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28 giugno 2013

DA IL MATTINO DI NAPOLI DI VENERDI' 28 GUGNO 2013

Adolfo Pappalardo
Uno sciopero non sciopero. Uno stato d’agitazione che rischia di mettere in ginocchio, ancora una volta, gli utenti campani. E che lascia margini risicatissimi non tanto per le trattative tra azienda e sindacati quanto per un eventuale precetto dei lavoratori. Non ci sono i margini, codice alla mano, per bloccare l’agitazione da parte della Prefettura. Nulla. Solo caos e disagi dall’inizio della prossima settimana per gli utenti: potrebbe essere già lunedì o mercoledì se non dovesse andare a buon fine il nuovo tavolo tra le organizzazioni sindacali e il commissario ad acta per i trasporti Pietro Voci convocato per martedì. Nel frattempo va avanti la protesta. Subdola. Strisciante. Perché arrivi in stazione e non sai se il tuo mezzo passerà. O puoi aspettare chissà quanto alla fermata del bus. Da due giorni tocca al Metrocampania che assicura i servizi su rotaia tra Aversa e Piscinola. Treni che non passano e solo qualche cartello appiccicato con lo scotch avverte del caos. E poi a chi toccherà? Eav? Circumvesuviana? E quando?
Uno stato di agitazione che è uno sciopero strisciante, appunto. Da un lato i sindacati, tutti, che lamentano la mancata puntualità degli stipendi, dell’erogazione della quattordicesima, dei ticket e della una tantum di 700 euro prevista dal contratto nazionale. Ma tutto nasce dal piano, redatto dal commissario Voci, di rientro dell’Eav. Nel mirino lo scorporo societario tra infrastrutture e trasporti e l’avviso pubblico per selezionare consulenti per la struttura commissariale. E così, martedì, ecco dichiarato lo stato di agitazione. Imprevedibile perché per mettere i trasporti in ginocchio basta che i dipendenti presentino in massa il certificato medico o si rifiutino di far uscire i mezzi perché carenti sotto il profilo della sicurezza. E precettarli è impossibile, solo perseguirli penalmente se l’azienda li denuncia. 
Nel frattempo si muovono il difensore civico della Regione e le associazioni dei consumatori. «Sono stato sollecitato a intervenire da utenti e dipendenti - scrive il difensore regionale Franco Bianco in una lettera spedita al commissario Voci, all’assessore ai Trasporti Vetrella e girata al prefetto Musolino - per il mantenimento di una tollerabile vivibilità quotidiana. E preoccupano non poco le incertezze circa le strategie tra le quali si annida una malcelata conflittualità: sono purtroppo ben note quelle degli utenti i cui disagi sono palpabili minuto per minuto». Un quadro noto che Bianco sintetizza nella missiva «poiché le proteste montano giorno dopo giorno ed il sistema è al limite dell’implosione». Da qui la richiesta «in via preventiva dell’intervento del prefetto affinché convochi un tavolo con tutte le parti interessate».
Situazione complicata in cui occorre riallacciare i rapporti e chiudere lo stato di agitazione. Fallito il tavolo di martedì con il commissario Voci, ne è stato convocato un altro per martedì prossimo. «Possibili disservizi e soppressioni delle corse della linea ex Circumvesuviana», ha già annunciato Luciano Graziano della Faisa-Cisal, il sindacato che la settimana scorsa aveva indetto la mobilitazione dei capitreno della ex Circumvesuviana contro il mancato pagamento degli straordinari e l'incertezza legata al data di corresponsione degli stipendi. «L'unica certezza che abbiamo avuto è relativa allo stipendio di giugno - aveva spiegato Graziano uscendo dalla riunione con Voci -. E non escludiamo né possibili disservizi né azioni più forti e incisive nei prossimi giorni». Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori pronti a presentare l’ennesima denuncia in Procura. «Abbiamo già in cantiere alcune cause contro la Vesuviana per aver abbassato del 50 per cento le corse», premette Rosario Stornaiuolo, presidente regionale Federconsumatori. «C'è un contratto di servizi con la Regione da parte delle aziende e deve esserci un livello qualitativo dei servizi alto, invece ormai è scadente. Non siamo contro i lavoratori certamente ma chiediamo che anche chi combatte per i diritti, debba tener conto dei disagi enormi degli utenti. Si trovino quindi nuove forme di lotta per evitare la privatizzazione su cui anche noi siamo contrari».

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