DA SALVATORE COZZOLINO
Carissimi l’augurio che sto per farvi è quello di una tradizionale benedizione irlandese. Entri e rimanga questa benedizione nel giorno di Natale e per sempre nelle vostre case e nelle vostre famiglie:
“Possa la strada venirvi incontro, possa il vento essere sempre alle vostre spalle e sospingervi dolcemente, possa il sole brillare caldo sul vostro viso, la pioggia cadere soffice sui vostri campi e il cielo coprirvi di benedizioni e, fino a che non ci incontreremo di nuovo, possa il Signore tenervi sul palmo della sua mano”.
Buon Natale!
Il diacono Salvatore Cozzolino e famiglia.
DA MIMMO STARITA
Auguro che
la speranza accanto
alla semplice bellezza dei vostri cuori
si tramuti nella serenità
di cui si ha tanto bisogno.
Buon Natale!
Mimmo Starita
e famiglia
Il Natale è arrivato e tutti cercano un bel regalo da fare a chi si vuol bene, ma il dono più grande e più bello rimane sempre quello di avere nella vita persone che ti amano e ti stanno accanto nei momenti più difficili ed in quelli più belli!

Da tutti noi...
...Buon Natale di cuore e FELICE ANNO NUOVO
...Buon Natale di cuore e FELICE ANNO NUOVO
Segreteria Nazionale Autoferro-TPL
DAL COLLEGA IN PENSIONE RINO PEPE
Vita prima di San Tommaso da Celano (FF 466-470)
Giunse il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza ! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.
Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia.
Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima.
Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva nominare Cristo Gesù infervorato di amore celeste lo chiamava «il Bambino di Betlemme», e quel nome «Betlemme» lo pronunciava riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto, producendo un suono come belato di pecora. E ogni volta che diceva « Bambino di Betlemme » o «Gesù», passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole.
Vi si manifestano con abbondanza i doni dell'Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia.
Buon NATALE !!!!!!
DA LUCIANO GRAZIANO
DA GAETANO TURCO




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