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19 novembre 2012

DA IL MATTINO DI NAPOLI DI LUNEDI 19 NOVEMBRE 2012



Salvo Sapio
Il giorno della verità per l’EavBus ha due passaggi obbligati. Due strettoie nella corsa che la Regione ha avviato per salvare la società di trasporto e i suoi 1300 dipendenti. Nel pomeriggio, in maniera non ufficiale ma con esiti sostanziali, il governatore Caldoro e i manager Eav si metteranno in contatto con il giudice fallimentare Aldo Ceniccola e con la curatela fallimentare (composta da Maurizio Siciliani e Sergio Sciarelli in attesa della nomina del terzo componente in rappresentanza della tributaria). Abbastanza chiaro il messaggio che magistrato e curatela hanno fatto trapelare: c’è tutto l’interesse a garantire l’esercizio provvisorio fino alla sentenza di corte d’appello in cui il fallimento potrà essere cancellato o confermato. Ma tutte le carte devono essere a posto. Deve partire, prima di tutto, il ricorso dei manager Eav. Nello Polese e Paolo Como hanno contattato l’avvocato Sandulli che ha puntato al vizio di notifica per sovvertire l’esito della prima sentenza di fallimento. Altri ricorsi potrebbero arrivare anche da altri creditori, in particolare da parte di chi deve ricevere somme superiori ai 600mila euro che hanno portato al fallimento. Ci sono poi le garanzie da mettere sul piatto: i 4,5 milioni che serviranno per garantire la regolarità degli stipendi, pagando logicamente gli arretrati. La Regione dovrà poi dimostrare la copertura per quanto riguarda i contratti di servizio, una cifra non lontana dai sette milioni. 
Ottenuto il parere favorevole all’esercizio provvisorio si passerà al secondo appuntamento, quello convocato per le 19 a palazzo Santa Lucia con i sindacati. Caldoro, gli assessori Nappi e Vetrella, Polese e Como incontreranno i segretari generali e i rappresentanti delle categorie. Si definiranno le forme dell’affido temporaneo. La soluzione più probabile (e anche più semplice) è il ritorno ai bacini di competenza anche per il trasporto su gomma antecedenti al 2008, anno in cui divenne operativa EavBus (creata tecnicamente nel 2007). Circumvesuviana, Sepsa e MetroNapoli NordEst (ex Alifana) riprenderebbero in carica le linee e gli autobus, il tutto sotto l’ombrello di Eav holding, garante dell’operazione.
Una soluzione quella dell’affido provvisorio che, come chiarisce il nome, non può essere strutturale. E proprio il governatore Caldoro torna a parlare delle prospettive dell’interno comparto del trasporto pubblico campano. «Parlano i numeri e i numeri sono sempre gli stessi: c’è un indebitamento di 600 milioni non confutato da nessuno e prodotto in vent’anni, e soprattutto negli ultimi quindici. Dal 2010 è stata bloccata la crescita del debito ed è stata avviata una politica di risanamento e di rigore. Ma sappiamo che non basta ed è per questo che insistiamo perché il fondo di garanzia sia esteso alle Regioni. Il governo sta compiendo una scelta politica, ha scelto un interlocutore, ha deciso di avere rapporti solo con i Comuni. Credo - insiste Caldoro - che sia una scelta sbagliata, irragionevole e penalizzante per chi, come la Campania, ha le carte in regola per accedere a certe forme di garanzia. Se il fondo non dovesse essere esteso alle Regioni non ci sono alternative. Senza soldi di casi Eav ce ne saranno uno dietro l’altro». 


Francesco Gravetti
L’ordine di servizio che fa litigare da mesi sindacati e vertici della Circumvesuviana – quello che istituisce nuovi orari di lavoro per macchinisti e capistazione improntati ad una maggiore produttività – torna a fare capolino nell’azienda di trasporti napoletana. I dirigenti Circum, infatti, hanno deciso che da domattina possono partire i turni della discordia, nonostante non sia stato trovato ancora un accordo con le rappresentanze sindacali. I turni erano stati congelati la settimana scorsa, quando gli stessi sindacati avevano proposto all’azienda di riaprire la vertenza. Era stata avviata una trattativa ad oltranza, con l’intento di trovare una soluzione che soddisfacesse le parti: ma il confronto è rimasto in piedi soltanto poche ore, poi si è arenato quando i sindacalisti hanno fatto presente alla Circum che alla «cugina» Sepsa la trattativa andava avanti su basi economiche e organizzative diverse. Due pesi e due misure, insomma: questa la tesi dei sindacati che, di fatto, ha bloccato la trattativa. Ma la Circum ha tutta l’intenzione di modificare l’attuale orario di lavoro di chi guida i treni: «È necessario fare sacrifici per risanare l’azienda», ha detto più volte l’amministrazione unico Gennaro Carbone. 
Domattina, dunque, verrà fatto un altro tentativo: già da oggi saranno resi noti i turni, che in una prima fase verranno disposti d’ufficio. Dal canto loro, i lavoratori hanno intenzione di ignorare l’ordine di servizio e comportarsi come se ci fossero ancora i vecchi turni: l’ennesimo braccio di ferro, dunque. Fino a domani, però, potrebbero esserci ancora degli sviluppi: le stesse rappresentanze sindacali dovrebbero incontrarsi ancora e forse provare a fare nuove proposte alla Circumvesuviana. Potrebbe tornare, poi, la raffica di soppressioni e ritardi, diretta conseguenza della vertenza. Per qualche giorno i dipendenti avevano rallentato la protesta, rifiutandosi di fare gli straordinari ma consentendo comunque la possibilità di effettuare qualche corsa in più. Le cancellazioni c’erano state, ma erano diminuite rispetto alle scorse settimane. Il temporaneo fallimento della trattativa potrebbe far tornare la rabbia a macchinisti e capistazione che, peraltro, stanno causando disagi ai pendolari non con lo sciopero ma con la sola applicazione puntuale del regolamento: rifiutando, cioè, lo straordinario e la conduzione di treni poco sicuri.



2 commenti:

  1. Coloro i quali effettuano la protesta sono i CAPITRENO, non i capostazione!!!

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  2. E le linee ex Vesuviana Mobilità e ASM a chi andrebbero? A Circum e Sepsa? O ad altri soggetti?

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