….Ho perso i miei genitori molto tempo fa….Prima mio padre(ed ero
ragazzo)e poi mia madre…Il calvario di mia madre ebbe inizio con un linfoma
non Hodgkin….Un tumore maligno che per quel tempo non lasciava scampo,se si
considera il suo sofferente quadro epatico …….Mia madre è stata la persona
più preziosa e più buona che la vita mi ha regalato….Ha segnato profondamente
con la sua umanità, il mio orizzonte di senso… Splendida vita la sua,spesa
bene e con tutto l’amore che solo lei poteva dare:impegnata nonostante la sua
quotidiana fatica,da apostolato e preghiera …Per poterla avere tra di noi, ci
siamo impegnati in una lotta contro una malattia,che ha distillato goccia su
goccia sofferenze e dolore… …Goccia su goccia scendeva nelle sue vene la
chemio, sempre più inutile ed a dosi sempre più maggiori….Gli ultimi trenta
giorni:furono uno strazio….Si trascinava in una lenta e dolorosa
agonia,iniziata sei mesi prima….Dopo alcuni cicli di chemioterapia era
stremata….Ed ogni giorno sorgeva sempre più limpido, e sempre più ignaro
delle miserie e dell’ignoranza degli uomini…..Quanta inutile rabbia,in quel
gennaio del 1990…..Ci furono discussioni in famiglia(8 fratelli) sul
prolungamento di un’esistenza biologica segnata dolorosamente dalla
malattia,al di là di ogni umana sopportazione,o al di là di ogni ragionevole
parvenza di esistenza umana….…Per salvarla,fummo costretti a negargli la
terapia del dolore…..Si diceva:se vogliamo combattere il cancro,(già in
metastasi)non possiamo somministrare morfina contro il dolore in un paziente
affetto da un’insufficienza epatica:potrebbero sorgere delle complicanze,sino
a provocare un coma epatico….Un accanimento terapeutico per contenere e “
distruggere ”la malattia,che ci impediva di controllare e contenere il
dolore….…Ci sono voluti molti anni per
metabolizzare la sua assenza,ma non ho mai sconfitto il rimorso per una
scelta che si rivelò alla fine
disastrosa……Oggi,e solo oggi, posso dire che la natura non prevede la
sofferenza,se per sofferenza intendiamo l’accanimento curativo,per far si che
la natura non compia il suo ciclo naturale con la fine….La natura,ci insegna
che per la sua “ economia “ non concede all’esistenza umana nessun privilegio
rispetto a tutti gli altri viventi….Non voglio sembrare cinico,ma ritengo che
noi siamo solo funzionari della specie,la quale,per la sua
conservazione,esige la morte dei singoli individui……..E l’accanimento
curativo non rientra tra i compiti della natura… E’ per questo motivo,che la
sofferenza umana non l’ho mai sopportata e ne tantomeno accettata…Credo che
sia più giusto,separarsi da una vita che non si può chiamare tale , in virtù
di una sofferenza che cancella la dignità,il pensiero,le sensazioni, gli
affetti con, la totale inibizione di ogni funzione umana….. Ecco perché,da
allora ho sempre desiderato un umana pietà…….. Mio figlio nacque il 26
novembre del 1989 e quale ultimo regalo mia madre scelse di essere
presente,”viva” ed autonoma nel giorno del battesimo che festeggiammo nella
sua abitazione:il 28 gennaio. ….Mentre nasceva Lucio,lei ci lasciava affranti
nello sconforto e smarriti…..Noi diamo ai nuovi nati i nomi dei morti o di
quelli che si apprestano a lasciarci con la fievole speranza che possano
assomigliare a loro, pretendendo,ed è il mio caso,di smussare la perdita
della persona che amavamo lottando per avvicinarci al suo modo di essere e
rendendo così,il nuovo arrivato meno estraneo…..A volte è una tentazione
irresistibile quella di pensare che la persona che nasce sia legata a quella
precedente, ma la maggior parte di noi non ci crede oppure ha il timore di
crederci…. Non nel senso che chi arriva sia la reincarnazione della vecchia:a
tanto,per fortuna,la follia non arriva a supporla…Ma invece più sottilmente
si può pensare che in qualche modo si conoscono. Perché i morti e quelli che
nascono sono in relazione, legati da qualche parte,dove noi non riusciamo, ne
a vedere con gli occhi,e ne ad immaginare con la fantasia….
La scienza ci dice che noi siamo il frutto di un corredo genetico
che ci viene tramandato da lontano,e questo corredo contiene la vita nostra e
dei nostri antenati…. Ci portiamo appresso,e custodiamo dentro di noi,le
persone che abbiamo amato,che ci hanno “ curato” e che ci hanno preceduto.
Questa eredità lasciataci dai nostri morti determina la nostra vita,e le
nostre scelte…. Probabilmente non saresti tu,e ne sarei io,quello che siamo
senza le scelte di coloro che hanno vissuto prima di noi…..
Caro Giovanni,conoscevo tuo padre con il suo nome citato molto
spesso con fare amichevolmente in Ferrovia: Rolando…..Se la memoria non mi
tradisce,lo ricordo in incontri occasionali e fugaci, durante i miei e i suoi
turni di servizio….L’ho incrociato tante volte nella vecchia stazione di
Boscoreale,oppure a Villa dei Misteri..
Dico così,in quanto sono
piccoli episodi,che seppur annebbiati dal tempo trascorso a me paiono
significativi….…Si dice che non esista la memoria autentica,ma un misto tra
realtà e fantasia…Ma quello che emerge dai ricordi sono ed erano i piccoli
momenti di vita lavorativa quotidiana,che attraverso opinioni e modi di
pensare diversi,trovavano la ragione di esistere e…..la vita. Ovviamente,parlo
di un'altra epoca,un altro paesaggio: ieri nitido,oggi desolatamente
annebbiato….Certo,che posso ben dire,che tutte le volte che l’ho incontrato
il discorso tra di noi non poteva che scivolare sulla fede….Al di là delle posizioni
diverse su una materia così ostica ma affascinante,posso dire, che tuo padre
era un uomo traboccante di umanità ….Con il suo tono burbero era solito
riprendermi,quando qualche volta,con un pizzico di ironia,scherzavo sulla
mania degli uomini di appigliarsi all’evento miracoloso o quando dissertavo
su fede,religione e del mio agnosticismo…..Dopotutto sapeva che non credevo
nell’aldilà…. Sapeva che al riguardo avevo opinioni molto chiare…
(Che questa vita,è la sola
vita che ho da vivere,e pertanto devo concentrarmi sui miei valori,sui miei
interessi,sui miei affetti…)
Boscoreale come stazione
era atipica,in quanto popolata da personaggi strani e particolari che
conservavano allora e conservano adesso,nella mia “ fantasia “una propria e
autentica personalità ….Riconoscibili tutti e mai omologati uno all’altro….Sia
il personale di stazione,(Rolando,Guastafierro,Pisacane)che i frequentatori
più o meno occasionali che lì sostavano…..Una taverna,un porto franco,un
circolo dopolavoristico, un bar…. insomma una di quelle piccole stazioni ferroviarie di “un paese
“e di una Circumvesuviana che non esiste più….Con il senno del poi,la posso
senz’altro definire una stazione aperta…..Entravano un po’ tutti in stazione
dove operavano e lavoravano:personale tecnico e operatori al movimento…..Per
cui le discussioni si animavano,su argomenti che osservati attentamente e
catapultati nei nostri anni non affascinano più:e parlo di temi sociali,di
politica,di rivendicazioni sindacali o vertenze lavorative salariali,di
diritti …..Affrontati semplicemente e con altrettanta passione… Ovviamente
per parlare di politica non c’era bisogno di un masters in comunicazione….. Bastava
la curiosità e la voglia di discutere… Senza tralasciare,se non erro,la pesca
con il suo pescato miracoloso….(Salvatore era bravo a non rivelare mai il
luogo ove avveniva un simile evento)….Strani tipi i vecchi ferrovieri e lì
ricordo così:chi come un provetto riparatore elettrico(Enzo);chi indaffarato
tra monocoli,viti e pinzette speciali,impegnato nella riparazione di vecchi orologi(Ce ne sono tanti:uno per tutti
Giordano,ma anche Giovanni)rimessi sempre prodigiosamente in funzione…Di
Rolando,invece,ricordo una vecchia radio che portava sempre con
se……Armeggiando tra le frequenze,la sintonizzava su un emittente
evangelica,dove venivano trasmessi
canti e preghiere… E guai a
disturbare la sua attenzione,chiudeva persino la porta che divideva l’armadio
ACEI con i suoi releè(dove operavamo)dallo spazio adibito alla
bigliettazione…..….….
Amico mio,la fede è un
dono:si può averla come non averla….Sta di fatto che la tua preghiera ha
diradato le tenebre del dolore per trovare ascolto……Quell’ascolto che per
nostra imperizia “ noi “ allora non trovammo…
Pensammo di sfidare
l’impossibile,superando il limite che la natura,il fato,o Dio concede ai
corpi degli uomini….
“UNA COSA MI CONFORTA E MI SCONVOLGE AL TEMPO STESSO IN
QUANTO CREDENTE MA NON DI QUELLI D.O.C. IL CONFORTO MI VIENE DAL FATTO CHE
NON HA SOFFERTO COSI' COME PURTROPPO SPESSO CAPITA CON QUESTE MALATTIE. RESTO
"POSITIVAMENTE" SCONVOLTO PERCHE', AVEVO CHIESTO ALL'ONNIPOTENTE,
QUASI CON TONO DI SFIDA, DI PRENDERSELO CON SE QUANTO PRIMA RISPARMIANDOGLI
SOFFERENZE CHE NON AVREBBE MERITATO. ED E' CIO' CHE E' AVVENUTO. PER
QUESTO LO RINGRAZIO E CHIEDO PERDONO PER L'ARROGANZA DA PICCOLO UOMO, CON LA
QUALE GLI HO CHIESTO DI DARMI UN SEGNO.”
Oh Signore,
dà a ciascuno la propria morte,
una morte che scaturisca da una vita in cui ciascuno abbia avuto amore, senso, pena
Rainer Maria Rilke
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BREVI, FLASH, ANNUNCI.....
4 febbraio 2013
“SIT TIBI TERRA LEVIS”
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