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20 maggio 2013

SU SEGNALAZIONE DI FERDINANDO CALCAVECCHIA


Trasporti: il dossier riservato della Regione
sulle opere incompiute

Maxi buchi da ripianare, progetti frenati: in venti pagine le sabbie mobili in cui sono caduti i trasporti regionali


NAPOLI - «La massa debitoria complessiva è pari a 497.292.261,94 di euro, ripartita su cinque esercizi. La parte più consistente (223,8 milioni) è rappresentata dai debiti verso i fornitori per la realizzazione di opere (investimenti), seguita dai debiti di natura previdenziale e tributaria per 94 milioni, dai debiti verso i fornitori strategici per 78 milioni, dai debiti verso i fornitori di beni e servizi connessi all’esercizio per 41,4 milioni». Le cifre, inserite nel capitolo dedicato al «trasporto regionale su ferro» (piano di rientro e piano di pagamenti), sono parte di un appunto riservato preparato per il governatore Stefano Caldoro in occasione della visita a Palazzo Santa Lucia (venerdì pomeriggio) del ministro dei Traporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Un dossier di una ventina di pagine in cui tecnici ed esperti dell’amministrazione campana hanno focalizzato, per il settore, «stato delle attività, criticità e possibili soluzioni».
Trasporto regionale su ferro e decreto per pagare i debiti - Per quanto riguarda, ancora, il trasporto regionale su ferro, si spiega che «il decreto legge 35/2013 consente alle regioni di indebitarsi per pagare i debiti certi liquidi ed esigibili ovvero di richiesta con fattura ovvero con equivalente documento al 31 dicembre 2012. E tra i debiti certificati dalla Regione Campania vanno quindi compresi anche i debiti verso le società regionali di trasporto su ferro». Dunque, è «da ritenere che tali somme possano rientrare nell’ambito delle previsioni di cui al decreto legge 35/2013, atteso anche che l’intero debito è coperto dal decreto legge 83/2012 che ha previsto uno stanziamento di 200 milioni del Fondo Sociale e Coesione di spettanza della Campania nonché aliquote aggiuntive Irpef e Irap per 5 anni».
La Regione vuole entrare nell’aeroporto di Salerno - La Regione, è scritto nel dossier, «ha manifestato il proprio interesse alla sottoscrizione di quote consortili del Consorzio Aeroporto Salerno Pontecagnano scarl, direttamente, previa fuoriuscita dei privati dalla compagine societaria consortile ovvero, indirettamente, per il tramite di propria società partecipata che verrà individuata con successivo atto, fino alla misura massima del 10% del capitale sociale, condizionatamente alla successiva approvazione del presente atto da parte della Giunta regionale e salva approvazione del Consiglio regionale».
Linea 1 del metrò di Napoli: l’«anello» non si chiuderà- Tra gli interventi strategici e prioritari della programmazione regionale del Tpl (trasporto pubblico locale) rientrava il completamento della linea 1 della metropolitana che congiunge piazza Garibaldi all’aeroporto di Capodichino. La realizzazione di tale opera doveva consentire la chiusura dell’anello ferroviario metropolitano della città di Napoli consentendo, tra l’altro, il raggiungimento dello scalo napoletano via ferro, con il compimento del cosiddetto nodo aeroporto, in linea con le principali grandi città italiane ed europee. «Il nuovo progetto definitivo, datato 2012 — specifica la Regione — rispetto al precedente approvato con delibera del 2009, risulta limitato alla sola tratta Centro direzionale-Capodichino, e, quindi, non è prevista la chiusura dell’anello, mancando, rispetto al progetto originario, la tratta compresa tra Capodichino e la stazione Di Vittorio e il nuovo tracciato non coincide con quello di cui alla precedente progettazione. Il costo complessivo del nuovo progetto è stimato circa in 820 milioni di euro. A oggi è in corso una Conferenza di servizi indetta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha ad oggetto una proposta progettuale presentata dal Comune di Napoli, in qualità di soggetto attuatore, per la realizzazione della tratta tronco Di Vittorio - Garibaldi - Capodichino, il cui finanziamento è previsto da una delibera Cipe del 2011».
Porto Napoli: progetto (quasi) fermo - Molti interventi vanno aggiornati Il Grande progetto porto di Napoli è stato candidato a un finanziamento complessivo di 335 milioni di euro, di cui 240 milioni (fondi Fesr) per il potenziamento di varie infrastrutture portuali e 95 milioni (fondi Azione e coesione) per il rafforzamento del raccordo alla rete ferroviaria nazionale. temi progettuali riguardano le infrastrutture marittime, gli escavi, l’ambiente, l’energia, l’archeologia. «Nel mese di ottobre 2011 la Commissione europea, esaminata la proposta di candidatura, ha ritenuto eleggibile a finanziamento il Grande progetto del porto di Napoli per un importo di 240 milioni di euro». Molti progetti candidati ai finanziamenti, «ai fini della cantierabilità, devono essere recepiti dal Piano regolatore di scalo (Prp), la cui precedente revisione è stata approvata dal Consiglio comunale nel 2002 e dal Consiglio superiore dei lavori pubblici nel 2004». Il Prp «è stato quindi modificato e rimodulato anche al fine di poter acquisire i fondi Ue». Ma nel marzo 2013 il Consiglio superiore dei lavori pubblici, «dopo aver esaminato il Piano, lo ha restituito all’Autorità Portuale con richiesta di integrazioni». Al fine «di evitare il rischio di un’attuazione solo parziale degli investimenti nell’attuale ciclo di programmazione 2007-2013, in considerazione dei tempi di realizzazione degli interventi che richiedono anche la definizione delle procedure di Via, si sta aggiornando il quadro degli interventi per tutte le opere oggetto della domanda di finanziamento, dettagliando per ciascuna tipologia d’intervento per il quale si chiede il cofinanziamento il costo stimato, chiarendo la complementarietà tra le opere già appaltate e gli interventi previsti nel Grande progetto, indicando per ogni opera il cronoprogramma procedurale, la tempistica e la corrispondente fonte di finanziamento (programmazione comunitaria, Fas, risorse nazionali)». Poi c’è la necessità di convincere la direzione generale (Ue) della Concorrenza, che i finanziamenti in questione non siano considerabili aiuti di Stato. Un problema ben chiaro già da molti mesi. Eppure, «al momento si sta (ancora) definendo la griglia richiesta dalla stessa Dg europea».
Porto Salerno: il nodo (Ue) è la direzione generale Concorrenza - «Il Grande progetto porto di Salerno prevede le seguenti opere: consolidamento del molo Trapezio ponente e della testata del molo Trapezio, per permettere il dragaggio a maggiore profondità e per rendere le banchine, in conformità alla normativa vigente, adeguate alle sollecitazioni, analogamente a quanto già realizzato per la darsena centrale e la testata del molo Manfredi; ampliamento dell’imboccatura portuale, al fine di consentire l’ingresso nel relativo bacino a navi da crociera e navi commerciali di maggiori dimensioni mediante salpamento della parte terminale del molo di sottoflutto (per metri 100) e prolungamento del molo di sopraflutto (per metri 200) al fine di consentire una maggiore protezione del bacino dall’aumento del moto ondoso; escavo dei fondali del porto, con abbassamento degli attuali fondali, in ragione della zonizzazione del Porto, da una quota di -8 a una quota di -17». Le opere che formano il Grande progetto «sono finalizzate a implementare l’attività portuale, consentendo l’ingresso in porto alle moderne navi da crociera ed alle navi commerciali di grandi dimensioni e contribuire a realizzare una struttura tecnologicamente avanzata che consenta di minimizzare le emissioni inquinanti e di ridurre gli impatti ambientali ed i consumi energetici, nonché di ottimizzare la sicurezza dello scalo». Anche qui, come per il porto di Napoli, «in conformità con l’indirizzo assunto in sede comunitaria e secondo l’orientamento condiviso con l’amministrazione centrale, il Grande progetto dovrà essere notificato alla Commissione europea per la valutazione delle regole applicabili agli aiuti di Stato».
Metropolitana salernitana: la Regione non vuole oneri- Il 16 maggio «il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha trasmesso una proposta di Accordo di programma per l’attivazione di un servizio ferroviario di trasporto per la tratta Stazione Centrale FS Salerno-Stadio Arechi che prevede tra l’altro, l’inserimento della suddetta tratta nell’ambito della rete nazionale nonché la rinegoziazione del contratto di servizio tra la Regione e l’attale gestore del servizio regionale». In proposito il dossier dell’amministrazione di Palazzo Santa Lucia rileva che «gli oneri derivanti dallo svolgimento del servizio ferroviario sulla tratta in questione non potranno essere attribuiti alla Regione, ma dovranno essere individuati di intesa con il ministero».
Direttrice ferroviaria Napoli-Bari: c’è il problema «patto di stabilità» - Il 2 agosto 2012 è stato sottoscritto dal ministro per la Coesione territoriale, quello delle Infrastrutture, la Regione Campania, la Regione Puglia, la Regione Basilicata, Fs e Rfi il contratto istituzionale di programma per la realizzazione della direttrice ferroviaria Napoli-Bari-Lecce Taranto il cui costo complessivo è stato stimato in circa 7 miliardi di euro. L’amministrazione campana «intende perseguire una rimodulazione della spesa, a saldi invariati, che consenta di nettizzare il cofinanziamento nazionale e il contributo regionale, in modo da incidere sulla spesa complessiva computata ai fini del rispetto dei limiti del patto di stabilità. Dunque, occorre che il Governo consenta il finanziamento diretto del beneficiario (senza transitare dal bilancio regionale)».

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