BREVI, FLASH, ANNUNCI.....

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23 ottobre 2013

LAGGIÙ, NELLA TERRA DI MEZZO....AGRIGENTO...

Manifestazioni di immenso dolore;di commemorazione delle vittime;tanti dibattiti;promesse che nulla dovrà essere come prima e poi accade il solito spettacolino del Circo Barnum italiano....
La crisi profonda dello Stato non la vedi soltanto nei 600 migranti annegati in una settimana di naufragi,ma anche da quello che è andato in scena ieri 21 ottobre,nel profondo SUD....

"TOLKIEN:La Terra-di-Mezzo non è una mia invenzione. È una modernizzazione o un'alterazione di un'antica parola che indicava il mondo abitato dagli uomini, di mezzo perché si pensava vagamente che fosse posta al centro di mari che la circondavano tra il ghiaccio del nord e i fuochi del Sud...
(Già:il ghiaccio del Nord e i fuochi del Sud. Come ha dimostrato una ricerca di -Save the children-Salvate i bambini-, nel 2012 soltanto 54 minori non accompagnati su 1272 hanno ricevuto ospitalità al di fuori della Sicilia,Calabria,Puglia...Uniche regioni dove i profughi sbarcati trovano accoglienza)...
Molti recensori sembrano pensare che la Terra-di-Mezzo sia su un altro pianeta!" »
Qual'è quest'altro pianeta?????

                                            
LA CRONOLOGIA DEL RACCONTO
Mentre la Marina Militare soccorre e aiuta i profughi,raddoppiando militari e navi nel mare di Lampedusa,per poter garantire sicurezza e solidarietà;ad Agrigento viene recitata,sponsorizzata da un governo che ha smarrito la bussola e la decenza,l'ennesima farsa italiana....I solenni funerali di Stato promessi,a Lampedusa,dal Presidente del consiglio si sono trasformati in una tragica e grottesca commedia....La crisi profonda dello stato la misuri cronologicamente da un susseguirsi di azioni,che sconfinano nella vergogna.....
1)Alle due del pomeriggio,sotto un cocente sole,(batte sulla tastiera il corrispondente da Agrigento)erano riuniti tutti lì....Il palco era stato allestito sul mare di Santo Leone....La distanza che separa il palco dalla villetta dove il Ministro Alfano trascorre le sue vacanze,misura 300 metri.Località questa,detto per inciso,dove non è mai approdato un solo barcone di migranti.... 
2)Sempre alle due,si controlla l'assegnazione dei posti a sedere riservati alle autorità....

Ma appare sin da subito un elementare concetto:chi doveva esserci al funerale non c'era e chi non doveva esserci c'era.....Vediamo chi non c'era....
4)Non ci sono le salme dei 366 migranti ripescati nel mare nostrum...Si sospetta,che siano state tumulate a loro insaputa(SIC!).A tutti è stato riservato solo un numeretto al posto di un'identità; ....Un funerale,quindi,senza bare.... 
5) Mancano i 157 superstiti del naufragio del 3 ottobre.....Chiusi nel centro di prima accoglienza di Lampedusa.....(E' un maledetto imbroglio:lo chiamano centro ,ma le malelingue sospettano che sia un lager...)Quindi,come secondo elemento del puzzle,al funerale di Stato mancano anche i superstiti....E che funerale è????BOH!!!!!
Perché,non sono stati invitati????Forse perché protestano..??? ..Evidentemente,nella pacificazione generale:critiche,lamentele e dissenso,sono manifestazioni indigeste...
Diamine:ci sarà pure una ragione... Forse perché il Governo del fare e delle larghissime intese:ce lo impongono i mercati,ed i soliti noti....
La liberalizzazione sarà il prossimo affare italiano....LA SVENDITA DI BENI COMUNI,DI PATRIMONI;E DI AZIENDE....
6)Non ci sono il Sindaco Giusi Nicolini,e la gente di Lampedusa.....
Come mai dolce e angelico Angelino?Non crede che sia deleterio,ed un pochino infame,tagliare dalla scena,un'intera comunità che da anni porta  sulle sue spalle il peso del soccorso in mare e l'assistenza sull'isola ai profughi.??? ...Si,proprio quel popolo,che lei con un gesto nobile,ha candidato al Nobel.....Come dovrò catalogare questo atteggiamento??? 
Eccedendo in buonismo,per palese sintomo di vecchiaia,eviterò di chiamarlo gesto ipocrita, e digito.... .....INCOMPRENSIBILE!!!!....
E SE SONO TUTTI ASSENTI......chi sono i PRESENTI????
7)Il corrispondente dalla terra del sole cocente li descrive così:LE SCENOGRAFICHE TRUPPE CAMMELLATE DEL GOVERNO ERITREO....Ceri accesi e fiori gialli e bianchi.... Raccolti e trasferiti in pullman,spesati dall'ambasciatore,invitato ufficialmente dal Governo italiano....
(Alleluia,l'immaginavo,è una gita fuori porta....Con glamour,leggerezza e colori folcloristici locali...)
8)Si dice che siano stati precettati per l'occasione,in onore e per il prestigio che compete al  Ministro.... Quindi:portaborse,funzionari,deputati,ministri.....Ma lasciamo parlare il cronista......

DA REPUBBLICA DEL 22 OTTOBRE....:E' la ciliegina sulla torta;è la goccia che fa traboccare il vaso;che fa esplodere la rabbia di chi,nel canale di Sicilia,ha perso moglie,figli,sorelle,fratelli e che proprio non ce la fa a vedere seduto,accanto ai ministri italiani e ad un plotone di parlamentari locali,ai vertici nazionali delle forze dell'ordine,etc,etc,etc....il rappresentante di quel governo eritreo che ha costretto alla fuga i loro familiari...Anche loro gridano " Assassini,anche loro sollevano striscioni con su scritto"La presenza del regime eritreo offende i defunti e mette in pericolo i sopravvissuti....
Riporto,per l'amor di verità, il commento rilasciato dal Ministro presente ad un funerale di stato,con il siparietto della fuga precipitosa finale.....Una celebrazione:perfetta per chiudere tra farsa e tragedia il ventennio italiano...
Il Ministro detta alle agenzie la sua personalissima replica ai cattivi contestatori:
"Chi ha gridato assassini,vuole frontiere libere e scafisti in libertà.Non l'avranno vinta,proteggeremo le nostre frontiere salvando vite umane....."
Chiudo con la dichiarazione del Sindaco di AGRIGENTO:"Abbiamo assistito ad una farsa di Stato.Io sono qui  solo per rappresentare una comunità che ha aperto il proprio cuore dando sepoltura ad oltre 90 salme....

Ed allora per ricordare questi giorni:il postino di Baskerville,ha scovato una letterina,tra le tante che quotidianamente smisto per farle arrivare a destinazione...
E' un commento che descrive bene quel che ancora accade nella terra di mezzo...Uno scritto che toglie il velo ad un'ipocrisia,che l'informazione a reti unificate ci propina continuamente,per strapparci una lacrima compassionevole che taciti le nostre coscienze.....Ma poi,mi chiedo,le tacita davvero le nostre coscienze????
Lo scritto graffia,e nuota controcorrente nel mare della vergogna di LAMPEDUSA....
      
       IL COMMENTO
Alfano: l’Angelo dei migranti

«Assassini, assassini! Basta con la Bossi-Fini!». Così Agrigento ha voluto salutare i rappresentanti del governo italiano, ministra Kyenge. Persino «Repubblica», che di certo non teme rivali quando si tratta di evocare provocatori, infiltrati, terroristi e gli immancabili anarco-insurrezionisti, stavolta farà fatica a criminalizzare i nuovi contestatori. Un sacerdote che lei certamente conosce, Don Mosè Zerai, che ormai da anni è un riferimento forte per i profughi che giungono in Italia, ha parlato di «beffarda passerella».
A lui s’è unito Marco Zambuto, il sindaco di Agrigento, che non è certo un black block, ma ha usato parole pesanti come pietre – «una pugnalata ai morti», ha dichiarato, mentre in tanti si domandavano che fine avessero fatto i sopravvissuti - e un altro rappresentante delle Istituzioni, Giusi Nicolini, la sindaca di Lampedusa, puntava decisamente il dito sulle nostre politiche migratorie.
«Descrivono il grado di civiltà di un Paese» – ha detto in Senato – «e incidono sul destino dei territori dove queste persone sbarcano. Per questo motivo, sono doppiamente ingiuste, anche verso di noi delle isole». Insomma, ha concluso, «è il viaggio che non si deve fare».
«Assassini!». Non so che le sia passato per la mente, signora Kyenge, quando gente di colore come lei ha urlato la sua accusa. Non lo so, ma mi domando con quale coraggio riprenderà il suo posto nel Consiglio dei Ministri dopo quello che le è accaduto ad Agrigento, assieme all’ex berlusconiano ed ex montiano Mauro e a quel galantuomo di Angelo Alfano, vicepremier nel governo in cui lei è Ministra dell’integrazione.
Forse non glielo hanno detto, dottoressa, ma mentre lei prendeva parte a un funerale senza morti, e la «beffarda passerella» scatenava la comprensibile rabbia dei presenti, a Lampedusa, i compagni dei morti erano ancora chiusi in vergognosi campi di concentramento. E’ tempo che s’informi: l’Angelo berlusconiano col quale s’è presentata in Sicilia è noto alle cronache politiche soprattutto per i servizi resi a un famoso pregiudicato e per l’occupazione militare della Valsusa. Basta chiedere un po’ in giro, Ministra ma, se ci pensa, ci arriva da sola: anche un leghista intellettualmente onesto, ammesso che se ne trovi qualcuno, dopo Agrigento, avrebbe presentato le irrevocabili dimissioni. Lo avrebbe fatto per coerenza e dignità.
Non serve nascondersi dietro un dito. Ormai sa bene quel che pensa di lei l’Angelo suo collega, glielo ha detto pubblicamente, mentre eravate assieme e la sicurezza lo portava via: chi propone di cambiare la Bossi-Fini è d’accordo con gli scafisti e vuole lasciare le frontiere libere per aiutarli nei loro sporchi affari. Alfano, Ministra Kyenge, non ha lasciato margini di dubbio: è vero, a lui può anche capitare di credere – o fingere di credere? - che Rubi rubacuore sia nipote di quel brav'uomo di Mubarak, ma scemo non è e non coltivi, perciò, impossibili sogni e inutili illusioni. A quelli come lei Alfano non intende darla vinta: proteggerà le nostre frontiere e salverà vite umane come ha fatto finora, checché ne dica la teppaglia eritrea.
I migranti nel Mediterraneo lui li ha sempre salvati e se sono in tanti a morire, se ne faccia una ragione, è che gli africani hanno tra i caratteri genetici una pericolosa tendenza al suicidio. E’ stato proprio per questo che Alfano, ad Agrigento, ha invitato anche un rappresentante di quel regime eritreo che è un fulgido esempio di rispetto dei diritti umani: per evitare che lei continui a farsi illusioni. Lei e la sua immancabile complice, la Presidente Laura Boldrini.

Giuseppe Aragno


CONCLUSIONI

La tragedia di Lampedusa non è la prima,come probabilmente non sarà nemmeno l'ultima...Ed in attesa delle decisioni che dovranno avvenire in ambito comunitario:la terra di mezzo continuerà a far da sola....E mentre l'Europa strozza e ammanetta governi e comuni nei patti di stabilità dei bilanci,tutto diventa più difficile...
Scrive il cronista:Ogni euro speso per assistere i profughi,rischia di togliere soldi ai servizi per gli italiani....Con tutto il resto immaginabile,compresa la xenofobia...L'incapacità dell'unione europea di manovrare la crisi minaccia anche il dovere degli stati di dare assistenza ai rifugiati.....

E così la terra di mezzo,la terra dell'illuminismo e degli aiuti umanitari;l'Europa della libertè; dell'egalitè;della fraternitè crolla sotto il peso dello spread,dell'egoismo e dei suoi debiti....
Un'Europa dove conta solo la moneta e mai la politica....Ma che Europa è?????
Morale
Stiamo tutti sulla stessa barca....Ma il barcone va alla deriva e tra poco non reggerà più il peso di nessuno.
Il problema sta sempre lì:sul come redistribuire risorse e ricchezze..
E la politica,incapace di intervenire e di gestire una crisi che affonda l'occidente,è diventata l'ancella sciocca dei mercati e della moneta.....

Il postino di 
Baskerville






3 commenti:


  1. Pietà

    Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore e i cui pastori sono guide cattive
    Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi i cui saggi sono messi a tacere
    Pietà per la nazione che non alza la propria voce tranne che per lodare i conquistatori e acclamare i prepotenti come eroi e che aspira a comandare il mondo
    con la forza e la tortura
    Pietà per la nazione che non conosce nessun’altra lingua se non la propria;Nessun’altra cultura se non la propria
    Pietà per la nazione il cui fiato è danaro e che dorme il sonno di quelli con la pancia troppo piena Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini che permettono che i propri diritti vengano erosi
    e le proprie libertà spazzate via
    Patria mia, lacrime di te
    dolce terra di libertà!

    Pier Paolo Pasolini
    in data:05/11/2013

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  2. In vacanza a POZZALLO,SICILIA, trasformata in un grande obitorio a cielo aperto....


    Sono 30 i morti, stavolta, soffocati nella stiva. Quanti saranno la prossima? I giornalisti contano e annoiano con queste notizie drammatiche, che non vogliamo sapere. Perché contano, perché si indignano? Noi vogliamo solo passare le nostre ferie in pace. Ce le siamo meritate, eccome. Noi vogliamo solo farci il bagno e prendere il sole su quell’arenile che si estende per chilometri davanti alle palme, come una spiaggia californiana piena di promesse.Sono in Sicilia per qualche giorno di vacanza e mi portano a Pozzallo. Il nome mi suona familiare. “E’ una delle spiagge più belle che abbiamo da queste parti, oltre a Sampieri” dicono. E’ vero, sia il Lungomare Pietre Nere che Raganzino sono posti incantevoli: mare turchese e sabbia dorata. Il cielo oggi è azzurro, senza neppure l’ombra di una nuvoletta.

    Il litorale che va da Capo Passero e Isola delle Correnti fino a Gela e, più avanti, Porto Empedocle è quello ragusano raccontato da Andrea Camilleri, che ci hanno mostrato nella serie televisiva del Commissario Montalbano. Nell’entroterra a pochi chilometri ci sono Scicli, Ragusa Ibla, Ispica, Modica. Mi giro, dando le spalle al mare, e indico a mio figlio l’interno: le città sono là dentro, invisibili, sull’altopiano degli Iblei, circondate da ulivi, viti, carrubi e muretti a secco. Le ultime, affacciate direttamente sull’Africa, da cui sono separate a causa di uno stretto braccio di mare, tanto stretto in alcuni punti da chiamarsi Canale. Nella realtà, invece, sono diventate più volte un grande obitorio a cielo aperto.

    Stendo i teli da mare sulla stessa sabbia sulla quale avevano adagiato i corpi degli annegati tempo fa. Lo ricordo con una lieve vertigine mentre metto il cappello di paglia in testa per non prendermi un’insolazione. “Matteo Renzi ha appena comunicato che il semestre europeo guidato dall’Italia si apre a Pozzallo, in Sicilia, davanti ai feretri delle ultime 30 vittime di una fuga disperata chiamata migrazione”, auspica con malinconica ironia Furio Colombo, in un articolo sul Fatto Quotidiano intitolato ”Gli indifferenti”. E’ caldo, mi faccio il bagno. Mentre nuoto guardo giù attraverso l’acqua: nulla, solo le ondine di sabbia che increspano il fondo e qualche pesciolino. Il fondale marino è pulito, digrada dolcemente in avanti, non se ne intuisce nemmeno la profondità. Dov’è il pericolo? Mi tornano in mente le foto tutte blu sul cimitero marino con quei morti rigonfi e sformati come fossero fatti di gomma marcita. Le pose erano quelle dei cadaveri di Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio: quelli troppo secchi, questi troppo umidi.

    Si calcola che in fondo al mare ci siano almeno 20mila migranti mai giunti su questa spiaggia, su quest’isola, su questa terra, l’Italia. Nuoto ancora un po’: l’acqua non conserva traccia, non ha memoria di nulla. Alcuni anni fa, nel 2006, mi trovavo da amici a Tangeri, in Marocco. C’è un luogo chiamato “Le tombe puniche”, che sorge su una necropoli punico-romana, a pochi metri dalle mura della Kasbah; sono rocce e scogli a picco sull’acqua nello scenario di un altro Stretto, quello di Gibilterra. A sera lì vanno a sedersi i tangerini. Prendono il fresco e guardano il mare. Non le ho mai dimenticate le loro espressioni: tengono il viso sempre rivolto in avanti, come una prua, anche mentre parlano, e gli occhi conficcati verso la Spagna, verso la speranza. Ci guardiamo così da un lato all’altro del Mediterraneo, pieni di desiderio, pieni di sospetto. Un incrociarsi di sguardi diffidenti, spaventati, bramosi, carichi di progetti e di futuro, carichi di odio e di rifiuto. Dove è la differenza? E’ la sponda la differenza: dipende tutto da che parte nasci, da che parte cresci, da che parte muori. E’ questo il mare che vogliamo?

    Rossella Guadagnini

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  3. LA STAMPA
    di MARCO ZATTERIN

    L’emergenza è scattata non appena è giunta la terribile notizia che nessuno ha accolto con sorpresa.
    Le voci che si raccolgono nelle istituzioni europee trasmettono un senso di rabbia e frustrazione. La Commissione Ue ha fatto tutto quello che era nei suoi mezzi, ha versato i fondi resi disponibili dal bilancio e sostenuto la cooperazione con l’Italia e gli altri paesi frontalieri in prima linea. Questo non ha fermato le tragedie, non poteva farlo, e ora si rafforza la consapevolezza che pure il massimo possibile (per adesso) non basti. Cioè che non si può fare ciò che si dovrebbe sino a che i ventotto non saranno d’accordo. E i ventotto non sono d’accordo.

    L’immigrazione non è una politica comune europea. Lo sono il controllo delle frontiere comuni e il rispetto delle regole per la libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori. Bisognerebbe andare oltre, essere davvero un’Europa solidale e forte davanti alle sfide internazionali. Invece una buona parte degli stati - soprattutto a nord e est - ha sinora sottovalutato il problema riducendolo a una questione “italiana” o poco più.

    Il commissario Avramoupoulos (Interni) e la Mogherini lavorano sin dall’inizio alla ricerca di una soluzione miracolosa che in realtà assomiglia a una missione impossibile. Hanno scritto agli stati membri il mese scorso, hanno portato il dossier migrazioni nel cuore del Consiglio esteri, cosa che non era successa prima. «Non abbiamo né i mezzi né il consenso politico per rafforzare il “search and rescue”», ha ammesso giovedì la portavoce del greco, non senza stizza per un contesto che vede Bruxelles capro espiatorio di colpe che al contrario appartengono a quelle tante, troppo, capitali disattente.


    Uno. Le frontiere dell’Unione devono essere considerate un problema comune e non nazionale. Chi arriva in Italia, arriva in Europa. Chi muore a Lampedusa, muore a Bruxelles. Vanno gestite, difese e protette, garantite tutti insieme con fondi comuni. Tenendo fermo il principio che l’immigrazione deve essere soggetta a regole precise che tutti devono rispettare.

    Due. Sarebbe auspicabile la creazione di una unità di crisi di pronto intervento fra il Servizio Esteri europeo e la Commissione. Uno sforzo di coordinamento che potrebbe diventare un sistema di guardia costiera e di frontiera europea se gli stati decidessero finalmente che è il caso di impegnarsi. Tutti.

    Tre. L’asilo ha bisogno di funzionare meglio con principi più efficaci. Opportuna anche la revisione degli accordi di Dublino. Non tiene il principio secondo cui chi raccoglie i disperati in mare deve tenerseli. Vanno ridistribuiti di comune accordo. Questa non è gente che viene a cercare un lavoro. Sono disperati che mettono alla prova la volontà dell’Europa di credere nei propri valori e di difendere la propria dignità.

    Quattro. Cooperare con i paesi terzi. Negoziare accordi con paesi come il Chad e la Nigeria, oltre che col Corno d’Africa. Inviare missioni civili in Tunisia e Egitto, ad esempio, in attesa che ci sia un accordo politico in Libia, oggi la porta aperta del Mediterraneo. Avramopoulos e Mogherini hanno proposto di allargare Triton a Tunisi e Cairo. Ottima idea, salvo che a Varsavia, Helsinki e Stoccolma pensano che sia una stranezza.

    Cinque. Seguire i flussi. Usare le tecnologie, i satelliti e droni, se possibile. Insediare campi di accoglienza lungo le vie della migrazione, con l’aiuto dell’Onu e delle organizzazioni non governative.

    Bisognerebbe cambiare la Storia, costruire una vera politica comune per l’Immigrazione con cui i ventotto governi dell’Europa dimostrino di avere gli attributi per affrontare responsabilmente un disastro umanitario con pochi precedenti. «Grave e destinato ad aggravarsi», riconoscono i portavoce della Commissione, non senza amarezza. Come il capitano che naviga in alto mare e deve avere l’accordo di ventotto persone con tradizioni e idee diverse per mettere benzina nel motore e andare avanti a fare quello che vorrebbe. Proprio così.

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