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28 ottobre 2013

DA IL MATTINO DI NAPOLI DI LUNEDI 28 OTTOBRE 2013



Francesco Gravetti
Ore 6,45: stazione La Pigna della ex Circumvesuviana. Il convoglio proveniente da Baiano e diretto a Napoli si ferma, il capotreno si affaccia per controllare la discesa dei pendolari e li vede scappare, allontanarsi dal vagone di coda e gridare: «Il fuoco, il fuoco». Fiamme e fumo si sprigionano dalla parte sottostante al convoglio: probabilmente è l’impianto frenante, perché proprio il giorno prima quello stesso treno era passato per l’officina di Ponticelli, dove gli operai avevano lavorato al surriscaldamento dei freni, rimettendolo a posto per quanto possibile.
Sul treno ci sono anche altri due dipendenti Circum; con l’aiuto del macchinista si armano di estintori. Tempo mezz’ora e torna la normalità: quando arrivano i vigili del fuoco il rogo è già domato. La circolazione subisce disagi e l’elettrotreno 009 ritorna dritto in officina. Alcuni passeggeri hanno anche raccontato che aveva i vetri danneggiati. È un convoglio degli anni ’70, ha fatto il suo tempo e avrebbe bisogno di una robusta manutenzione, non di interventi spot. Ma in Circumvesuviana (ora Eav srl) non è possibile: mancano i pezzi di ricambio ed i pochi treni rimasti in circolazione (circa 40) devono resistere.
Nel frattempo l’incendio è diventato un evento ordinario: accadde a Nola il 18 settembre (centinaia di viaggiatori dovettero fuggire tra le campagne) e, all’altezza di Scisciano, il 22 settembre. Anche ieri, come a Scisciano, il macchinista era Alessandro Cerrato, che commenta amaro: «I passeggeri sono esasperati e io li capisco. Sbagliano obiettivo, quando se la prendono con noi lavoratori, perché noi siamo penalizzati quanto loro. Ma non posso che comprenderli e giustificare la loro rabbia: hanno diritto ad un servizio dignitoso».
Considerando l’orario e il giorno festivo, sul treno c’era poca gente: anche questa circostanza ha limitato i danni. Le polemiche, quelle no: divampano ancora e fanno presagire una settimana di passione. Luciano Graziano della Cisal è chiaro: «Se la Circum funziona ancora lo si deve allo spirito di sacrificio di macchinisti e capitreno, ma la corda non si può tirare troppo. Questo stato di disagio deve finire, la collaborazione non può durare in eterno, dipendenti e pendolari sono sempre più a rischio». I macchinisti e i capitreno, prima di salire su un treno, danno un sostanziale via libera dopo averlo esaminato. Ragiona Graziano: «Spesso ci assumiamo delle responsabilità grosse, ma pensare di andare avanti a lungo in questo modo non è possibile. Il mio invito è mettersi in viaggio solo quando si è sicuri di non correre rischi».
Stop improvvisi, anche per protestare contro i treni fatiscenti, ce ne sono già stati. All’orizzonte, per adesso, non se ne vedono altri: stamattina i dipendenti della Circum dovrebbero garantire il normale servizio che, tuttavia, continua a prevedere soppressioni improvvise di corse. La tensione è, comunque, alle stelle, nonostante le rassicurazioni di Caldoro sull’ok al piano di rientro. Domani all’hotel Terminus di piazza Garibaldi (inizio alle 10) il sindacato Orsa mette a confronto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (che sulla Circum ha presentato un’interrogazione) con l’assessore regionale Sergio Vetrella e quello comunale Sandro Fucito. Oltre i politici interverranno anche i principali esponenti del sindacato autonomo: Angelo Ciccone, Luca Del Prete, Massimo Cosentino, Giulio Fiore. Con loro, pure Rosario Stornaiuolo di Federconsumatori. Un confronto che arriva all’indomani dell’annuncio di Caldoro del possibile rilancio del trasporto pubblico campano, ma anche dopo l’ennesimo incidente sulle linee Circum. E anche in questo caso si prevedono scintille.




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