C’erano i sindacati autonomi e i consumatori. Gli ecorottamatori e persino un senatore, Sergio Puglia del Movimento Cinque Stelle. C’erano soprattutto i pendolari, arrabbiati come sempre: passati dalle estenuanti discussioni su Facebook alla voglia di fare sentire la loro voce. I treni non c’erano: al terminal di Porta Nolana il piazzale era semivuoto e il tabellone luminoso annunciava solo un paio di corse. Ordinari disagi: anche ieri, infatti, a disposizione c’erano una quarantina di convogli e le soppressioni sono state decine. Era successo anche il 2 gennaio, quando le prime cancellazioni si erano verificate addirittura verso le 6 del mattino. Anche per questo c’è stata la mobilitazione: «Rivendichiamo il diritto alla mobilità per i pendolari campani», ha detto il portavoce Enzo Ciniglio. Di qui la manifestazione di ieri mattina.
Spiega Gennaro Conte, esponente dell’Orsa: «Siamo tutti interessati al rilancio del trasporto pubblico campano. I viaggiatori sono una risorsa e il paradosso in Eav è che il bacino di utenza continua ad essere molto ampio. Insomma, l’azienda non è in crisi perché mancano i clienti ma per i tagli decisi da Regione e Governo». Del resto, parlare con l’assessore ai trasporti Sergio Vetrella è stato uno degli obiettivi dei manifestanti. Il gruppetto si è spostato, in treno, fino al Centro Direzionale dove, all’isola C3, ha sede l’assessorato regionale ai trasporti. Un rapido scambio di battute con lo staff dell’assessore, poi è il portavoce Ciniglio ad annunciare che «Vetrella non c’è, ha promesso che ci richiamerà per dirci quando incontrarci».
Terza tappa: via Cisterna dell’Olio, sede dell’Eav, la società che ha inglobato Circumvesuviana, Sepsa e Metrocampania Nordest. Qui il direttore generale Valeria Casizzone ha aperto le porte ai manifestanti e ha promesso: «Incontrerò i rappresentanti dei pendolari una volta al mese». Casizzone ha poi fornito ampie rassicurazioni: nel decreto milleproroghe ci sono i soldi per l’Eav, circa un miliardo. Il presente, insomma, è durissimo ma il futuro non può che migliorare.
Il corteo si scioglie in un clima di cauto ottimismo misto allo scetticismo, figlio degli ultimi anni, caratterizzato dai disagi, le soppressioni, i treni sporchi e pericolosi, gli incendi e gli incidenti. «Chiediamo che nel consiglio di amministrazione entrino anche i viaggiatori, oltre a persone capaci e competenti. Siamo già alla terza interrogazione parlamentare e continueremo a lottare fino a quando non si avranno certezze sul futuro della Circum», dice il senatore Sergio Puglia. L’esponente dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ne fa una questione politica: «Con la gestione di Vetrella si è raggiunto il livello più basso del trasporto pubblico della storia della Campania».
«La battaglia dei pendolari della Circumvesuviana è una battaglia di civiltà, È un tema ancor prima che ambientale di dignità, di diritto alla mobilità delle persone. Il grido d'allarme dei pendolari è da anni inascoltato tanto che oggi la Cirumvesuviana è tra le tratte ferroviarie per pendolari peggiori d’Italia, tra riduzioni delle corse, lentezza, disservizi e sovraffollamento. Eppure di quella che è una vera e propria emergenza nazionale, la politica non sembra intenzionata a occuparsi», dice invece Antonio Gallozzi, direttore di Legambiente Campania. E nel giorno della protesta, il dramma dei 19 dipendenti della Marco Polo, che facevano portierato per il museo di Pietrarsa, il varco Alta Velocità di Granturco e il palazzo Italfer, tutti di proprietà di Trenitalia: licenziati da un giorno all’altro, senza preavviso. Alcuni di loro non hanno nemmeno ricevuto la lettera, ma ieri sono stati invitati ad accomodarsi fuori dall’abituale luogo di lavoro. «Chiediamo la convocazione di un tavolo in Prefettura, siamo dinanzi a un fatto inaudito», dice Angelo Ciccone dell’Orsa.

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