BREVI, FLASH, ANNUNCI.....

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19 agosto 2013

BUON COMPLEANNO LUCIANO...FILOSOFO CONTEMPORANEO NAPOLETANO.


Avete mai sentito il rumore del tempo che passa? Ora penserete: «Ecco qua, De Crescenzo è impazzito!». No, non sono impazzito. Anche io come voi non ci avevo mai fatto caso, eppure il trascorrere del tempo ha un suo suono. Non sempre è percettibile, ma c’è. La prima volta che ho sentito questo rumore stavo chiacchierando con un mio vecchio compagno di scuola. Ricordo quel brutto giorno come se fosse ieri. «Lo sai» mi disse «ieri ho ritirato la carta d’argento». Con molta ingenuità risposi: «E che cos’è?» e lui di rimando «È la carta che ti permette di avere lo sconto sui treni». «Tutti possono richiederla, basta aver compiuto sessant’anni». Stavo per rispondergli che la cosa non mi riguardava, ma in quel preciso momento mi resi conto che anche io avevo compiuto sessant’anni e che il tempo era passato anche per me.
Sono trascorsi più di vent’anni da quel fatidico giorno, e da allora il ticchettio del trascorrere del tempo non mi ha mai abbandonato. Al contrario, in questo periodo è diventato ancora più insistente. Forse dipende dall’imminente compleanno che domani festeggerò a Lacco Ameno d’Ischia – mi hanno detto che spegnerò 85 candeline, ma non ne sono del tutto convinto, mi sembrano troppe – o forse la causa è questa strana sensazione che mi fa sentire come un impiegato che ha avuto quattro settimane di ferie e ne ha già fatte tre.
A volte mi sembra di vivere sospeso in un corridoio che mette in comunicazione due camere attigue. Se rivolgo lo sguardo verso una stanza mi trovo di fronte ad un marasma di ricordi: dalla prima bicicletta al negozio di guanti di mio padre, passando per il Lido delle Sirene mentre incrocio il sorriso di mia madre.
L’altra stanza invece è buia. Del resto, sbirciare il futuro è impossibile, anche se sarebbe interessante leggere qualche pagina o vedere la copertina del libro che non ho ancora scritto. Forse, ripensandoci, pur potendo farlo, non guarderei. Se vedessi qualcosa che non mi piace rischierei di trascorrere i prossimi anni in uno stato di angoscia. Meglio evitare, non si sa mai.
Credo che mi limiterò a vivere il presente, quel breve istante che separa il passato dal futuro. Nel frattempo, mi esercito a soffiare. Perché? Beh, provateci voi a spegnere ottantacinque candeline.


E come dice giggino il venditore di bare, 
che questo post possa portare bene...
Prufessò...auguri per altri cento anni !

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