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14 marzo 2013

FUSIONE E CONFUSIONE

A chi giova? Certo i giorni che si vivono in azienda sono giorni non più oscuri visto che, cominciano ad apparire le intenzioni della struttura organizzativa. Ma non mi aspettavo che alle prime luci di un alba incerta, la speranza di intravedere un futuro fosse oscurata da una caliginosa e pesante nebbia dall’origine incerta; nebbia naturale o artificiale, non so.
L’unica cosa certa e che stanno apparendo delle figure nuove tra di noi, escono dalla nebbia e in singole unità si mescolano tra di noi, diverse esperienze, diverse storie, diverse problematiche si stanno fondendo insieme in un calderone che si chiama “fusione EAV”, una parola che facilmente fa rima con “confusione”, infatti di una vera struttura di rilancio non se ne parla, ci si limita a proporre, disporre, fare e disfare. Senza una risposta effettiva ai veri problemi di una struttura aziendali di servizi di trasporto pubblico.
In questa nebbia l’unica parola che traspare è “solidarietà” anzi contratto di solidarietà beh vediamo di capire meglio cosa è in due parole:
Il contratto di solidarietà è un AMMORTIZZATORE SOCIALE, inventato negli anni 30 dopo la crisi storica di Wall Street del 29, da un certo John Maynard Keynes, che probabilmente, anche se non lo so di preciso, era, un politico o comunque un dirigente. L’intenzione era di salvare le aziende sacrificando le prestazioni e la paga del personale effettivo ovviamente escludendo il personale gli apprendisti e i contratti formazione lavoro…e dulcis in fondo anche se non se ne vede il profitto economico aziendale, i dirigenti.
Ovviamente vanno salvate le aziende il cui profitto è calato dalle situazioni di mercato, crisi economica etc. e previa accettazione dei lavoratori che accettano una variazione contrattuale SENZA RITORNO.
Ma la nostra Azienda è un caso ASSOLUTAMENTE DIVERSO, qui la crisi viene imputata a diverse gestioni precedenti e nulla viene fatto al recupero economico, tipo lotta all’evasione , utilizzi pubblicitari, spazi locativi ottimizzati per il commercio ed altro. Queste voci non risolveranno il disavanzo ma comunque in tempi medio lunghi daranno risultati.
Ma non sembra trasparire la volontà di un vero recupero ne di salvare davvero il trasporto, ma solo del conseguente potere sull’opinione pubblica che al momento tra l’unico vantaggio di non soffrire il freddo accalcati all’inverosimile nei nostri mezzi di trasporto.
Io non accetto questo piano che di solidarietà ha solo la parole nel nostro caso, si dovrebbe chiamare più giustamente “contratto di opportunità unilaterale” e certamente quell’unilaterale non è il lato dei lavoratori, che sia ben chiaro, tutti santi non sono, ma tanti come il mio caso per fare il lavoratore corretto ha già un parametro basso a parità di lavoro con parametri superiori, e se chiedo di risanare la mia posizione equilibrandola se ne vengono con una parola “solidarietà”. Ma solidarietà con chi? E perché? Io per me lavorando per anni con un parametro inferiore a quello richiesto dalla mia attività in azienda, ho già fatto solidariamente anche troppo. Per cui ritengo tale termine e proposta priva di qualsiasi fondamento e ragione e pertanto non accettabile, almeno da me. Il mio problema di handicappato “diversamente intelligente” è quello della “paladinite”, una malattia che ti impone di essere paladino quasi terminale, è di aiutare gli altri e se non hai  grandi mezzi per farlo, almeno invitandoli a riflettere sulle azioni e situazioni che possono costituire un ingannevole mezzo coercitivo spacciato come azione sociale. Comunque per tornare al titolo iniziale di “Fusione e Confusione” è subito detto, visto che il caos è nemico della chiarezza e della trasparenza ho anche l’impressione che tali spicciola presenza in un azienda che aveva un identità definita con relativa contabilità sia attiva potenziale (che comunque c’è basta vedere le cifre sui viaggiatori trasportati anche con la riduzione di esercizio), sia mescolata anche come personale inquadrato cumulando anche il numero degli esuberi e trasportandolo nella nostra azienda a scapito del personale storico della Circumvesuviana” .
Quindi concludendo io non accuso nessuno di questa nebbia, ma mi domando perché i piani industriali aziendali prossimi futuri e la relativa organizzazione, nonché delle proposte riguardanti il personale, debbano essere avvolti nella nebbia, in un epoca di trasparenza e chiarezza sono sinonimo di democrazia. Qualcuno potrebbe dire dall’alto dell’Olimpo, che noi omini (spesso e questo il termine nel managerismo produttivo universale FIAT etc.),  non abbiamo né opinione e ne peso nell’ingranaggio, ma lo fanno mentendo a loro stessi perché alcuni posticini dell’olimpo sono occupati da chi era uno di noi.
Questo che scrivo e solo una mia opinione costruita con le altre vostre opinioni tant’è che assieme a me si firmano due altri paladini più o meno efficaci di me, ma comunque paladini.

E strano che sta storia mi ricorda il Manzoni, che parodiando la sua opera potremmo intitolare “I PROMESSI GONZI”, un feuilleton ottocentesco di giochi di poteri e sentimento di popolo, ma che ha di quell’epoca romantica, proprio nulla.
Spero che queste quattro chiacchere con questo “diversamente intelligente” abbiano appagato il vostro spirito sociale nell’ascoltare un invalido cerebrale e vi rendiate conto che oramai più scrivo e più il meritato, ma sempre negato parametro 193, si allontana, ma mi rende contento, che ad alcuni puri possano soddisfare l’ascolto di un opinione di uno di loro.
Magari alla fine, le intenzioni aziendali sono diverse, ma comunque si è parlato spesso di “solidarietà”, e questa la mia opinione, poi voi avete il libero arbitrio, avete il telecomando se volete cambiare canale….

Grazie
Bruno Vinci

1 commento:

  1. Fusione – per capirne di più.

    Ho letto con attenzione le riflessioni del mio amico Bruno Vinci, e vorrei dire che mentre per i nostri colleghi amministrativi, è ampiamente giustificato lo stato di smarrimento e incertezza che vivono in questo momento, non altrettanto è giustificabile il comportamento tenuto dai Dirigenti.
    Infatti, come è possibile effettuare una fusione e non aver pianificato per tempo la logistica, per cui abbiamo conflitti tra i vari servizi che richiedono i loro spazi e lavoratori disorientati su dove andranno a lavorare. Non aver provveduto prioritariamente alla determinazione delle funzioni e delle missioni di ogni servizio, e dover assistere alla guerra sotterranea e non, su quelle che devono essere le reali competenze, evitando che fumose descrizioni lascino intendere che un’attività sia affidata a due se non a tre servizi differenti.
    Ed ancora, ed è la cosa che mi fa maggiormente male, perché non vi è stato un preventivo incontro tra Dirigenti circa l’assegnazione ad ogni servizio delle risorse umane necessarie, valutandone serenamente per ognuna le proprie competenze professionali, e invece siamo costretti ad assistere a tutti i livelli dal Capo Area percorrendo tutta la scala professionale del CCNL ad acquisizioni di lavoratori volenti o nolenti costretti ad accettare tale situazione.
    La bufera non è ancora passata, ed allora riprendendo un vecchio detto siciliano, diventiamo come le canne al vento che si flettono ma passata la bufera si rialzano sempre.

    14/03/2013
    p.baracca@email.it

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