Si riassume cosi, in quelle quattro lettere che hanno dato il titolo a questo post, il futuro del TPL ? Visione pessimistica? Non direi se il buongiorno si vede dal mattino. In
proposito, oggi 25 ottobre 2013, si dovrebbe discutere a Roma dello sblocco dei
fondi FAS necessari a rintuzzare lo spaventoso debito delle aziende ora EAV.
Si cerca un accordo con il governo, un governo non coeso che
ha una sola missione obbligata: creare una riforma elettorale che rimedi ai
guai che il precedente sistema a creato generando così una classe politica che
ha trasformato il Parlamento Italiano in una Piazza dei Miracoli dove nessuno
comanda davvero e abbia reali e serie
responsabilità verso il cittadino. Un governo cosi, in cambio dello sblocco,
dovrebbe esaminare un piano di risanamento che eviti prossimi interventi
finanziari, che sia molto condiviso (politicamente) e sia molto scenografico, possibilmente, un
piano con un cocktail di lacrime e sudore che sia esempio futuro di come i
lavoratori si sacrifichino molto, con la partecipe compassione dei poteri, perché un azienda esca dalla crisi.
Cosa possiamo immaginare? Che se i fondi FAS sono
disponibili e non tacitamente vincolati ad altri impegni governativi saranno
rilasciati per dare ossigeno e ripristinare mezzi di trasporto necessari al
TPL, la Regione
Campania ha chiaramente detto al governo che può sostenere i
stipendi fino a dicembre (sempre eccetto gli impegni di legge vincolati al
contratto nazionale con i lavoratori come ticket mensa e anticipazione accordo
contrattuale di cui tra poco non se ne parla proprio, nel mentre i sindacati,
anche consapevoli delle responsabilità che la fase di crisi impone, cominciano
a innervosirsi ormai anche loro stanchi di avere solo promesse al posto dei minimi
diritti.
Il Machiavelli insegna che chi comanda ha bisogno di persone
remissive che collaborano, ma prevedo che una volta affamate anche quelle, il
potere decisionale politico e aziendale, non abbia seri problemi.
Per questo motivo, un intelligente centro scommesse, darebbe
lo sblocco dei fondi al 60% contro un 40% causato dalla instabilità governativa
e dalla politica del contagocce per risolvere gli ormai troppi settori di crisi
sull’agenda di governo.
Ma anche in caso di sblocco il problema non si risolverà per
sempre, il debito è troppo, troppo grande e i piranha della finanza e della
politica non rinunceranno al guadagno che,si sa, le guerre e le crisi comportano
indebitando e affamando ulteriormente..
Per cui io spero solo anche in una vera riforma elettorale
più consona ad uno stato civile che crei una classe politica che capisca che il
Parlamento non sia una poltrona sicura e tranquilla per privilegiati, e che
qualcosa si sblocchi in senso positivo, evitando tensioni e scioperi. Ma sarà
una luce che rischiara solo dove si proietta, non essendoci nulla di materiale
intorno da rischiarare almeno nell’immediato futuro.
Colgo l’occasione per salutare tutti e annuncio che queste
mie opinioni non saranno più trasmesse in questo blog visto che purtroppo,
uscendo dallo schema delle tre scimmie, l’esposizione di tali opinioni
all’interno è stato essenzialmente inutile e mi ha già creato, in
precedenza, grossi problemi di
gradimento in ambito aziendale.
Bruno Vinci
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