del lavoratore con tutti gli aspetti correlati.
Ma è importante davvero la salute del lavoratore, intendo quella, del singolo componente del grande “Capitale Umano” ?.
Purtroppo non credo, visto che è diventato difficile anche il solo misurarsi la pressione non avendo più presidio Medico con personale specializzato all’interno della stazione Terminale della EAV Circumvesuviana, negli anni del decreto Calducci che rende disponibile e obbliga gli enti (per ora solo associazioni sportive) ad avere un mezzo salvavita importante come il defribillatore.
Leggevo che nel 2013 è morto un turista nel prendere un traghetto facendo la fila sotto il sole. Ebbene se c’era un defribillatore da meno di mille euro, la vedova in Germania non racconterebbe, giustificatamene, che il marito è morto a Napoli aggiungendovi particolari di inefficienza e ritardi nei soccorsi.
Noi non lavoriamo con merce inerte, e magari anche chiedere un defribillatore da uno sponsor in dotazione a un posto medico per i lavoratori che in caso di necessità possa assistere al primo soccorso anche per i viaggiatori sarebbe un piccolo passo verso la civiltà ed a essere degni della dicitura “Azienda Europea  ”. In seguito, se vi interessa,  approfondiremo l’argomento tanto per spirito sindacale, sociale e morale .

Un saluto

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