A chi giova? Certo i giorni che si vivono in azienda sono
giorni non più oscuri visto che, cominciano ad apparire le intenzioni della
struttura organizzativa. Ma non mi aspettavo che alle prime luci di un alba
incerta, la speranza di intravedere un futuro fosse oscurata da una caliginosa
e pesante nebbia dall’origine incerta; nebbia naturale o artificiale, non so.
L’unica cosa certa e che stanno apparendo delle figure nuove
tra di noi, escono dalla nebbia e in singole unità si mescolano tra di noi,
diverse esperienze, diverse storie, diverse problematiche si stanno fondendo
insieme in un calderone che si chiama “fusione EAV”, una parola che facilmente
fa rima con “confusione”, infatti di una vera struttura di rilancio non se ne
parla, ci si limita a proporre, disporre, fare e disfare. Senza una risposta
effettiva ai veri problemi di una struttura aziendali di servizi di trasporto
pubblico.
In questa nebbia l’unica parola che traspare è “solidarietà”
anzi contratto di solidarietà beh vediamo di capire meglio cosa è in due
parole:
Il contratto di solidarietà è un AMMORTIZZATORE SOCIALE,
inventato negli anni 30 dopo la crisi storica di Wall Street del 29, da un
certo John Maynard Keynes, che probabilmente, anche se non lo so di preciso, era,
un politico o comunque un dirigente. L’intenzione era di salvare le aziende
sacrificando le prestazioni e la paga del personale effettivo ovviamente
escludendo il personale gli apprendisti e i contratti formazione lavoro…e
dulcis in fondo anche se non se ne vede il profitto economico aziendale, i
dirigenti.
Ovviamente vanno salvate le aziende il cui profitto è calato
dalle situazioni di mercato, crisi economica etc. e previa accettazione dei
lavoratori che accettano una variazione contrattuale SENZA RITORNO.
Ma la
nostra Azienda è un caso ASSOLUTAMENTE DIVERSO, qui la crisi
viene imputata a diverse gestioni precedenti e nulla viene fatto al recupero
economico, tipo lotta all’evasione , utilizzi pubblicitari, spazi locativi
ottimizzati per il commercio ed altro. Queste voci non risolveranno il
disavanzo ma comunque in tempi medio lunghi daranno risultati.
Ma non sembra trasparire la volontà di un vero recupero ne
di salvare davvero il trasporto, ma solo del conseguente potere sull’opinione
pubblica che al momento tra l’unico vantaggio di non soffrire il freddo
accalcati all’inverosimile nei nostri mezzi di trasporto.
Io non accetto questo piano che di solidarietà ha solo la
parole nel nostro caso, si dovrebbe chiamare più giustamente “contratto di
opportunità unilaterale” e certamente quell’unilaterale non è il lato dei
lavoratori, che sia ben chiaro, tutti santi non sono, ma tanti come il mio caso
per fare il lavoratore corretto ha già un parametro basso a parità di lavoro
con parametri superiori, e se chiedo di risanare la mia posizione
equilibrandola se ne vengono con una parola “solidarietà”. Ma solidarietà con
chi? E perché? Io per me lavorando per anni con un parametro inferiore a quello
richiesto dalla mia attività in azienda, ho già fatto solidariamente anche
troppo. Per cui ritengo tale termine e proposta priva di qualsiasi fondamento e
ragione e pertanto non accettabile, almeno da me. Il mio problema di
handicappato “diversamente intelligente” è quello della “paladinite”, una
malattia che ti impone di essere paladino quasi terminale, è di aiutare gli
altri e se non hai grandi mezzi per
farlo, almeno invitandoli a riflettere sulle azioni e situazioni che possono
costituire un ingannevole mezzo coercitivo spacciato come azione sociale.
Comunque per tornare al titolo iniziale di “Fusione e Confusione” è subito
detto, visto che il caos è nemico della chiarezza e della trasparenza ho anche
l’impressione che tali spicciola presenza in un azienda che aveva un identità
definita con relativa contabilità sia attiva potenziale (che comunque c’è basta
vedere le cifre sui viaggiatori trasportati anche con la riduzione di
esercizio), sia mescolata anche come personale inquadrato cumulando anche il
numero degli esuberi e trasportandolo nella nostra azienda a scapito del
personale storico della Circumvesuviana” .
Quindi concludendo io non accuso nessuno di questa nebbia,
ma mi domando perché i piani industriali aziendali prossimi futuri e la
relativa organizzazione, nonché delle proposte riguardanti il personale, debbano
essere avvolti nella nebbia, in un epoca di trasparenza e chiarezza sono
sinonimo di democrazia. Qualcuno potrebbe dire dall’alto dell’Olimpo, che noi
omini (spesso e questo il termine nel managerismo produttivo universale FIAT
etc.), non abbiamo né opinione e ne peso
nell’ingranaggio, ma lo fanno mentendo a loro stessi perché alcuni posticini
dell’olimpo sono occupati da chi era uno di noi.
Questo che scrivo e solo una mia opinione costruita con le
altre vostre opinioni tant’è che assieme a me si firmano due altri paladini più
o meno efficaci di me, ma comunque paladini.
E strano che sta storia mi ricorda il Manzoni, che
parodiando la sua opera potremmo intitolare “I PROMESSI GONZI”, un feuilleton
ottocentesco di giochi di poteri e sentimento di popolo, ma che ha di
quell’epoca romantica, proprio nulla.
Spero che queste quattro chiacchere con questo “diversamente
intelligente” abbiano appagato il vostro spirito sociale nell’ascoltare un
invalido cerebrale e vi rendiate conto che oramai più scrivo e più il meritato,
ma sempre negato parametro 193, si allontana, ma mi rende contento, che ad
alcuni puri possano soddisfare l’ascolto di un opinione di uno di loro.
Magari alla fine, le intenzioni aziendali sono diverse, ma
comunque si è parlato spesso di “solidarietà”, e questa la mia opinione, poi
voi avete il libero arbitrio, avete il telecomando se volete cambiare canale….
Grazie
Fusione – per capirne di più.
RispondiEliminaHo letto con attenzione le riflessioni del mio amico Bruno Vinci, e vorrei dire che mentre per i nostri colleghi amministrativi, è ampiamente giustificato lo stato di smarrimento e incertezza che vivono in questo momento, non altrettanto è giustificabile il comportamento tenuto dai Dirigenti.
Infatti, come è possibile effettuare una fusione e non aver pianificato per tempo la logistica, per cui abbiamo conflitti tra i vari servizi che richiedono i loro spazi e lavoratori disorientati su dove andranno a lavorare. Non aver provveduto prioritariamente alla determinazione delle funzioni e delle missioni di ogni servizio, e dover assistere alla guerra sotterranea e non, su quelle che devono essere le reali competenze, evitando che fumose descrizioni lascino intendere che un’attività sia affidata a due se non a tre servizi differenti.
Ed ancora, ed è la cosa che mi fa maggiormente male, perché non vi è stato un preventivo incontro tra Dirigenti circa l’assegnazione ad ogni servizio delle risorse umane necessarie, valutandone serenamente per ognuna le proprie competenze professionali, e invece siamo costretti ad assistere a tutti i livelli dal Capo Area percorrendo tutta la scala professionale del CCNL ad acquisizioni di lavoratori volenti o nolenti costretti ad accettare tale situazione.
La bufera non è ancora passata, ed allora riprendendo un vecchio detto siciliano, diventiamo come le canne al vento che si flettono ma passata la bufera si rialzano sempre.
14/03/2013
p.baracca@email.it