BREVI, FLASH, ANNUNCI.....

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4 febbraio 2013

“SIT TIBI TERRA LEVIS”

….Ho perso i miei genitori molto tempo fa….Prima mio padre(ed ero ragazzo)e poi mia madre…Il calvario di mia madre ebbe inizio con un linfoma non Hodgkin….Un tumore maligno che per quel tempo non lasciava scampo,se si considera il suo sofferente quadro epatico …….Mia madre è stata la persona più preziosa e più buona che la vita mi ha regalato….Ha segnato profondamente con la sua umanità, il mio orizzonte di senso… Splendida vita la sua,spesa bene e con tutto l’amore che solo lei poteva dare:impegnata nonostante la sua quotidiana fatica,da apostolato e preghiera …Per poterla avere tra di noi, ci siamo impegnati in una lotta contro una malattia,che ha distillato goccia su goccia sofferenze e dolore… …Goccia su goccia scendeva nelle sue vene la chemio, sempre più inutile ed a dosi sempre più maggiori….Gli ultimi trenta giorni:furono uno strazio….Si trascinava in una lenta e dolorosa agonia,iniziata sei mesi prima….Dopo alcuni cicli di chemioterapia era stremata….Ed ogni giorno sorgeva sempre più limpido, e sempre più ignaro delle miserie e dell’ignoranza degli uomini…..Quanta inutile rabbia,in quel gennaio del 1990…..Ci furono discussioni in famiglia(8 fratelli) sul prolungamento di un’esistenza biologica segnata dolorosamente dalla malattia,al di là di ogni umana sopportazione,o al di là di ogni ragionevole parvenza di esistenza umana….…Per salvarla,fummo costretti a negargli la terapia del dolore…..Si diceva:se vogliamo combattere il cancro,(già in metastasi)non possiamo somministrare morfina contro il dolore in un paziente affetto da un’insufficienza epatica:potrebbero sorgere delle complicanze,sino a provocare un coma epatico….Un accanimento terapeutico per contenere e “ distruggere ”la malattia,che ci impediva di controllare e contenere il dolore….…Ci sono voluti  molti anni per metabolizzare la sua assenza,ma non ho mai sconfitto il rimorso per una scelta che si rivelò  alla fine disastrosa……Oggi,e solo oggi, posso dire che la natura non prevede la sofferenza,se per sofferenza intendiamo l’accanimento curativo,per far si che la natura non compia il suo ciclo naturale con la fine….La natura,ci insegna che per la sua “ economia “ non concede all’esistenza umana nessun privilegio rispetto a tutti gli altri viventi….Non voglio sembrare cinico,ma ritengo che noi siamo solo funzionari della specie,la quale,per la sua conservazione,esige la morte dei singoli individui……..E l’accanimento curativo non rientra tra i compiti della natura… E’ per questo motivo,che la sofferenza umana non l’ho mai sopportata e ne tantomeno accettata…Credo che sia più giusto,separarsi da una vita che non si può chiamare tale , in virtù di una sofferenza che cancella la dignità,il pensiero,le sensazioni, gli affetti con, la totale inibizione di ogni funzione umana….. Ecco perché,da allora ho sempre desiderato un umana pietà…….. Mio figlio nacque il 26 novembre del 1989 e quale ultimo regalo mia madre scelse di essere presente,”viva” ed autonoma nel giorno del battesimo che festeggiammo nella sua abitazione:il 28 gennaio. ….Mentre nasceva Lucio,lei ci lasciava affranti nello sconforto e smarriti…..Noi diamo ai nuovi nati i nomi dei morti o di quelli che si apprestano a lasciarci con la fievole speranza che possano assomigliare a loro, pretendendo,ed è il mio caso,di smussare la perdita della persona che amavamo lottando per avvicinarci al suo modo di essere e rendendo così,il nuovo arrivato meno estraneo…..A volte è una tentazione irresistibile quella di pensare che la persona che nasce sia legata a quella precedente, ma la maggior parte di noi non ci crede oppure ha il timore di crederci…. Non nel senso che chi arriva sia la reincarnazione della vecchia:a tanto,per fortuna,la follia non arriva a supporla…Ma invece più sottilmente si può pensare che in qualche modo si conoscono. Perché i morti e quelli che nascono sono in relazione, legati da qualche parte,dove noi non riusciamo, ne a vedere con gli occhi,e ne ad immaginare con la fantasia….
La scienza ci dice che noi siamo il frutto di un corredo genetico che ci viene tramandato da lontano,e questo corredo contiene la vita nostra e dei nostri antenati…. Ci portiamo appresso,e custodiamo dentro di noi,le persone che abbiamo amato,che ci hanno “ curato” e che ci hanno preceduto. Questa eredità lasciataci dai nostri morti determina la nostra vita,e le nostre scelte…. Probabilmente non saresti tu,e ne sarei io,quello che siamo senza le scelte di coloro che hanno vissuto prima di noi…..
Caro Giovanni,conoscevo tuo padre con il suo nome citato molto spesso con fare amichevolmente in Ferrovia: Rolando…..Se la memoria non mi tradisce,lo ricordo in incontri occasionali e fugaci, durante i miei e i suoi turni di servizio….L’ho incrociato tante volte nella vecchia stazione di Boscoreale,oppure a Villa dei Misteri..
Dico così,in quanto sono piccoli episodi,che seppur annebbiati dal tempo trascorso a me paiono significativi….…Si dice che non esista la memoria autentica,ma un misto tra realtà e fantasia…Ma quello che emerge dai ricordi sono ed erano i piccoli momenti di vita lavorativa quotidiana,che attraverso opinioni e modi di pensare diversi,trovavano la ragione di esistere e…..la vita. Ovviamente,parlo di un'altra epoca,un altro paesaggio: ieri nitido,oggi desolatamente annebbiato….Certo,che posso ben dire,che tutte le volte che l’ho incontrato il discorso tra di noi non poteva che scivolare sulla fede….Al di là delle posizioni diverse su una materia così ostica ma affascinante,posso dire, che tuo padre era un uomo traboccante di umanità ….Con il suo tono burbero era solito riprendermi,quando qualche volta,con un pizzico di ironia,scherzavo sulla mania degli uomini di appigliarsi all’evento miracoloso o quando dissertavo su fede,religione e del mio agnosticismo…..Dopotutto sapeva che non credevo nell’aldilà…. Sapeva che al riguardo avevo opinioni molto chiare…
(Che questa vita,è la sola vita che ho da vivere,e pertanto devo concentrarmi sui miei valori,sui miei interessi,sui miei affetti…)
Boscoreale come stazione era atipica,in quanto popolata da personaggi strani e particolari che conservavano allora e conservano adesso,nella mia “ fantasia “una propria e autentica personalità ….Riconoscibili tutti e mai omologati uno all’altro….Sia il personale di stazione,(Rolando,Guastafierro,Pisacane)che i frequentatori più o meno occasionali che lì sostavano…..Una taverna,un porto franco,un circolo dopolavoristico, un bar…. insomma una di quelle  piccole stazioni ferroviarie di “un paese “e di una Circumvesuviana che non esiste più….Con il senno del poi,la posso senz’altro definire una stazione aperta…..Entravano un po’ tutti in stazione dove operavano e lavoravano:personale tecnico e operatori al movimento…..Per cui le discussioni si animavano,su argomenti che osservati attentamente e catapultati nei nostri anni non affascinano più:e parlo di temi sociali,di politica,di rivendicazioni sindacali o vertenze lavorative salariali,di diritti …..Affrontati semplicemente e con altrettanta passione… Ovviamente per parlare di politica non c’era bisogno di un masters in comunicazione….. Bastava la curiosità e la voglia di discutere… Senza tralasciare,se non erro,la pesca con il suo pescato miracoloso….(Salvatore era bravo a non rivelare mai il luogo ove avveniva un simile evento)….Strani tipi i vecchi ferrovieri e lì ricordo così:chi come un provetto riparatore elettrico(Enzo);chi indaffarato tra monocoli,viti e pinzette speciali,impegnato nella riparazione di  vecchi orologi(Ce ne sono tanti:uno per tutti Giordano,ma anche Giovanni)rimessi sempre prodigiosamente in funzione…Di Rolando,invece,ricordo una vecchia radio che portava sempre con se……Armeggiando tra le frequenze,la sintonizzava su un emittente evangelica,dove venivano trasmessi  canti e  preghiere… E guai a disturbare la sua attenzione,chiudeva persino la porta che divideva l’armadio ACEI con i suoi releè(dove operavamo)dallo spazio adibito alla bigliettazione…..….….
Amico mio,la fede è un dono:si può averla come non averla….Sta di fatto che la tua preghiera ha diradato le tenebre del dolore per trovare ascolto……Quell’ascolto che per nostra imperizia “ noi “ allora non trovammo…
Pensammo di sfidare l’impossibile,superando il limite che la natura,il fato,o Dio concede ai corpi degli uomini….

UNA COSA MI CONFORTA E MI SCONVOLGE AL TEMPO STESSO IN QUANTO CREDENTE MA NON DI QUELLI D.O.C. IL CONFORTO MI VIENE DAL FATTO CHE NON HA SOFFERTO COSI' COME PURTROPPO SPESSO CAPITA CON QUESTE MALATTIE. RESTO "POSITIVAMENTE" SCONVOLTO PERCHE', AVEVO CHIESTO ALL'ONNIPOTENTE, QUASI CON TONO DI SFIDA, DI PRENDERSELO CON SE QUANTO PRIMA RISPARMIANDOGLI SOFFERENZE CHE NON AVREBBE MERITATO. ED E' CIO' CHE E' AVVENUTO. PER QUESTO LO RINGRAZIO E CHIEDO PERDONO PER L'ARROGANZA DA PICCOLO UOMO, CON LA QUALE GLI HO CHIESTO DI DARMI UN SEGNO.”
  Oh Signore, dà a ciascuno la propria morte,
una morte che scaturisca da una vita in cui
ciascuno abbia avuto amore, senso, pena

Rainer Maria Rilke


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