Chi mi conosce e ha letto dei miei scritti riguardo al
naufragio del Titanic “Circumvesuviana”, sa che sapevamo già il futuro della
stessa. Niente abbiamo potuto fare per evitare questo e solo con l’aiuto
dell’opinione pubblica, si è potuto bloccare un iter che avrebbe portato alla
fine della ferrovia eliminando dalla politica almeno uno dei problemi che la
stessa politica ha generato.
Ma come siamo arrivati a questo?? E’ vero nel campo degli
affari ci vuole intuito, preveggenza calcolo e dulcis in fundo anche un po’ di
culo… anche se su quest’ultimo non ci puoi contare costantemente e per sempre.
E per questo che serve la volontà ed l’iniziativa, abbiamo appena fatto
l’esempio di iniziativa e volontà di Roosvelt ed il suo new deal. Una politica
cieca e dilapidatrice, incompetente incompleta che sperava nella…fortuna, che
le cose non cambiassero. Il tira a campare con il “futtetenn” napoletano, non
ci voleva molto a prevedere che una tale politica ci avrebbe condotti sull’orlo
del precipizio.ad espiare gli errori manageriali del passato. E’ inutile
accusare i managers attuali, i rei hanno già da tempo abbandonato la “nave”, ma
bisogna aiutarli a non ricalcare le precedenti amministrazioni. Non ci vogliono
geni per capire che la struttura societaria attuale fu progettata in una Regione
Campania conscia che le politiche di federalismo e liberalizzazione avanzavano
in Italia come già avvenne in Europa. Tale struttura aveva poche aspettative di
riorganizzazione ma era una buona prefazione liquidativi. Non posso mai
dimenticare che all’avvento della Regione Campania, la prima cosa fu di
valutare e censire l’intero patrimonio immobiliare e non della Circumvesuviana,
manco temessero l’arrivo dei mongoli. Erano i primi giorni mi aspettavo un
piano di recupero industriale e di commercio, ma nulla fu proposto, rimase
l’intesa con il Consorzio a spartire un introito già dimagrito dalle vicende
inflative dell’economia e la restrizione delle tariffe da servizio pubblico.
Abbiamo visto la stazione di Acerra con il dorato Pulcinella decapitato simbolo
di una cecità artistica retrò e deprimente. E con questa ottusità abbiamo
convissuto, sperando che un “deus ex machina” calasse dal cielo è salvasse il
mondo Circumvesuviana. E chi di speranza vive di speranza muore…
Ma ora cari amici e colleghi insomma noi addetti ai remi
della galea, sarebbe il caso di aiutare anche ai timoni e alle scialuppe. E
speriamo che una pregata lungimiranza ci permetta di influire un po’ sulla
rotta buona da seguire, rinunciando a qualcosa ma non ha tutto quello che
vogliono e rinunciandoci TUTTI. E periamo che non si irrigidiscano nel momento
di saper gestire intelligentemente penso che il Concordia e Schettino
insegnino. Per il momento hanno ascoltato il “torni a bordo Schettino”, ora
bisogna convincerli e aiutarli a guidare la nave.
17/05/2012
Sante parole,sante parole.
RispondiEliminaUn vecchio detto recita:aropp arrubat è port e fierr!!!
Perfino quelli ai timoni ed alle scialuppe ora si attivano e cercano strade da percorrere con unità d'intenti.Commovente!
Gente che,fatte salve rare eccezioni,se ne infischiava degli scioperi (inidonei ed altre vertenze ).
La cosa non riguardava tutti ?
Forse si credeva che il problema era di quelli che "remano".
Un film stupendo del 1988 di Joe Mantegna che intrecciava aspetti drammatici e comici del mondo malavitoso è calzante al momento che viviamo.
Il titolo è :Le cose cambiano !